Il blogging nel 2025: 10 nuovi trend da tenere d’occhio

Cosa aspettarci nei prossimi mesi dal mondo del blogging, da Google e dagli altri motori di ricerca e soprattutto dai nostri lettori e dalle loro preferenze? 

Perché sì, les amis, la sola cosa che non sta cambiando nel blogging negli ultimi anni è che è sempre per loro, per i nostri lettori che scriviamo dunque, all’inizio e alla fine di ogni nostra riflessione strategica ci deve essere sempre un’attenzione a cosa è cambiato nelle abitudini di ricerca e di navigazione delle persone cui indirizziamo i nostri contenuti. 

Vediamo insieme cosa aspettarci e come non farci trovare impreparate, cosa fare e cosa non fare. 
Spoiler interessante: la geopolitica e le sue dinamiche non è mai stata così impattante sul mondo della creator economy come oggi. 

Ciao, sono Sabrina Barbante
Blogger, blogging coach, divulgatrice della creator economy. 

Una laurea in lingue straniere, una specializzazione in comunicazioni di massa applicata alla politica e al costume, un passato in giornalismo e uffici stampa, saltellando tra diversi paesi del mondo e regioni d’Italia. 

Blogger full time dal 2013;
dal 2020 trasformo blog in progetti
(e lavori) digitali. QUI TI DICO COME

Cosa cambia realmente con l'IA

Solo un anno fa facevamo speculazioni, ipotesi, previsioni su cosa ne sarebbe stato del blogging con l’aumento esponenziale dell’Intelligenza artificiale generativa nella vita dei lettori; molte di quelle ipotesi lette e sentite erano del tutto infondate (ad esempio, l’idea che i blog sarebbero morti).
 Già qui ti spiegavo perché non sarebbe accaduto. 

Ma come esperte della scrittura online e appassionate studiose di SEO e ricerche online, sarebbe puerile negare che il modo degli utenti di cercare informazioni online è cambiato. 
Quando un lettore ha bisogno di informazioni utili nell’immediato, quando ha bisogno di sapere come fare cosa, dunque per le ricerche informazionali più semplici, i lettori non hanno più intenzione di leggere articoli con premesse interminabili e risposte nascoste nelle pieghe di un articolo. 

Dunque, se scriviamo articoli che danno informazioni pratiche semplici, ad esempio ricette e tutorial rendiamo facile per il lettore trovare subito la risposta che cerca. 
Questo ci permetterà di regalare meno lettori all’IA, oppure di essere citati dall’IA stessa come fonte, così da consentire ai tool di IA di portarci traffico. 

Per le ricerche più complesse, invece, è cambiato molto poco e molto poco cambierà nei prossimi mesi. 
Se voglio sapere quali sono le conseguenze della prolungata assenza di sonno su un piano psicologico, il passaggio dall’IA sarà breve e fugane oppure non ci sarà; gli utenti continueranno anche nel 2025 a fare ricerche sui motori di ricerca e ad aver bisogno della tua risposta approfondita. 

Una cosa che cambia molto, invece, e in meglio, è la nostra possibilità di usare l’IA per velocizzare la nostra produzione di articoli, aiutarci nella SEO e aiutarci nella creazione dei piani editoriali. Questa è la vera rivoluzione che l’IA ha portato nel nostro mondo del blogging e non a casa è un modulo dei miei percorsi per blogger. 

Leggi anche “Prompt per blogger: come aiutarti con l’IA a generare i tuoi articoli” 

Come usare l’IA per avere più traffico sul blog

Lettura interattiva e immersiva

shadow ban politico instagram

I nostri lettori non si limitano più solo leggere ma, per restare più a lungo sul contenuto, gradiscono essere in qualche modo coinvolti nell’argomentazione. 

Oltre a rafforzare i tuoi inviti ai lettori a dare il loro contributo con i commenti a fine articolo, invitandoli a dare le loro opinioni o a farti domande (alle quali devi cercare di rispondere il prima possibile), puoi usare dei plug in per inserire dei sondaggi o dei brevi test nei tuoi articoli. 

La modalitù “sondaggio” o “test” è sempre utilissima, perché consente ai lettori di parlare di loro stessi e sentirsi coinvolti nella narrazione. 

Ti ricordi i tempi in cui sulle riviste cartacee c’erano i “test” per capire cose della propria personalità? Ecco, unire ai nostri articoli dei piccoli test è un modo bellissimo per permettere ai lettori di restare più a lungo con noi e con i nostri contenuti. 

Presto dedicherò un approfondimento a questa tecnica, come implementarla e come usarla. 

Leggi le mie guide

La SEO conversazionale

L’aumento dell’uso dei chatbot di IA e, ben molto tempo prima, l’aumento della ricerca vocale, devono insegnarci i principi della SEO conversazionale, cioè cercare di posizionarci con risposte dirette a domande dirette. 

Le piattaforme di IA non solo forniscono risposte immediate, ma indirizzano gli utenti verso risorse esterne  questo significa che i tuoi visitatori potrebbero non arrivare più direttamente da Google, ma attraverso queste piattaforme.

Inoltre, già da tempo, la serp di Google e degli altri motori di ricerca ha, attraverso la funzione “le persone hanno chiesto anche” e il passage ranking, iniziato a premiare i blog in cui ad una domanda chiara segue una risposta chiara, seguita da una argomentazione. 

Per restare al passo nella SEO conversazionale ti suggerisco di rileggere i miei consigli in merito al passage ranking e alla ricerca vocale . 

 

Integrazione di Video brevi e audio lunghi

sabrina ripresa nello schermo di un iPhone, con una cornetta di antico telefono analogico in mano_Sfondo di una scrivania_video chiamate di lavoro_errori

I nostri contenuti testuali, possono di tanto in tanto smettere di essere solo testuali; i lettori apprezzano sempre di più i supporti alla lettura come tracce audio (ad esempio, inserendo le puntate dei vostri podcast negli articoli) o con dei video. 

Attenzione però, perché i video troppo lunghi, soprattutto in ambito tutorial, non sono più graditi; il poco tempo che sentiamo di avere a disposizione per avere un’informazione ci porta dove questa è più facilmente fruibile. 

Quindi ok all’integrazione di podcast o video podcast, anche lunghi, via libera alla creazione di video brevi che siano magari una intro accattivante ai contenuti centrali del tuo articolo. 

(Attenzione, queste sono cose che PUOI fare, non che DEVI fare). 

Il ritorno delle micro nicchie

Come ho scritto anche nel mio manuale sulla crescita e il successo di un blog piccolo, le micro nicchie o micro segmenti narrativi tornano ad essere un elemento importante della nostra strategia editoriale. 
Dunque, se hai un blog di moda, via libera alla pianificazione di molti contenuti relativi alla moda per taglie forti o per persone molto piccole di corportatura; se parli di alimentazione, via libera all’imbutizzazione del contenuto sull’alimentazione sana per sportivi vegani, e così via. 

Di come inserire una micro nicchia utile nel tuo segmento narrativo, ne ho parlato nel dettaglio i una puntata del mio podcast. 

Contenuti personalizzati

Ripeto il concetto: anche questa è una cosa che puoi fare, non che devi fare. Stiamo parlando di trend da tenere d’occhio e non dei 10 comandamenti senza i quali brucerai all’inferno. 

Detto questo, se dal nostro blog riusciamo a creare dei funnel e delle automazioni che fanno arrivare i nostri contenuti alle persone super verticalmente interessate a quei contenuti, possiamo aumentare molto le nostre opportunità di crescita nel 2025. 

Per farlo possiamo usare le automazioni delle nostre newsletter, diversificando i gruppidi iscritti e inviando a tutti solo i contenuti e gli approfondimenti che aumentano la possibilità di lettura o di conversione. 

Sostenibilità ed etica

Mai come oggi, i nostri testi sono legati a noi come persone: la SEO non basta più da un bel po’, servono anche delle strategie narrative per far capire alle persone di che pasta siamo fatte, quali sono i nostri valori, i nostri vissuti e le cose in cui crediamo. 

Ci sono poi anche delle tematiche che stanno a cuore dell’opinione pubblica più di altri e, se per qualche motivo, sono tematiche che stanno genuinamente anche a noi, facciamo in modo che queste tematiche entrino nella nostra narrazione. 
Il tempo dei blog freddi, con informazioni centrate solo su se stesse e sui bisogno immediati e pratici del lettore è terminato; non c’è un topic in cui non possa entrare anche la tua etica. 

Puoi ascoltare la puntata del mio podcast in cui ti ho parlato di come essere un blogger sostenibile.

Mobile più importante del desktop

Fino a gennaio-febbraio 2024 i crawler di Google che venivano a scansionare i nostri contenuti web per decidere se e quante posizioni dare in SERP per ogni query, cioè per ogni possibile combinazione di parole chiave, erano di due tipi e lavoravano insieme: Googlebot Desktop e Googlebot Mobile. 

Entrambi valutavano, tra le altre cose, la velocità di caricamento, la navigabilità, l’intuitività dei movimenti sul tuo blog, rispettivamente, da desktop e da mobile. 

Poi, dopo vent’anni di onorata carriera, lo scorso febbraio Googlebot desktop è andato definitivamente in pensione per cui la qualità della navigazione viene valutata da Google solo su parametri mobile. 

Il che non vuol dire che i nostri blog non si vedono più da desktop, ovviamente, o che non importa che siano navigabili da computer, ma che i core web vitals vengono valutati solo per mobile, dal momento che il 90% delle ricerche avviene da mobile e che il 99% dei blog che navigano bene da mobile non danno certo problemi da desktop. 

Cosa vuol dire questo?
Che i nostri blog, se presentano alcune caratteristiche strutturali reputate accettabili da desktop ma non accessibili da mobile, comportano delle penalizzazioni. 

Leggi anche: Perchè hai perso posizioni in SERP

Umanizzazione dei contenuti

Ogni tuo lettore, ogni giorno, si relazione con almeno 1 assistente virtuale di un fornitore di servizi di vario tipo;
Ogni lettore che cerca informazioni online si è imbattuto in una risposta poco soddisfacente dell’IA o si è sentito oppresso d algoritmi che sfruttano i suoi dati per proporre merci.

Per contro, nel mondo del blogging e della creator economy, l’aspetto umano non solo è importante, ma è essenziale.
Oggi più che mai, anche per noi blogger, torna l’importanza di non scrivere solo articoli in ottica SEO per rispondere freddamente a degli intenti di ricerca ma di unire al nostro piano editoriale strategico anche una consapevole alternanza di opinioni, expertise, approfondimenti in cui il nostro fattore personale emerga in modo chiaro.

I lettori non cercano solo informazioni; vogliono connettersi con le persone dietro quelle informazioni; ora più che mai, vogliono sentirsi compresi, ascoltati e coinvolti in una conversazione autentica.

Per distinguersi in questo scenario, i creatori di contenuti devono mettere l’accento sull’umanità dei loro articoli.

Qui ti do delle indicazioni su come fare 

Impatto della politica e dell'attualità sui contenuti

Siamo nell’epoca in cui i destini di interi paesi sono legati alle scelte di persone potenti a capo di aziende che controllano i nostri dati e orientano le nostre scelte di voto e di consumo, e i nostri contenuti si muovono tra questi dati e in questi algoritmi. 

I social ci hanno insegnato la paura di essere penalizzati se usiamo alcune parole o parliamo di alcuni argomenti, eppure questo non ha evitato in alcun modo il diffondersi di fake news e informazioni manipolate. 

La nostra presenza sulle piattaforme di infotainment ci ha insegnato a rifuggire dalla polemica e ad essere pavidi nell’esprimerci su qualcosa di cui siamo consapevoli e convinti, spingendoci al contrario a dire cose approssimative su questioni che non conosciamo abbastanza. 

Il blog, in questi anni, ci ha addestrati al contrario. 
Abbiamo scritto contenuti lunghi, quando iniziavano ad andare virali solo quelli brevi; noi abbiamo scelto di non agire come virus e di fregarcene della viralità. 
Abbiamo approfondito con lentezza, coprendo degli argomenti quando non erano più trend topic, ma almeno avevamo avuto il tempo di approdondirli. 
Insomma, siamo stati la resistenza. 

E se da domani anche i nostri contenuti del blog andassero in ban perché contenenti concetti e idee non apprezzate da qualcuno? (cosa che già succede nell’ampia metà del mondo meno privilegiata della nostra). 

E’ il momento di chiederci se – in una simile evenienza – vorremo eludere l’espressione delle nostre idee per un algoritmo o se continueremmo imperterriti in direzione ostinata e contraria. 

Al momento la censura sui Motori di Ricerca, non esiste, almeno non per cose che non abbiamo a che fare con il dark web, ovviamente.
Ma è il momento di chiedersi: “non succede, ma se succede, io cosa farò? Cosa sarò disposta a perdere, tra i lettori e la libertà?”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *