I blog moriranno a causa dell’IA?
Risposta breve: no.
Risposta argomentata, che farà luce sul fenomeno, eccola qui riportata, in questo articolo.
io sono Sabrina Barbante,
blogger, SEO e content strategist, divulgatrice dei meccanismi della creator economy.
Autrice di Oltre la SEO – padroneggiare la SEO e superarla costruendo la tua Strategia Narrativa.
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Cosa avverrà al mondo del blogging e della SEO ora che siamo entrati nell’era dell’Intelligenza artificiale generativa?
Ora che sempre più gente cerca risposte allo scibile umano usando l’intelligenza artificiale, da Bing a Chat GPT e tutte le consorelle in aumento, che ne sarà dell’antica ricerca sui motori di ricerca e, dunque, dei blog, che dal traffico organico hanno tratto la loro linfa vitale?
Prima di arrivare a ragionevoli risposte, raddrizziamo il tiro con le giuste domande.
Tutte le volte che, per errore clamoroso, si era prevista la morte dei blog
Non è la prima volta che si vocifera della fine del blogging; avveniva agli arbori dei social, figuriamoci adesso che, dopo circa 15 anni, tutti abbiamo almeno un paio di mezzi di infotainment sui quali esprimere opinioni, più che dati e fatti.
Era il 2009 e il primo social entrava nelle nostre vite. All’avvento di Facebook, quando il micro blogging si è spostato sulla madre di tutti i social network, gli analisti commettevano il più grande errore di calcolo previsionale dopo il lancio dei Google Glass:
“Ora che la gente racconta i fatti suoi su Facebook, il blogging è morto”.
Invece, il blogging si è evoluto, passando dal racconto iper-personale di fatti più o meno insignificanti alla scrittura orientata al racconto di qualcosa utile all’utente finale.
Con la scrittura SEO e i nuovi algoritmi dei motori di ricerca, non solo i blog sono cresciuti in modo esponenziale, arrivando a costituire il 40% circa dell’indotto totale della creator economy, con una crescita del 12% dal 2015 al 2023, ma anche nutrendosi di traffico derivante dai social che avrebbero dovuto ucciderli.
(Quelli che per i comuni mortali sono “i social”, per noi blogger sono derubricati a “fonte di traffico alternativa”).
Preannunciare (di nuovo) la morte del blogging è un errore.
Preannunciare la morte del blogging, per la terza volta in due decenni, è un errore tanto di metodo quanto di contenuto.
Errore di metodo
Il vulnus delle analisi e previsioni di molti addetti al settore è che sono fatte, appunto, da addetti al settore e non da analisti.
Le analisi delle evoluzioni del mercato si fanno sulla base di un numero di variabili e strumento che buona parte di noi insider non ha.
Un’analisi previsionale non si fa analizzando lo stato dell’arte, lo stato attuale delle cose e la loro evoluzione di qui ad un anno, ma considerando moltissimi dati, molto complessi, su ventagli temporali ampi.
Ad esempio, per capire realmente l’impatto che avrà l’IA – e il suo sempre più frequente utilizzo – sulla fruizione dei blog, bisogna considerare:
- come si stanno evolvendo i tool di IA (e fin qui ci siamo), ma anche e soprattutto
- come si evolveranno le altre grandi major del mondo del web (Google in primis; lascerà campo libero ai tool di IA, dal momento che Google stessa è un sistema di machine learning?)
- come si evolveranno le abitudini di ricerca degli utenti – già in costante evoluzione da almeno 10 anni
- come si evolverà il mercato dei dispositivi smart
- come si evolverà il mercato delle App (ad esempio sarà sempre più facile ed economico creare le proprie App e probabilmente molti blog si “appizzeranno”)
- come si evolverà il resto del mercato della Creator Economy
- Come si evolveranno i blog di conseguenza, in tutti i loro aspetti semiotici e grafici (già si sono evoluti moltissimo negli ultimi 5-6 anni),
- Come si evolverà la normativa sull’IA, attualmente inesistente ma che nei prossimi 10 anni avrà basi e altezze.
Ad esempio, per paventare uno dei mille scenari possibili, potremmo considerare che, con ogni probabilità, i tool di IA dovranno nelle future regolamentazioni indicare delle fonti credibili per ogni risposta o dato che generano, e potrebbero così trasformarsi nell’ennesima fonte di traffico per i blog, proprio come è avvenuto per i social.
Ed è da qui che, nel parlare di morte del blogging, da un puerile errore di metodo, arriviamo ad un ulteriore
Errore di contenuto
Chi annuncia la disfatta del blog basa la sua analisi su un dato, altamente possibile ma non certo: la diminuzione delle ricerche in organico, a fronte dell’aumento delle ricerche tramite IA.
Chi fa questa considerazione commette un errore di analisi non del futuro, ma del presente: i blog attualmente in crescita, quelli che alimentano un modello di business, insomma quelli con un progetto alle spalle, hanno abbandonato da tempo la SEO come unica strategia di crescita.
La SEO è cambiata da molto tempo e da molto tempo, nel mondo del blogging, ha dovuto cedere spazio ad altri benchmark.
Questo, attenzione, lo dice lo stesso Google, attraverso le sue ultime raccomandazioni.
Già da tempo i blog che hanno successo hanno puntato su
- Strategia Narrativa e fidelizzazione dei lettori, dunque anche su
- autorevolezza del profilo autore,
- verticalità,
- Crossmedialità del progetto (declinazione dei contenuti su più piattaforme e utilizzo di fonti di traffico alternative).
Insomma, sono ormai anni che i blogger che fanno sul serio sono andati “Oltre la SEO”. e Google ha, fino ad oggi, adeguato i suoi algoritmi a questi cambiamenti, restando leader del suo mercato.
Dunque, alla luce dei 600 miliardi di crescita dell’indotto dei contenuti long form, previsto dal 2023 al 2027 (dati tech business news), la domanda corretta da porsi non è se il blogging sopravviverà all’IA, bensì
Come si evolverà il blogging, nell’epoca dell’IA?
Prima di tutto, si evolverà CON l’IA.
Questo segmento di mercato del content si evolverà, come sempre, parallelamente agli altri attori del mercato.
I blog saranno sempre di più una garanzia di autorevolezza, laddove i contenuti siano approfonditi, referenziati, autorevoli.
I blog non saranno più la sola fonte di risposta alle domande degli utenti, perché probabilmente i Motori di ricerca non saranno più i soli ad essere interrogati (e forse lo saranno sempre meno), ma
I blog-portfolio/blog-siti web resteranno di certo a lungo il luogo in cui aziende e liberi professionisti affermeranno la propria validità sul mercato e troveranno nuovi clienti.
I blog saranno sempre di più una fonte di informazione indipendente e approfondita su dinamiche geopolitiche e nell’attivismo indipendente, soprattutto visti ci chiari di luna e l’aria che tira nelle redazioni giornalistiche e tra gli editori tradizionali.
Cosa dovranno fare i blogger per avere successo anche ai tempi dell’IA
- Usare la SEO, ma andare anche molto oltre la SEO
- Fidelizzare i lettori e usare almeno 1 o 2 piattaforme di comunicazione complementari
- Migliorare il più possibile il proprio profilo autore
- Approfondire il più possibile la propria area di expertise e diventare “divulgatrici” del proprio segmento narrativo
- Puntare di nuovo sulle newsletter (altra cosa che si dava per morta e invece è più viva che mai)
- Studiare e conoscere sempre meglio e in modo approfondito la creator economy in generale
E tu, hai paura dell’Intelligenza artificiale e del suo impatto sul blogging?
Scrivimi i tuoi pensieri nei commenti
Elena garella
Ciao, paura no, ma ammetto che sini ad oggi non ho neanche voluto “aprire quel libro “. Con il tuo articolo, a proposito grazie, mi sono resz conto che devo capirla e usarla a mio beneficio.