Le Panier non è solo il quartiere storico di Marsiglia;
Le Panier è la storia di Marsiglia, riassunta in un groviglio di stradine e passaggi di tempo.
Luogo che ci ricorda quanto le contaminazioni culturali siano generatrici di arte e bellezza, di quanto l’immigrazione sia un processo tanto irreversibile quanto positivo e di come il turismo possa dare molto ad una città.
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Le Panier, storia del quartiere più bello di Marsiglia
Per quanto Marsiglia abbia angoli davvero meravigliosi, dal Porto Vecchio alla vetta della Cattedrale Maggiore, Le Panier è stato il mio luogo preferito per la sua valenza politica, per il modo in cui racconta la storia, fottendosene della storia e delle sue pomposità artistiche, valorizzando un eterno presente.
Le Panier racconta Marsiglia attraverso le persone.
Nel 600 avanti cristo i Greci approdarono dove adesso c’è Le Panier, fondando Messalia, che poi si sarebbe ampliata coprendo, nei secoli, il territorio dell’odierna Marsiglia.
Ben presto divenne quartiere di mercanti, quindi di oriundi, primi fra tutti i genovesi, poi i corsi, poi gli armeni, poi magrebini.
Dove c’è mercato, ci sono mercanti e contaminazioni, dove c’è mercanzia c’è denaro, dove c’è gente e denaro si genera, tra le altre cose, malaffare, e Marsiglia non è stata eccezione, almeno fino a qualche anno fa.
Fino agli anni Novanta era un luogo pericoloso, dove il contrabbando di sigarette e narcotraffico gestito per lo più dalla malavita corsa rendevano queste stradine poco sicure.
Oggi qui si insediano persone dell’estremo oriente e mediorientali, insieme a studenti di tutta Europa, artisti francesi e sud europei.
Le Panier è adesso un luogo caotico ma sicuro, colorato ma vivibile, e persino quel passato malavitoso diventa una narrazione poetica e ironica.
Le Panier è oggi un romanzo criminale tragicomico che si legge nei suoi murales bellissimi, nelle cartoline dipinte da artisti, nei negozi di arte e artigianato, nelle grafiche delle T-shirt artistiche.
Cosa vedere a Le Panier a Marsiglia
Ti guido in questo groviglio colorato, indicandoti cose da vedere e soprattutto esperire, luoghi dove fare colazione o pranzare, luoghi per fare shopping locale e luoghi di interesse storico e artistico.
Partiamo.
La poesia di strada
Le Panier è arte e poesia di strada, poésie de rue.
La prima cosa in cui mi sono imbattuta e che ha catturato la mia attenzione è come lo street design sia fatto non (solo) dall’amministrazione bensì dai cittadini, dagli artisti locali, dai commercianti che ornano gli usci e le porte con pezzi di poesia che parla di amore, politica, società.
I Murales
I murales sono oggi nelle città quello che gli affreschi erano nelle chiese fino al XVI secolo: racconti visivi di realtà sociali e politiche, espressi in modo simbolico.
Solo che i murales sono, a differenza degli affreschi, indipendenti, non commissionati e non soggetti ad approvazione del potere.
Sono, inoltre, opere d’arte per loro natura destinate a non durare per sempre: fa parte dello di questo specifico artistico, è parte del gioco e dell’accordo artista-pubblico.
I murales di Le Panier a Marsiglia raccontano la città e il quartiere meglio di uno storiografo o analista politico: ne mettono in luce la multiculturalità, l’orgoglio anche di un passato controverso, l’ironia.
Gli artisti più iconici e significativi di cui vedrai le opere in murales a Le Panier sono Nhobi Cerquiera (che trovi su Instagram), la cui opera più visibile a Le Panier è l’inconica rappresentazione di Marsiglia, dei suoi tetti e dei suoi personaggi creoli intorno al concept store UndArt Ground, dove acquistare cose interessanti, tra stampe artistiche e gadget fatti a mano o in edizioni limitate.
Altro artista contemporaneo da cercare a Le Panier è RNST, che raffigura i suoi supereroi-banditi, personaggi di tutti i giorni che combattono per la propria micro-comunità tanto belli quanto fragili.
Inoltre, dove vedi “giallo acceso”, nei ritratti o negli scenari dipinti, stai guardando un’opera di street writing di Os Gemeos, i gemelli brasiliani che hanno firmato le strade di tutto il mondo.
Edifici storici e architettura
Dal momento che è pur sempre il quartiere più antico di Marsiglia, Le Panier accoglie palazzi di epoche e architetture diverse.
Primo fra tutti, La Maison Diamantée, la casa diamantata, definita così per i suoi mattoni quadrati a punta di diamante. L’edificio è stato abitato da ricche famiglie italiane e francesi, la facciata ricorda molto il Palazzo dei Diamanti di Ferrara.
Molto bello è anche il Pavillon Duvel , pietra rosa delle cave di Couronne (Côte bleue). Edificato nel XVIII secolo, è stato prima palazzo di giustizia, poi prigione, poi scuola ospedaliera; oggi ospita uffici amministrativi quindi negli orari di apertura è anche possibile entrare e visitare alcune aree dell’edificio.
Le sfumature rosa e gialle della pietra di Couronne la troviamo più o meno in tutto il quartiere, negli edifici di maggiore interesse storico, come La Vieille Charité;
l’edificio nasce a metà Settecento come rifugio per gli sfollati e i mendicanti e soprattutto per mendicanti bambini cui veniva insegnato un mestiere.
Poi è stato destinato alla legione straniera per poi essere lasciato al degrado dopo le due guerre e occupato da persone senza dimora tra gli anni Settanta e Ottanta.
Oggi è un museo a gestione comunale, non ci sono senzatetto.
Eppure la storia della Vieille Charité mi fa pensare a come nel corso dei secoli abbiamo perso l’abitudine di prenderci cura degli ultimi, relegandoli, quando tutto va bene, nei sobborghi o nelle banlieu. Ma il più delle volte, lasciandoli indietro, soli.
A delimitare la fine del quartiere, c’è lo spiazzo che apre la vista alla cattedrale di Santa Maria Maggiore (Cathédrale Sainte-Marie-Majeure o La Major, come la chiamano i marsigliesi, in occitano). La cattedrale è in stile neobizantino, molto in voga in Europa nel Diciannovesimo secolo.
Da qui, oltre alla visita alla Cattedrale, ci si ferma a guardare il mare e l’altro lato della città di Marsiglia.
Più antica e sobria, ma a mio avviso anche più interessante, la chiesa di Saint-Laurent, con bellissima vista sul porto e soprattutto la piccola Eglise des Accoules, la più antica della città.
Piazzette vivaci
E poi ci sono quegli scorci che i non europei tanto sognano e invidiano alla nostra “Socialist Utopia”:
le piazzette sulle quali si affacciano case e terrazze fiorite, con locali colorati, bambini che giocano, niente auto (il traffico auto è vietato nel 90% de Le Panier); non sempre hanno grande valore storico, ma tanto grande è il loro valore civico.
Nella Place del Mulins, piazza dei mulini, si intravedono ancora, due torri integrate in due case; sono quel che resta dei mulini a vento del Sedicesimo Secolo che hanno dato il nome a questa piazza.
Prenotando una visita guidata con l’ente del turismo territoriale è possibile visitare le cisterne dei mulini a vento, sotto il manto della piazza.
Poi ci sono le mie preferite: Place de Leche e Place des Pistoles che grazie a piante (di privati cittadini) e alberi derivanti da progetti di micro edilizia urbana, hanno l’apice di bellezza in primavera e autunno, e sono refrigerio in estate.
Davanti all’edificio oggi museo della Vieille Charité c’è Place de la Charité, con locali alternativi, gestiti da gente simpatica.
Shopping nei negozietti di Le Panier
Anche le nostre scelte di acquisto sono un atto politico, dunque parte del nostro viaggio. Su questo siamo allineati vero?
Bene, sono certa che tutte e tutti sappiamo distinguere un negozietto di ricordini e souvenir ricco di calamite made in China con lavoro sottopagato e materiali potenzialmente tossici e luoghi in cui l’artigianato e la produzione di pezzi limitati la fa da padrona.
In alcuni posti, anche la scelta del quartiere in cui fare shopping può essere di aiuto, perché qui, da quanto ho visto, troverai solo concept store, laboratori artistici e artigianali.
I tuoi ricordini, le tue calamite, i tuoi souvenir, acquistali in questi posti e, dove puoi, fai due chiacchiere con le persone che ci lavorano dentro, perché sono nove volte su dieci anche i proprietari e gli artigiani che abitano il quartiere.
Una cosa che ho amato molto dei negozietti a Le Panier è che hanno ingressi colorati e creativi, con merce diversa, dove niente è uguale al resto.
Negozi con affacci molto belli in strada sono, ad esempio,
Les Trois Fenêtres, 72% pétanque e Bird Song, le Bazar du Panier.
Comunque puoi trovare una ricca selezione di botteghe artigiane e concept store qui.
I prodotti tipici locali sono
- saponi di Marsiglia (ça va sans dire)
- pupi del presepe (qui hanno una lunga tradizione e non è la sola cosa che Marsiglia ha in comune con Napoli)
- prodotti a base di lavanda (è pur sempre Provenza)
- accessori e abbigliamento che richiamano alle caratteristiche della città, come i graffiti, il mare… persino quel pizzico di animo dal retaggio malato di malavita.
Cosa fare e vedere a Le Panier Marsiglia
Ti lascio un elenco, in breve, delle cose che puoi vedere ed esperire e di cui ti ho parlato; ma non seguire mai solo un itinerario, crea il tuo.
Arte e monumenti
- Poesie di strada
- Murales
- La Maison Diamantée
- Le Pavillon Duvel
- La Vieille Charité
- La Place del Moulins
Piazzette con locali
- Place des Moulins
- Place de Leche
- Place des Pistoles
- Place de la Charité
Shopping a Le Panier
- UndArt Ground
- Les Trois Fenêtres
- 72% pétanque
- Bird Song, le Bazar du Panier e tutti questi altri
Per il resto, cammina, fermati nei posti che ti fanno sentire meglio, guarda le persone passare, immagina le loro storie, i loro sentimenti.
Non farti dire da nessuno quali sono le cose imperdibili, soprattutto da quartieri come questo.
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