Pubblicare post sponsorizzati e guest post: guida definitiva

Pubblicare guest post e post sponsorizzati oggi, alla luce degli update che Google ha rilasciato negli ultimi due anni, dallo spam update a Helpful Content Update, è per noi blogger un rischio di impresa.

Per quanto sia parte degli introiti di molti blogger di professione (me compresa), oggi bisogna seguire linee guida importanti per non rischiare di perdere posizionamento e autorevolezza del profilo autore.

In questo articolo farò un recap di

    • cosa sono i Guest Post e i Post Sponsorizzati,
    • come arrivano le richieste e da chi, e
    • un elenco di consigli utili per pubblicare articoli a pagamento a prova di update di Google (e a prova di credibilità agli occhi dei nostri lettori e lettrici).

Cosa sono i Guest Post e i Post Sponsorizzati

cosa sono i post sponsorizzati

I guest post e i post sponsorizzati sono due tipologie di articoli che chi amministra un blog pubblica sotto accordo commerciale con una web agency o un freelance.

Mentre i guest post sono articoli “ospitati”,cioè scritti dal cliente e pronti per la pubblicazione, gli articoli sponsorizzati sono scritti dal blogger, fanno già parte del suo piano editoriale e vengono, appunto, sponsorizzati.

Qui ho scritto come  e quanto tariffare i post sponsorizzati e i Guest Post. 

Quello che il cliente che ti contatta è disposto a pagare non è tanto l’articolo in sé, bensì il link DO-FOLLOW che contiene, perché è quello che aiuta l’autorevolezza in SERP del cliente finale. In pratica se l’azienda X inserisce un link DO-FOLLOW nel tuo blog autorevole, guadagna punteggi in SERP e nelle ricerche viene trovata prima dei suoi competitor.
Questa è parte dell’attività di link building. 

Il fatto che ciò che interessa al cliente non è tanto (o solo) l’articolo ma il link e l’anchor text è il motivo per cui spesso le agenzie o i freelance che lavorano per cercare blog autorevoli per i loro clienti ci mandano articoli di scarsa qualità informativa.

Come essere contattati per pubblicare post sponsorizzati e guest post?

Questo è un argomento del modulo su come guadagnare con un blog del mio percorso Full Blogger. 

Per essere contattati da web agency o da freelance che cercano blog autorevoli per la strategia di link building dei loro clienti è necessario che il tuo blog abbia

  • una buona domain authority, quindi un buon posizionamento per delle ricerche (query) di interesse per il cliente
  • verticalità su determinate parole chiave
  • un buon bagaglio di articoli già pubblicati
  • una home page che contenga gli ultimi articoli pubblicati; nell’epoca dei blog moderni, costruiti a blocchi e moduli personalizzabili, non è scontato; ricorda sempre che la home page è il luogo più autorevole del blog, e la possibilità di pubblicare un guest post in home page ne aumenta il valore.

Inoltre, i “cercatori di blog”, siano essi web agency o freelance, cercano anche per tag “sponsored”, “Sponsorizzato” e simili;

il che vuol dire che se pubblichi un post sponsorizzato e lo indichi chiaramente a fine o inizio articolo, come ci impone anche la legge, sarà più facile essere trovati da altre realtà che hanno bisogno di questo servizio.

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Regole per pubblicare guest post e post sponsorizzati senza incorrere in penalizzazioni

Come scrivevo in apertura, gli ultimi update di Google danno rilevanza e spazio in serp a quei contenuti scritti da umani per umani, che sono un reale valore aggiunto sul web, che danno info dettagliate e utili.
Se un blogger pubblica troppi link a pagamento in contenuti di scarsa qualità e valore, commette quello che Google definisce “authority abuse”, cioè abuso di autorevolezza.
Google non è affatto contrario all’attività di pubblicare post figli di collaborazioni, ma è contrario ai contenuti pubblicati solo perché nati da collaborazioni e non scritti pensando al destinatario finale, cioè il lettore.

Sulla base di questo, al fine di lavorare bene, guadagnare in modo appropriato e non incorrere in penalizzazioni, ecco le regole utili da seguire per la pubblicazione di guest post e post sponsorizzati

1. Che siano un reale approfondimento ad una query

Spesso i guest post che ci vengono mandati dalle agenzie o dai freelance sono brevi, approssimativi, scritti solo per inserire un link. 
Per non parlare del fatto che ormai sono scritti tutti dall’intelligenza artificiale con dei prompt davvero basici.

Se accettiamo articoli scritti da altri, pretendiamo che siano approfonditi e realmente utili, a costo di doverli noi stessi trasformare e allungare. 

2. Che non siano il nostro tipo di contenuto preponderante

E’ utile non passare agli occhi del lettore e di Google come un aggregatore di articoli e link a pagamento, sia perché ne usciamo male in termini di credibilità, sia perché rischiamo di essere inserite nelle dinamiche punitive dello spam update.

Consiglio di non superare il rapporto di 1 a 10 o al massimo 1 a 7 nella pubblicazione di post a pagamento, cioè cerchiamo di pubblicare al massimo 1 articolo a pagamento su 7 o 10.

3. Pochi ma ben pagati

Dal momento che i post a pagamento sono un rischio di impresa, dal momento che se siamo contattati è perché abbiamo fatto un lavoro di grande valore in termini di SEO e piano editoriale fino ad oggi, vendiamo cara la pellaccia!
Non accettare tariffe ridicole, al di sotto dei 50 dollari, anche e soprattutto se ti chiedono di mantenere una tariffa bassa perché “cerchiamo una collaborazione a lungo termine”.
Per le ragioni di cui al punto 2, riempire il nostro blog di guest post di scarsa qualità a basso costo deve essere molto lontano dai nostri interessi. 

4. Evitare back link che aumentano il rischio di penalizzazioni

I siti web che faticano a trovare blog disposti ad ospitarli sono quelli di scommesse online, azzardo o prodotti a base di CBD; il motivo è che si tratta di contenuti non legali in alcuni paesi, e “sotto controllo” in altri. Senza entrare in giudizi di merito o demerito, è così e dobbiamo tenerne conto.

Questo è il motivo per cui in genere le agenzie che propongono questi link sono quelle disposte a pagare di più.

Come sempre, inserisci link solo dove hanno davvero senso; se in un articolo sulle destinazioni più belle di Francia di salta fuori un link ad un casinò online, beh, la coerenza contenutistica non è il massimo, Google lo intercetta e lo taccia come spam.

5. Dichiarare sempre se un post è frutto di una collaborazione

La trasparenza verso i lettori deve essere la base e il senso del nostro lavoro come creator: se un articolo contiene link esterni derivanti da collaborazioni, dobbiamo indicarlo all’inizio o alla fine.

Possiamo decidere noi la formula, non ne esiste una standard, ma deve essere chiaro per chi legge.

Ti capiterà che delle agency (poco serie e in genere estere) ti chiedano espressamente di non inserire nessuna dicitura che indichi la presenza di una collaborazione; in questo caso rispondi, assertivamente, che in Europa la legge chiede di dichiarare quando un post deriva da una collaborazione.

E aggiungo il suggerimento di rispondere che la sola persona a decidere cosa scrivere, dove e quando in un articolo sul tuo blog sei tu.

Non esiste tariffa proporzionata alla cessione del nostro potere decisionale sui nostri contenuti.

Se hai domande o osservazioni o, meglio ancora, esperienze da condividere, ti aspetto nei commenti.

 

 

 

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