Come scrivere per il web all’epoca della comunicazione visual e della strategia narrativa? Che cosa vuol dire, oggi, scrivere per il web e creare contenuti utili (a chi legge e a chi scrive)?
Gli ultimi aggiornamenti di Google, cui seguiranno a ruota gli adeguamenti degli altri motori di ricerca minori, le evoluzioni del mondo dei social e degli aggregatori, le leggere ma costanti variazioni dei dispositivi mobili e delle modalità di navigazione di tutti noi, tutto ciò ha plasmato e continua a plasmare nuovi modelli di scrittura online.
Avevo già scritto, a inizio anno, quali novità nella scrittura SEO avremmo dovuto prendere in considerazione sulla base di questi cambiamenti ma adesso vorrei, con voi, riflettere sui motivi per cui, in base ai cambiamento di cui sopra, la sola scrittura SEO non basta più al successo di un blog o di un sito web.

Ciao, sono Sabrina,
web content strategist e
travel blogger.
(seguimi anche su Instagram per consigli digitali
e chiacchiere quotidiane)
1 – SEO. Condizione necessaria ma non più sufficiente
Ammesso e non concesso che sia esistito un periodo in cui la SEO bastava realmente, da sola, a sancire il successo di un blog/sito web (io ho sempre avuto dubbi anche nei periodi di massimo entusiasmo sulla SEO fine a sé stessa, tipo 5-6 anni fa), adesso le cose sono cambiate.
Prima di tutto perché è lo stesso Google che non prende più solo in considerazione le regole meccaniche della scrittura online.
Basta guardare le Google Analytics del tuo sito per capire che Google inizia a contare, e tenere sempre più in considerazione, il così detto “traffico di ritorno”, cioè le persone che dopo averti incontrato facendo una ricerca su Google, iniziano a ritrovarti in maniera causale, cioè perché ti vengono a cercare.
Servono dunque tecniche narrative che spaziano dalla scrittura persuasiva alla semiotica del web, tutti elementi mai toccati, fino ad ora, dalle “regole SEO” tout court.
Qui ci addentriamo nelle tecniche di strategia narrativa: se la SEO porta le persone a leggere la tua ricetta dell’uovo sodo, la strategia narrativa è ciò che fa tornare il lettore per sapere come TU fai anche l’uovo in camicia.
Ti spiego la strategia narrativa e la SEO in questo manuale:
“Oltre la SEO: Conoscere la SEO e superarla creando la tua Strategia Narrativa”.
2- Il traffico non può più essere lo scopo finale della tua narrazione (al massimo, un mezzo)
Un tempo, la SEO portava molto traffico. E, vi garantisco, lo fa ancora. Ma se non sappiamo che cosa farcene di questo traffico, la SEO in sé torna ad essere poco utile.
Mi spiego meglio.
Un tempo il sillogismo del blogger era il seguente:
“Per avere successo con un blog (sulle infinite declinazioni di successo scriverò un post a parte) devi avere molto traffico. Per avere molto traffico, devi scegli parole chiave con alto volume di ricerca”.
Eppure non sono necessariamente le keyword con alto volume di ricerca quelle con orientamento transazionale (orientate alla vendita o a far fare cose che ci servono), anzi, è l’esatto contrario. Le keyword utilizzate da chi ha davvero intenzione di acquistare qualcosa, compreso il tuo prodotto o servizio, hanno un volume di traffico davvero basso.
Perché? Semplice… perché le persone che sanno di voler comprare un prodotto sono di meno rispetto a quelle che entrano sull’internet “solo” per informarsi su qualcosa.

3 – La conversione non è più solo verso il tuo e-shop e verso i tuoi prodotti in vendita
Anche alla luce della differenza tra il traffico informazionale e transazionale, cioè quello orientato ad informarsi su qualcosa e quello orientato a comprare qualcosa, bisogna capire che “conversione” sul blog non significa più solo “portare i lettori sul tuo e-shop e vendere il tuo prodotto”, bensì convincere le persone a, ad esempio, seguirti su Instagram, TikTok o sul social sul quale sei più attiva oppure a iscriversi alla tua newsletter, affinché:
- non vi perdiate di vista
- ti possano “incontrare” tutti i giorni
- tornino a leggerti quando proporrai nuovi articoli (traffico di ritorno)
- acquistino un tuo prodotto quando ne parli su social di cui sopra, e non solo e non necessariamente quando lo proponi sul blog/sito.
Intanto, scopri come far diventare i tuoi lettori i tuoi follower sui social.
La domanda da un milione di dollari che ti faccio oggi è: ma tu, sai che cosa farne del tuo traffico?
Una volta che arriva sul tuo blog grazie alla scrittura SEO, sai dove indirizzarlo, hai in mente “un progetto per loro”, cosa vuoi che facciano di te e con te tutte queste persone e che cosa vuoi fare tu di loro e con loro?
4 – Il Piano Editoriale Strategico è più importante della SEO (o almeno, sono pari)

Nelle mie coaching ho diversi moduli: uno di questi, incentrato al 100% sulla Scrittura SEO base e avanzata e un modulo incentrato sulla costruzione di un piano editoriale strategico.
Stesso numero di ore dedicate ai due aspetti.
Perché la SEO senza un progetto per i tuoi lettori non ha senso, e il progetto per i tuoi lettori organici e da fonti di traffico alternative lo puoi mettere in pratica solo con un piano editoriale strategico.
5 – Scrivere sul web oggi vuoi dire anche raccontare per immagini
L’uso iconografico è parte integrante della strategia narrativa.
Nella scrittura sul web, le parole non bastano più: sia per la SEO che per la persuasione dei tuoi lettori e lettrici, per farli restare più a lungo su un contenuto e per parlare la loro lingua, le immagini sono importantissime.
E le immagini possono essere statiche (foto) o mobili (video).
6 – Il blogging è una nuova corrente letteraria

Condivido con voi un’estratto del manuale “Oltre la Seo”.
“Il blogging è una nuova modalità di scrittura (che quindi comporta nuove modalità di lettura) alternativa alle altre, con dei suoi specifici codici e parametri.
Non solo; il blogging è un fenomeno che ha cambiato del tutto l’approccio allo storytelling ed è anche parte attiva, cruciale e centrale nella rivoluzione che il mercato editoriale ha vissuto negli ultimi venti anni.
Parlando di libri, dai romanzi alla saggistica e manualistica, i primi ad auto pubblicarsi, i primi a vivere l’approccio all’editoria autonoma in modo deciso, assertivo, orgoglioso, sono stati proprio i blogger. Quando ancora si riteneva che il self-publishing fosse un “piano B” per autori rifiutati da tutti, proprio i blogger sono stati i veri coraggiosi apripista di quella che è oggi una pratica molto comune, parallela all’editoria tradizionale.
Troppo abituati alla nuova semplicità dei processi di scrittura-fruizione senza intermediari, entusiasti testimoni della scrittura che dall’autore arriva direttamente al pubblico, proprio i blogger hanno visto in là, capendo che il futuro sarebbe andato in questa direzione, quando ancora non c’era Amazon nella nostra quotidianità, quando ancora non avevamo dieci account social a testa sui quali fare promozione.
Insomma, i blogger hanno creato il futuro della scrittura quando ancora nessun altro vedeva questo futuro, né l’editoria tradizionale né il mondo della comunicazione.
Vuoi invece sapere chi ha davvero intravisto l’importanza narrativa dei blogger, intuendone il detonante potenziale al posto degli editori? Le dittature e i regimi totalitari, che da trent’anni a questa parte rapiscono, imprigionano e uccidono blogger dissidenti che, “forti” (si fa per dire) della loro indipendenza da editori controllati da regimi e sistemi molto rigidi, sono pericolosi.
Amiche e amici blogger che mi leggete, voi siete parte dell’avanguardia, parte della rivoluzione, parte della nuova corrente. Vi serva come motivazione per tutto il grosso lavoro che avrete, adesso, da fare.”
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