La SEO, cioè la scrittura strutturata in modo tale da essere intercettata dai motori di ricerca e, dunque, proposta nella serp al nostro pubblico ideale, ha delle regole che i lettori e le lettrici assidue di questo blog conoscono bene;
soprattutto, ha delle regole che, per quanto abbastanza coerenti e stabili nel tempo, hanno comunque vissuto dei cambiamenti importanti negli anni, aggiornamento dopo aggiornamento dei motori di ricerca, Google in primis.
Questi cambiamenti non sono legati ai “capricci” di Google, bensì ai cambiamenti delle abitudini di navigazione degli utenti del web.
Solo per fare un esempio, che chiarirà il succo di questo articolo fin da subito:
se 15 anni fa il solo modo che una persona aveva per trovare una ricetta da fare in casa con broccoli e zucca, era andare su un motore di ricerca e scrivere “ricetta broccoli e zucca” oppure “ricetta broccoli zucca semplice” ,
adesso per avere un risultato in linea con le necessità del caso è possibile
- andare su Google e cercare “ricetta broccoli zucca semplice”
- prendere il cellulare e dire “Ehi Siri/ehi Google, trovami una ricetta da fare con broccoli e zucca”
- digitare nella barra di ricerca di Instagram “broccoli zucca ricetta” (i risultati sono sempre poco pertinenti ma la componente visual e i video brevi attirano comunque l’attenzione)
- andare su chatGPT e simili e scrivere “ho nel frigo un broccolo e un pezzo di zucca: cosa posso cucinare in meno di 20 minuti?”
Dunque, se le ricerche degli utenti e il loro modo di reperire informazioni cambiano, ecco che cambia anche la SEO.
Leggi anche
Le nuove regole SEO per la SGE
Helpful Content Update di Google, spiegato facile
Ed è per questo che oggi, alcuni vecchie linee guida della SEO, alcune pietre miliari della scrittura long form online, hanno del tutto perso di valore e senso; in alcuni casi, se seguite, queste antiche regole posso persino essere penalizzanti per il suo sito o per il tuo blog.
Regole SEO che non hanno più senso

ph. myriam essier |unsplash
La Parola chiave
Il primo tassello del mondo SEO da rivedere è proprio il concetto di Parola Chiave di ogni articolo.
Un tempo si definiva “parola chiave” quella parola o insieme di parole che, se cercate sul motore di ricerca da un utente, avrebbero dovuto portare a noi e al nostro articolo.
Dunque, tutta la struttura SEO dell’articolo si incentrava su quella parola chiave.
Seguendo l’esempio della ricetta di prima, una parola chiave era, un tempo “ricetta broccolo e zucca”.
Oggi è più corretto parlare di “query“, che significa “ricerca” in senso più complesso.
La ricerca fatta su mdr infatti non è più solo una parola ma un insieme di parole che risultano, spesso, in vere e proprie frasi o domande.
Dunque la parola chiave ha lasciato il posto alla così detta ricerca semantica, cioè scegliere una frase/domanda come chiave di ricerca per la quale volersi posizionare
Ripetizione della parola chiave (o della query) nel testo
Molti dei nostri plug-in facilitatori della SEO, da SeoYoast a SemRush e simili, ancora hanno vecchie impostazioni che ci consigliano di inserire la parola chiave almeno 5-6 volte in un testo di 800-1000 parole.
Questa cosa non ha più molto senso.
- Perché un conto era inserire una o due parole in un articolo, un conto è inserire 6 volte un’intera frase e far “puzzare un articolo di SEO”, correndo anche il rischio di penalizzazioni.
- Perché i MdR sono vere e proprie intelligenze artificiali, in grado di riconoscere il gruppi semantici nel testo e indirizzare il tuo articolo al giusto target.
- Perché i nostri articoli non si posizionano più solo per una singola query ma per tutte le domande alle quali rispondiamo all’interno del testo
Ci sono nuove regole per inserire le query nel testo e nuovi parametri presi in considerazione dai motori di ricerca e dalle intelligenze artificiali, che se seguite possono far aumentare il nostro traffico.
Le spiego tutte nel dettaglio nelle consulenze one-to-one; prenota la tua!

La SEO cambia, il blogging sta vivendo un enorme rivoluzione, l’ennesima. E no, non è un male! Questa coaching di 4 incontri ti guiderà in questo cambiamento, insegnandoti la nuova SEO, la SGE, l’uso dell’IA per te che sei un/una blogger, e creeremo insieme il tuo piano editoriale strategico per i tuoi obiettivi (e sarai autonoma per la creazione dei successivi).
Parole chiave a coda lunga / coda corta
Un tempo si intendeva per “parola chiave a coda corta” una parola chiave che fosse breve. Ad esempio, “broccoli” o al massimo “broccoli e zucca”.
Queste parole chiave avevano un volume di ricerca maggiore ma poco potenziale di posizionamento.
Poi c’erano quelle a coda lunga, cioè con più parole a comporre la singola query, ad esempio “ricetta facile con broccoli e zucca”.
Oggi, ai tempi della ricerca semantica, che implica intere frasi usate come chiave di ricerca, tutto questo perde di senso.

Una guida dettagliata ricca di spunti e idee su come avere soddisfazioni dal tuo blog, anche senza avere il “grande traffico” da organico. La guida dà indicazioni per avere soddisfazioni economiche, ma anche autorevolezza reale sia online che offline proprio grazie al tuo piccolo-grande progetto content.
L’obiettivo della prima posizione in SERP
Ovvio, ancora oggi finire in prima pagina o addirittura in prima posizione per una query, magari ad alto volume di traffico e per noi strategica, è una bella soddisfazione e di certo ci porta traffico, dunque non possiamo dire che proprio non ce ne importa più nulla.
Ma ricordo che la nuova SERP, cioè la SGE, search generative Experience, sta per entrare nelle nostre vite, appena termina la fase di sperimentazione in USA e pochi altri paesi.
Il che vuol dire che tra i nostri obiettivi, d’ora in poi, c’è quello di scrivere articoli in grado di inserirsi nelle conversazioni tra gli utenti e le intelligenze artificiali generative.
Leggi anche
SGE e AI Overview, spiegate in modo semplice e diretto
Il link building

ph. fahim reza | unsplash
Un tempo l’attività di link building, cioè il farsi menzionare in altri siti autorevoli con un link che rimandasse al nostro blog, per migliorare il posizionamento, era tra le 3 cose più importanti della così detta SEO off page e tra le 5 più importanti della SEO in generale.
Oggi, un po’ per via del contrabbando di vendita e scambio link che ha tolto molto valore a questo aspetto nelle SERP, un po’ perché in motori di ricerca hanno altri parametri per valutare l’autorevolezza di un sto web, questa attività ha perso molto valore e in alcuni casi può persino penalizzare.
Spiego meglio questi casi nel mio articolo dedicato alla SEO manipolativa.
Oggi, al contrario, una buona strategia di link interni legata ad un buon piano editoriale, incide sul tuo posizionamento più di quanto non facciano i link esterni.
Nuova SEO, Piano Editoriale Strategico e uso dell’IA per il tuo blog sono le componenti della
coaching individuale più adatta a te!
Ti vengono in mente altre “cose seo” che oggi suonano un po’ medievali? Scrivimelo nei commenti
Vilone
La prima cosa da fare SEMPRE, alla base di ogni progetto per ottenere risultati organici gratuiti sui motori di ricerca è effettuare una SEO Audit, non sarebbe Ghidipallico?