SEO Black hat: strategie di posizionamento che fanno più male che bene

Quali sono le tecniche di indicizzazione definite SEO black hat (o black hat seo, più usato nei paesi anglofoni) e perchè sono così pericolose per il tuo blog? SPOILER: potresti inconsapevolmente e pericolosamente metterne già in atto alcune.

Puoi anche ascoltare i contenuti di questo articolo in questo episodio del mio podcast 

Hai mai sentito parlare di “Black hat seo”?
Si tratta di strategie di indicizzazione per scalare le posizioni in SERP, che non sono particolarmente apprezzate da Google e che, dunque, se scoperte dai crawler, penalizzano il tuo blog o sito web.

Nota curiosa sul nome: si chiama Black hat, cioè cappello nero, perché nei film western americani degli anni ’20 gli uomini con i cappelli neri erano da subito identificati come cattivi ;-), quindi SEO Black Hat per un americano vuol dire, da subito, SEO cattiva (e poi non mi venite a dire che esagero quando parlo tanto e sempre di semiotica).

cappello nero e cappello bianco appesi e chiavi in primo piano

Di fatto, quando parliamo di black hat SEO parliamo dell’abuso delle strategie di indicizzazione “buone” come il link building o il posizionamento nell’articolo delle parole chiave, che però vengono forzate andando a detrimento del contenuto e del valore aggiunto da dare al lettore.

Ora farò alcuni esempi di pratiche pericolose di seo black hat.

Tuttavia, in questo articolo non parlerò di tecniche più “complesse” e, per così dire, nerd come il cloaking o il la creazione di doorways, perché non sono molto usate da blogger inconsapevoli.

Descriverò invece le cose che molte e molti blogger già fanno, a volte pensando che non vi siano cattive conseguenze e altre volte in modo inconsapevole.

Partiamo…

Errori di black hat seo causati da Yoast

Come dico sempre nelle mie coaching per blogger, il plugin Seo Yoast è un utile sussidio, un supporto, una risorsa. Ma non deve essere una gabbia e, soprattutto, non è lui l’utente finale che dobbiamo accontentare.
Spesso leggendo le indicazioni che ci dà questo plugin sulle azioni da fare per rendere la SEO “perfetta”, perdiamo di vista il nostro vero interlocutore: il lettore cui dare contenuti utili e gradevoli da leggere e, come intermediario, Google e i suoi crawler insieme agli altri motori di ricerca.

Questi ultimi sono delle intelligenze artificiali che capiscono se il tuo articolo “puzza di SEO”, nel senso che, ad esempio, ripeti pedissequamente la main keyword (anche nelle immagini in cui non c’entra nulla) oppure inserisci delle chiavi correlate del tutto decontestualizzate.
Questa tecnica appena descritta si chiama “keyword stuffing”, che tradotto significa “ficcare le keyword nell’articolo manco fosse un pollo ripieno”.
Ah, la magia della sintesi anglosassone!

Keyword nascoste

argomenti per un blog - blog argoment da tattare

Molti anni fa, quando la mia sola guida sulla SEO e le mie sole competenze in materia erano le indicazioni di SEO Yoast, ho fatto ingenuamente questo errore, proprio per accontentare questo plugin che mi chiedeva di ripetere ancora e ancora la stessa keyword: ho fatto l’errore di inserire la keyword con un font dello stesso colore dello sfondo, di modo che il lettore non lo vedesse.
Praticamente… come cercare di nascondersi dietro una tenda bianca che ti arriva fino all’altezza del ginocchio…
Risultato? 10 punti di penalizzazione in ZA e un anno per recuperare tutto.
E avrei meritato anche di essere arrestata con regime 41bis, secondo me.

Errori nella pubblicazione di Guest post

professioni digitali

Molti blogger guadagnano (anche) attraverso la pubblicazione di link sponsorizzati e su questo tipo di attività, se fatta bene e con valore, non solo non ha controindicazioni ma può unire una fonte di guadagno ai contenuti di valore per i tuoi lettori.
Per sapere come fare Guest Post di valore, leggi questo post.

Tuttavia ci sono molti blog che accettano post sponsorizzati in modo massivo, non conforme ai temi del blog e che, soprattutto, non danno al link inserito l’attributo “nofollow” o, meglio ancora “sponsored”.

Questa rete di link sponsorizzati messi senza strategia, senza pensare al bene dei lettori e dei contenuti, possono fare molto male al tuo blog e alla tua indicizzazione.

Errori nel Link Building

argomenti per un blog - blog argoment da tattare

Anche il link building, pratica molto utile per l’indicizzazione se fatta con criterio, può diventare una terribile arma a doppio taglio.

Tanto per cominciare, il link building nell’indicizzazione di un blog non ha più il valore che aveva anni fa, quando era la principale strategia di posizionamento. Serve se fatto bene ma non è comunque la cosa più importante.

Iniziamo con lo sfatare un mito che ancora molte persone contribuiscono ad alimentare ma che è sbagliato: i commenti e lo scambio commenti non servono per fare link building!
Partecipare a gruppi di reciprocazione dei commenti può servire solo a farsi leggere da altre blogger, a fare sane web PR e a diminuire l’indice di rimbalzo. Ma è consigliabile non partecipare a questi thread commentando con il proprio blog (cioè registrandosi ai vari blog con la nostra url, ma solo con nome e cognome) perché i motori di ricerca intercettano e penalizzano queste attività.

Scopri come fare link building di qualità

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