Errori delle video chiamate di lavoro: ne facciamo tanti, senza saperlo, e non solo nell’abbigliamento. Ecco come evitare i peggiori.
Il mondo ha atteso una pandemia per imparare quello che, nel mondo dei nomadi digitali e dei lavoratori da remoto, è la prassi: l’utilizzo delle moderne tecnologie di video chiamata per fare riunioni di lavoro di gruppo, formazione a distanza, scuola a distanza.
Il tutto è riassumibile come “video chiamata”, che poi ognuno declina sulla base del dispositivo che decide di utilizzare, da skype call, se usiamo skype, a FaceTime, chiamata su Zoom, Google Hangouts, Viber fino al comunissimo WhatsApp e così via.
Fermo restando che tutti speriamo di poter tornare presto al contatto reale, laddove opportuno e possibile, con colleghi e clienti, vorrei adesso parlare di come gestire al meglio le video chiamate di lavoro, che restino relegate a questo periodo dalla durata non ben precisata o che diventino prassi lavorativa.
Ci sono infatti degli errori che facciamo inconsapevolmente e che no, non hanno a che fare con pigiami di pile inquadrati all’improvviso sotto a camicie inamidate, men che mai con gaffe di studenti che insultano i propri prof dimenticando di essere tutti in una grossa camera virtuale.
Parliamo come sempre, degli errori che facciamo verso noi stessi, lavoratori e lavoratrici che si adattano ai tempi e alle circostanze.
Posizione della webcam e della sedia

Chi è abituato alle storie su Instagram sa bene che un’angolatura non è come un’altra. La webcam deve essere posizionata all’altezza degli occhi, sia che la chiamata avvenga da mobile che da computer.
Non è certo solo per non far vedere il doppio mento ma per mantenere una postura corretta durante le call, soprattutto se sono molto lunghe.
E, facci caso, le video call sono sempre molto lunghe. Sempre più del previsto.
D’ora in poi, sempre più aziende opteranno per lo smart working, se non su base regolare, almeno periodica. Questo è positivo per alcuni aspetti ma non rischiamo di sottovalutare la faccenda della salute. Oggi, ogni azienda che assume con contratto nazionale ha il dovere di adibire le postazioni lavorative con sedie e dispositivi atti a non danneggiare la salute del dipendente (tra cui schiena, occhi ecc.). Da domani, con lo smart working, c’è da immaginare che tutto questo sarà sempre più a carico del lavoratore e del suo arredo domestico.
Allenati fin da ora a creare postazioni di video-lavoro salubri.
Orari delle video chiamate di lavoro

Una video chiamata non è una semplice telefonata.
Si tratta di un piccolo meeting, con i tempi tecnici di un incontro vero e proprio. Questo presuppone dei convenevoli iniziali, delle parole di avvicinamento di circostanza, dei saluti e dei commiati.
Il tutto, dunque, rende la video chiamata più lunga. Non esistono “video chiamate al volo”, o “video chiamate veloci per fare il punto della situazione”.
Il punto della situazione veloce lo su può (e a mio avviso lo si deve) fare via mail; un consiglio operativo veloce lo si può chiedere via WhatsApp.
Le video chiamate sono delle riunioni e come tali vanno ponderate.
Dunque, quando fissiamo una video chiamata facciamolo negli orari che avremmo comunemente scelto per una riunione di persona, in cui diamo per scontato di impiegare almeno un paio d’ore.
Una video chiamata, come una riunione, interrompe il flusso delle nostre comuni attività, sia personali che lavorative. Teniamolo sempre a mente.
Occasioni di disturbo

Per una questione di igiene del lavoro e rispetto degli spazi lavorativi, cosa sulla quale, come lavoratrice da remoto da diversi anni punto sempre e di cui spesso parlo, chiediamo a chi vive con noi di non aggirarsi e bivaccare intorno a noi durante una sessione di video call.
Porteresti tuo figlio ad una riunione di lavoro? E se fosse necessario, gli permetteresti di gironzolare intorno al tavolo?
Bene, la risposta la so già e ti consiglio di applicarla anche alle video chiamate di lavoro.
Se non hai nessuno che possa tenere il bambino, non fissare la chiamata di lavoro come non faresti la riunione. Abituiamoci all’idea che il lavoro da casa non è meno “lavoro”; è solo logisticamente diverso da gestire.
C’è da prevedere che lo strumento delle video chiamate di lavoro aumenterà moltissimo nei prossimi mesi, e se non impariamo da subito a gestire spazi virtuali e spazi reali, luoghi biografici e luoghi lavorativi, non basteranno dieci nuove branche della psicologia per gestire tutti i nostri disturbi comportamentali di qui ai prossimi 10 anni.
A tal proposito, è sempre utile la raccomandazione di portare, quando necessario, l’ufficio in casa e NON la casa in ufficio, come consigliato nel mio articolo su come non imbruttirsi con lo smart working.
Con che frequenza ti capita di fare video chiamate di lavoro? Questa frequenza è aumentata ai tempi del Covid e della quarantena?

11 Comments
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Fabiana
“Non esistono video chiamate veloci”…mmm ti posso assicurare che esistono eccome! Ma io sono così rapida a chiudere l’occhiello della webcam e a urlare “il video fa andare giù la connessione, spegnete la webcam”. Purtroppo lavorando in un’azienda è così, come esistono le riunioni lampo, ora ci sono ancora le videochiamate lampo.
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ANTONELLA MAIOCCHI
Mi rendo conto che le videochiamate di lavoro si dilungano tantissimo e rispetto a quello che sarebbero gli incontri di persona. Forse perchè siamo a casa ci sembra che il tempo non sia così importante
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Sara Chandana
Ciao Sabrina, trovo questi consigli veramente utili. Ne farò tesoro. Mi sono ritrovata, nel giro di poco tempo (come molti di noi) a partecipare a video conferenze, ogni giorno. Mi sono resa conto, nelle ultime ore, di non aver posizionato la webcam, altezza occhi. Provvederò stasera.
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Teresa
Questo post è davvero molto interessante e i consigli che vengono dati sono assolutamente utili. Da tenere presente alla prossima occasione!
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Ilaria Fenato
Ne faccio poche, una a settimana e fortunatamente non durano mai più di un’ora. Quindi sono sopportabili e riesco a gestirle bene 😉
Articolo molto utile!
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Raffaella
Lavoro come freelance da tre anni ormai (prima ero in azienda) e le skype call sono sempre state la norma per me. La differenza la noto ora invece che tutti sono in smart working e devono ancora assestarsi e capire come funzionano. Ora sorrido, ma tra un paio di mesi spedisco il tuo post a tutti quelli che mi fanno impazzire. 😉