Sono una travel blogger e non voglio viaggiare gratis

Nel mondo dei travel content creator, che sono chiamati, sempre in via approssimativa, blogger e/o influencer, ma che di fatto sono persone che producono “cose” (storie, video, foto, format), si approcciano persone, talvolta anche di talento, che hanno come obiettivo “viaggiare gratis”.

Ed è così che, dagli obiettivi sbagliati, anche i talenti più forti si perdono nel mare del pressappochismo e della non sosteniblità dei loro sogni.

Ricevo spesso (almeno una volta al mese) messaggi del tipo:

Esempio 1, il più popolare:
“Ciao Sabrina, seguo i tuoi consigli su Instagram e vorrei tanto diventare travel blogger perché il mio sogno è viaggiare gratis”.
(Su instagram do dritte sul lavoro di blogger e faccio consulenze e corsi sulla scrittura per il web da circa 7 anni).

Esempio 2: quello che ci gira attorno ma…
Lettore: “Vorrei aumentare le mie collaborazioni”.
Sabrina: “Ma che tipo di collaborazioni?”
Lettore: “Guarda, vorrei sostanzialmente viaggiare gratis o almeno risparmiare sui viaggi”.

E via di seguito con una serie di messaggi che ho volutamente dimenticato.

E poi si aggiungono anche aziende e agenzie viaggi o entità che fingono di essere operatori del comparto travel che procacciano collaboratori nelle community sui social dicendo “cerchiamo travel blogger e influencer per viaggiare gratis”. Ovviamente cercano sempre solo persone che vendano pacchetti ad amici e parenti in cambio di qualche travel benefit.
E comunque, ricorda sempre che l’ente che ti approccia proponendoti di viaggiare gratis non è serio.
Io te l’ho detto, ora fai come vuoi.

Per spiegare meglio il disagio di un travel blogger a fronte del concetto di “viaggiare gratis”, vorrei fare chiarezza su alcune questioni base.

Un Travel Blogger viaggia gratis?

eremi Imerezia_Itinerario Georgia

Prima cattiva notizia: No. Un travel blogger non viaggia gratis.
E, per favore, chiamiamolo travel content creator così iniziamo a capire anche il peso di un lavoro.
Un travel content creator è prima di tutto una persona che ama viaggiare.
Una persona che nella vita per viaggiare se ne è inventate di tutti i colori.
Tutti i travel content creator che segui, anche quelli che (apparentemente) viaggiano gratis, sono partiti dalla semplice e spasmodica voglia e necessità di viaggiare.
Hanno aperto il blog quando erano, ad esempio, studenti e spendevano in viaggi i soldi dei regali. Erano o sono ancora impiegati che appena possibile partono, a spese proprie, perché spendere in viaggi è più importante che quella scarpa firmata, quel tappeto Ikea, la cucina nuova, ecc.

Poi alcuni di loro hanno iniziato a vivere e lavorare viaggiando e, anche qui, non lo fanno gratis.
Lo fanno in cambio di lavoro.
Dire che un travel blogger di successo viaggia gratis è come dire che un violinista del Concerto di Capodanno assiste gratis al Concerto di Capodanno.

Un travel content creator, a volte, soggiorna in una struttura in cambio di pacchetti fotografici, video e take over sui social. Non basta fare una foto e una storia su Instagram ed è giusto che sia così.

blog di una travel blogger - bilancio sabrina barbante

Poi ci sono i blog tour, che spesso possono essere anche retribuiti, che sono nella realtà meno idilliaci di quanto racconta quella foto con prosecco a bordo piscina che hai visto su Instagram.

Nei blog tour in genere si inizia a lavorare al mattino presto (e chi vede le mie occhiaie ai miei “buongiorno” su Instagram nei blog tour ne sa qualcosa) e si finisce la sera tardi. Del tipo che si torna in camera alle 10.00 e si scarica il materiale sui computer, si montano i video, si programmano i post per il giorno dopo, con alla mano l’elenco di tag e hashtag ufficiali dei partner per evitare problemi diplomatici.
Insomma, un lavoro. Un lavoro bellissimo, certo, lo ammetto, ma un lavoro.

Al che, un wannabe travel blogger confuso potrebbe pensare “Ecco sì, è quello che voglio: viaggiare senza pagare, magari essere anche retribuito e produrre materiale”.

Bene, prima di tutto chiediti se quel materiale lo sai produrre. Se sai fare un video di qualità, un buon pacchetto fotografico, se sai inventare un format utile. E se ti va di lavorare 14 ore al giorno.

Se sì, ok, preparati a lavorare tanto.
Se no, puoi sempre formarti, investire sui tuoi sogni, studiare. Perché il solo modo possibile per realizzare un sogno è svegliandosi.

Leggi come partecipare ai blog tour

Un blog tour… non è un viaggio

trip on the road_with no car

Come detto, i blog tour sono un lavoro che per quanto impegnativo è a mio avviso bellissimo.
Ma i viaggi sono un’altra cosa. E un travel blogger lo sa.

Un viaggio è anche la possibilità di non guardare e non usare il telefono per ore o giornate intere.
Un viaggio è anche parlare con gli sconosciuti senza fotografarli ed è anche, se ne hai voglia, restare chiusi in hotel una giornata intera e decidere di scendere in tuta a farsi un giro solo la sera.

E io amo pagarmi i viaggi di tasca mia perché queste cose sono per me insindacabili in un viaggio vero.

I blog tour sono una parte (fantastica) del lavoro.
Ma il viaggio, quello vero, lo pago io perché la libertà ha un valore ma anche un prezzo. E per me, è il prezzo di quell’hotel al quale non devo fare per forza pubblicità.

Se ami esplorare il mondo, non vuoi farlo gratis.

come la puglia ti renderà felice

Ora, veniamo alla sostenibilità dei tuoi sogni.

Se sogni di viaggiare gratis, fai sogni non sostenibili.
Il comparto turistico ha delle spese, anche molto alte. Credi che sia giusto offrirti una camera d’hotel se non dai nulla di concreto in cambio?
Quando parlo di qualcosa di concreto parlo di qualcosa di economicamente quantificabile e i tuoi follower su Instagram, credimi, non lo sono.
Uno shooting fotografico professionale ha un valore economico e se lo usi come oggetto di scambio, il tuo soggiorno inizia ad essere sostenibile.
Offrirti come aiuto in reception in una casa vacanze che ti ospita per un mese è uno scambio equo e sostenibile e conosco blogger bravissime che lo hanno fatto. Certo, fa meno figo che dire “viaggio gratis in cambio di foto su Instagram” ma, come già detto, se ami viaggiare fai di tutto per viaggiare, non per dire di essere un’influencer.

Se vuoi essere un travel content creator devi amare il mondo e i viaggi. Se ami il mondo e i viaggi non hai, come massima aspirazione, il farlo gratis.

4 Comments

  • Lucy

    Post perfetto! Io scrivo anche di viaggi, e a prescindere dal mio livello non chiederei mai qualcosa gratis, anche per una questione di… come dire… dignità personale 🙂

  • Claudia

    Amen! Purtroppo al giorno d’oggi di travel blogger ce ne sono un’infinità e anche per enti e business vari non è semplice distinguere tra chi lo fa seriamente come professione e chi vuole scroccare e basta!

    • Sabrina - In My Suitcase

      Il punto è che si può anche fare i travel blogger per hobby, ma la gratuità non è un’opzione sostenibile per il turismo. Se non è una trattativa economica, deve esserci almeno uno scambio di valore e noi, suvvia, lo sappiamo bene che una insta story non porta conversioni (a meno che non siamo le ferrigni dei viaggi ma al momento in Italia non ce ne sono).
      Alla piccola struttura ricettiva un post su Instagram non porta alcun beneficio e il blogger/instagrammer lo sa e non deve approfittare dell’inesperienza delle piccole strutture. Io la considero una forma di frode che getta un terribile pregiudizio su tutti i content creator.

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