Cosa vedere a Sarajevo in poco tempo

Cosa vedere a Sarajevo in un giorno o due, se resti poco tempo o, comunque, meno del tempo che vorresti

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Sarajevo è uno di quei posti che lasci con l’idea di non essere mai stata abbastanza, che si tratti di un giorno, una settimana o qualche anno.
Troppe le possibili narrazioni della sua storia, troppe le voci che la descrivono, troppi gli scorci da vedere in troppe fasi del giorno con sfumature e intensità differenti.

Troppe le storie etnico culturali da poter assimilare, troppi gli snodi di storia medievale, moderna e contemporanea in cui la Bosnia e in particolare Sarajevo sono protagoniste.

Allora andiamo per ordine con la sola narrazione che il mio provincialismo mi consente di fare.

Come arrivare a Sarajevo dall’Italia?

Dall’Italia voli diretti per Sarajevo scarseggiano.
Ci sono dei comodi diretti WizzAir da Venezia; per le altre provincie, il tempo di percorrenza in aereo è lunghissimo e comprende scali, per non parlare dei costi.
Con Ryan da Milano è solo possibile atterrare a Banja Luka, trascorrere qui qualche giorno e poi arrivare a Sarajevo con mezzi interni. 

Io sono arrivata a Sarajevo partendo da Mostar, con un bus locale. 

Ce ne sono tutti i giorni, tutto il giorno, con frequenza oraria.
Quindi devi fare tre ore di tornanti nei boschi in altura (Sarajevo è molto più in alto rispetto a Mostar, con conseguente cambio di microclima).

Il mio consiglio è atterrare a Mostar, fermarti uno o due giorni e poi spostarti a Sarajevo per un po’. 

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Ma torniamo a cosa vedere a Sarajevo in poco tempo. 

cosa vedere a sarajevo in un giorno

Sarajevo

Sarajevo è ricca di storia e di tradizioni di culture diverse, ma è anche una città con interessanti esempi di architettura post moderna che richiama le antiche linee di moschee e minareti.
Mentre io e Nadia la Rossa, insostituibile compagna di avventure, eravamo in tram dirette dalla stazione al centro, abbiamo chiesto ad un passeggero “Siamo vicini al centro?” e lui, incurante del provincilismo che mi lega al concetto di “centro” ha risposto
“Quale centro? Ce ne sono diversi”. 

Il famigerato “centro” può essere il quartiere turco, il ponte latino e la biblioteca nazionale, l’area più commerciale, il lungofiume, la zona (o le zone) dei locali più moderni e trendy. 

Se hai poco tempo da trascorrere a Sarajevo, io ti propongo questo itinerario: 


1. Quartiere ottomano (Barscarsija) 

Puoi addentrarti subito nel quartiere turco, nei vicoli alla sinistra del fiume Maljiacka, in prossimità del ponte latino.
La Bosnia ha vissuto una lunga occupazione dell’impero Ottomano e la tradizione turca passa e si manifesta attraverso architettura, cibo nazionale, tantissime usanze che, miste alla tradizione cristiana ortodossa e cattolica creano una bellissima armonia d’anima locale. 

Le stradine con i negozi di artigianato in rame, i vialetti con bazar pieni di tintinnini e incensi ti porteranno in Piazza Sebilj, con una fontana in stile ottomano in legno (è del 1750 ma è stata ricollocata in questa piazza nel 1891).

Proseguendo sulla strada Sarači incontrerai sulla sinistra Gazi Husrev-Begova dzamija, la più importante moschea in Bosnia.
Non siamo entrate perché c’erano molti fedeli all’interno e all’esterno. Né io né la Rossa siamo religiose, ma consideriamo sacri gli spazi intimi e devotivi degli altri, quindi niente, questa moschea la vediamo da fuori e a posto così.
Però ho scoperto che in Bosnia, fuori dalle moschee ci sono bellissime fontane. Oddio, le fontane per tutti i riti purificativi fuori dalle moschee sono un po’ ovunque.
Ma qui ho notato che fanno parte dell’architettura complessiva del luogo di culto. Sono tutte davvero belle e ovviamente questa è tra le più belle.

Gazi Husrev-Begova dzamija sarajevo in my suitcase

2. Mangiare nel quartiere ottomano di Sarajevo 

Se hai fame, fai attenzione ad un dettaglio: il cibo tipico locale è prettamente carnivoro e trattandosi di quartiere turco molti locali potrebbero non servire alcol.
Noi avevamo molta fame e abbiamo avuto la leggerezza di chiedere al primo locale con omino ai tavoli se servissero cibi tipici e ovviamente l’omino ha detto sì.
Il cibo tipico era la tipica carne col tipico pane. Ovviamente alla richiesta “ah ok, scusi allora solo due birre” abbiamo avuto la risposta “we don’t serve alcol”.

Visteci in difficoltà e imbarazzate per la nostra stessa idiozia, l’omino è stato così gentile da portarci (acquistandolo nel locale accanto) un altro cibo tipico locale, la pita pie, fatta di pasta fillo e ripieno di uova e patate (esiste anche la versione con formaggio, spinaci, zucca o vuota ed è un piato tipico delle mamme/nonne bosniache).

Dire che è stato più gentile del dovuto è poco, ma questa nel nostro caso è stata una costante, anche in luoghi non turistici. Burberi/e e gentili.

cibo di strada bosniaco - borek

cibo di strada bosniaco – borek

Ciò detto, se vuoi assaggiare qualcosa di buono, io ti suggerisco:

  • Se sei onnivora, il Ćevapčići, piatto nazionale di tradizione ottomana composto da salsicciotti di carne in una pagnotta con poca mollica, salsa o anelli di cipolla. 
  • Börek – street food molto noto qui, consiste in una focaccia chiusa, ripiena di cose dolci o salate a seconda dei gusti. La vedi in foto, nella mia versione con solo formaggio. 
  • Tufahije – dolce ottomano, a base di mele e noci. 
  • Baklava – torta molto dolce ma anche molto buona, con mele, uvetta e varie variabili (NB: la si trova anche nel quartiere ottomano, ma di fatto è una ricetta di tradizione cristiana diffusa in tutti i Balcani; non conta come dettaglio, ma c’è chi potrebbe farmi questo appunto). 
  • Bosanski Kava – caffè bosniaco. C’è chi lo ama, come me, e chi lo odia. Io  lo amo perché una bevanda legata ad un rito bellissimo, fatto di attese, infusioni, passaggi e… suppellettili bellissimi. 

Per info sul cibo bosniaco Vegetariano, leggi questo post fatto per te!

caffè bosniaco tradzionale - abdurahman-iseiniunsplash

caffè bosniaco tradzionale

3. Nel quartiere ottomano troverai di interessantissimo da vedere e studiare 

  • La Cattedrale ortodossa,
  • La Sinagoga,
  • La Cattedrale cattolica del Sacro Cuore.

(I Balcani hanno circa 400 anni di vantaggio in merito alla convivenza multi religiosa che oggi ci vogliono spacciare come un inconciliabile scontro di civiltà).

Eh, sì, ricordi bene, avevo parlato di una situazione simile anche a Sofia.

bosnian pie in my suitcase sabriabarbante

4. Cosa vedere a Sarajevo: Lungo il fiume Miljacka

Torniamo al fiume e a tutto ciò che esso racconta.
Lungo il fiume Mijiaca, dopo il ponte postmoderno vicino al quale scendere per andare nel quartiere turco, c’è il ben già noto Ponte Latino (quanti ricordano che proprio qui avvenne l’attentato all’arciduca Francesco Ferdinando per mano di Gravilo Princip con tutte le dovute conseguenze?).
Altra cosa interessante sul lato sinistro del fiume è la biblioteca Vijecnica, in stile moro, uno dei simboli della città.

Sempre seguendo il fiume, percorso consigliato verso le prime luci del tramonto e fino a sera:

biblioteca Vijecnica Sarajevo In My suitcase

  • Edificio delle Poste Centrali,  il più importante edificio dell’era austro-ungarica, che venne completamente distrutto all’inizio della guerra nel 1992 e ricostruito nel 2001.
  • Likovna Akademija, accademia di belle arti,
  • la sinagoga Ashkneazy, terza più grande in Europa.

Deviazione dal lungo fiume: la Veliki Alifakova è una  strada che si trova alla destra del ristorante Inat Kuća, tipico nell’arredo e nei piatti, tra i più famosi a Sarajevo. Su questa salita fatta di pietre tonde (che di certo hanno un nome che io ignoro), arriverai ad uno dei numerosi cimiteri di Sarajevo.
Tutta la mia avventura bosniaca mi ha portata a constatare l’incredibile numero di cimiteri, con stele nuove, bianche, non intaccate dal tempo.

Tale candore è dovuto alla giovane età dell’oltre 70% delle lapidi e dei cimiteri in genere, datate tra il 1993 e 1997.

Altro non dirò in merito, come poco amano dire gli autoctoni a chi è di passaggio, e mi perdonerete se non vedrete foto di questi posti su questo blog. Ne ho visti diversi, di cimiteri, (impossibile che ciò non avvenga), anche soffermandomi qualche tempo. Ma foto non ne ho fatte. Come ho scritto nel post Perché andare  nei Balcani, leggere non basta a volte. Bisogna andare.

Ma posso dire che da qui, dalla parte più alta di questa strada c’è, al crepuscolo e la sera, una delle visuali più belle della città di Sarajevo.

sarajevo dal cimitero - in my suitcase

 

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