Generatore di articoli; perché non è consigliabile per blog e siti web

I generatori automatici di contenuti scritti, per il web ma non solo, sono una deriva pericolosa per la creatività, il libero pensiero, lo sviluppo dell’intelligenza critica, ma su questo aspetto più etico e di caratura sociale e politico ne parlo meglio a fine articolo. 

Adesso, da blogger professionsta e come guida di decine di persone che hanno messo o rimesso in piedi il loro business grazie ai loro progetti narrativi online, voglio spiegarti bene i motivi per cui i Content Bot possono essere un grande pericolo per i blog, pur presentandosi come la soluzione alla mancanza di tempo, di idee e persino di ispirazione. 

Io sono Sabrina Barbante, blogger di professione, SEO strategist e blogging coach.

 

Ho scritto e pubblicato il manuale OLTRE LA SEO, che spiega come raggiungere un enorme numero di persone e come far tornare e affezionare il pubblico che hai raggiunto grazie alla SEO. 
Soprattutto, parla dell’importanza dell’etica, dei valori e dell’umanità nella creazione dei tuoi contenuti online.  

 

Cosa sono i generatori automatici di contenuti

I content bot, generatori di testi scritti per varie funzioni, sono dei siti e/o delle app che generano dei testi di varie lunghezze, anche very long form, per diversi scopi, a seconda delle impostazioni date dall’umano (o quel che ne resta). 

Tramite quella che si auto definisce AI, intelligenza artificiale, ma che in realtà non è che un meccanismo di raggruppamento di tipologie di contenuti già sparsi nel web e associazione di tipologie di testo per creare contenuti con caratteristiche simili, i content bot creano in pochi minuti e in pochi click dei testi che definiremmo, ad un’analisi molto superficiale, simili a quelli che potrebbe creare una persona. 

I content bot sono entrati solo di recente nel dibattito del content marketing in Italia, creando opinioni polarizzate, per ovvi motivi, sulla loro etica e sui rischi del loro utilizzo. 

Infatti i content bot possono facilmente essere usati per generare fake news, articoli manipolativi dell’opinione pubblica, ovviamente facendo base sulla scarsa capacità di fact checking dei lettori. 

Ma in questo spazio, oltre a parlare dell’etica nella creazione dei contenuti sul web, parlo anche di blogging e dunque ora ti spiego meglio quali sono…

I pericoli dei content bot per i blogger

anteprima blog su tablet

Puoi anche ascoltare i contenuti di questo articolo in una puntata del mio podcast Content-e Noi. 
Ogni sabato mattina, una nuova puntata per parlare di blogging, scrittura sul web, etica del content marketing.

Per quanto i content bot possano apparire come gli “anti blogger”, chi conosce questo mondo bene e dall’interno sa che spesso i blogger vorrebbero scrivere di più, ma non hanno tempo (e prometto che a fine articolo ti indico dei modi per scrivere di più e più in fretta, senza content bot). 
Oppure, ci sono aziende e liberi professionisti che sanno quanto un blog possa aiutare ad avere più traffico e quindi a vendere più prodotti online, aumentare la propria reputazione e autorevolezza, fare branding e posizionamento sul mercato… ma sanno anche che i copywriter e ghost blogger hanno un costo. Dunque, anche loro possono sbagliare pensando che i content bot possano essere una soluzione… ma sono invece un enorme rischio se usati come “facile soluzione”. 

Rischio penalizzazioni da Google

Cattedrale al tramonto

Se in Italia si parla di content bot da relativamente poco tempo, negli USA e nel mercato globale del content, il fenomeno è vecchio e i motori di ricerca hanno già preso provvedimenti, ad esempio con l’ultimo Update di Google, il così detto Helpful Content Update. 

Nel lancio del helpful content update Google ha chiaramente spiegato che, essendo anch’esso sempre più emulativo delle Intelligenze Artificiali, è ormai in grado di distinguere articoli scritti da “humans for humans” (da umani per umani) e articoli scritti da macchine. 

Ovviamente, questo ultimo aggiornamento promette di valorizzare i contenuti generati da umani e, va detto, nonostante tutti i suoi difetti, quando Google promette qualcosa, in genere la mantiene. 

Attenzione, perché non solo i content bot rischiano di creare contenuti che non verranno particolarmente premiati e valorizzati da Google ma si rischiano anche grossissime penalizzazioni, a causa della statisticamente ovvia creazione di contenuti duplicati. 

sabrina al computer al mare

Basta fare un esperimento e creare un articolo sullo stesso topic, dando le stesse indicazioni al bot, da due dispositivi diversi, per vedere la creazione di due articoli quasi identici. 
Sai cosa vuol dire questo?

Che è statisticamente ovvio che genereremo, con i content bot, degli articoli con parti anche importanti di testo già scritto e pubblicato da altri, e questo, ogni blogger e copywriter esperto lo sa e le aziende è bene che lo sappiano, comporta penalizzazioni, cioè i nostri contenuti non saranno più indicizzati e perderanno posizioni in serp. 

E ricordo che anche paragrafi troppo simili in due lingue diverse sono considerati contenuti duplicati.  

Attenzione ai Guest Post creati con IA e content bot

aumentare il traffico blog

Consiglio in più per i blogger professionisti che lavorano anche publicando Guest Post con link a pagamento (in un articolo ho spiegato bene cosa sono i Guest Post). 

Alcune web agency che fanno campagne massive di link building per i loro clienti, utilizzano content bot per creare anche gli articoli che manderanno a voi, per risparmiare sui costi dei copy writer, ahimé già pagati spesso meno di una miseria. 
Pubblicare questi post può essere un rischio per i motivi di cui sopra, quindi vi consiglio di

  • Dire chiaramente alle web agency con cui partono collaborazioni che non accettate articoli creati da content bot e che siete in grado di fare un check di questo tipo;
  • Fare effettivamente un controllo accurato
  • Revisionare e aggiungere elementi della tua strategia narrativa per rendere unici anche i Guest Post a pagamento. 
  • E fatevi pagare bene questi Guest Post perché, come ho già spiegato, sono un rischio di impresa per un content creator. 

Creare articoli con i content bot: davvero un risparmio di tempo?

come-diventare-blogger-e-guadagnare-1-1

Dal momento che ogni articolo generato da un bot, prima di essere pubblicato e al fine di non comportare penalizzazioni per un blog o sito web deve essere modificato, bisogna fare precedentemente lo studio della giusta parola chiave e dell’intento di ricerca, bisogna fare il check di eventuali paragrafi duplicati e scritti già su altri siti, stiamo realmente parlando di un risparmio di tempo? 

Ovviamente no. Per fare quanto sopra serve non meno di un’ora. 
Sei davvero certa di non poter scrivere un nuovo contenuto di qualità in un’ora?

Questo articolo l’ho scritto e pubblicato in mezz’ora o poco più, cronometro alla mano, in treno verso Bari, e sai perché? Perchè è un topic che conosco molto bene e ho una struttura argomentativa standard che mi aiuta a raccogliere velocemente le idee (e ovviamente perché scrivo per lavoro da una vita). 

Ecco una serie di consigli per quando vogliamo o dobbiamo scrivere ma abbiamo poche idee e poco tempo. 

  • Scrivi su qualcosa che conosci benissimo, 
  • Scrivi articoli lista basati sulla tua esperienza (esempio: 5 cose che avrei voluto sapere prima di diventare [nome della tua professione])
  • Usa le mie tecniche di scrittura veloce
  • Scrivi articoli cumulativi che partano da contenuti già scritti, come spiego qui 

Il vero rischio dei content bot, per noi come persone e non solo come blogger

lavorare come blogger

Ormai il mondo del web segue sempre la stessa drammaturgia, da troppo tempo: ecco il tool taldeitali che ti permetterà di creare cose in poco tempo, fare soldi subito, diventare famoso con poco e via dicando. 

Non mi stancherò mai di ribadire che niente (ma proprio niente niente) si può fare gratis, in poco o zero tempo, senza controindicazioni. 

Viviamo su Internet, entriamo e usciamo da siti e app (cioè macchine) alle quali noi, umani, dobbiamo dimostrare di non essere robot. 

Ricordiamo sempre che le intelligenze artificiali cercano di perfezionarsi imitando la nostra, di intelligenza: rendiamola ancora degna di essere imitata, non regaliamola solo ad app e algoritmi. 

La scelta di non usare scorciatoie, sul web come nella vita, è una scelta che non riguarda più solo l’etica personale ma anche l’evoluzione del nostro stesso cervello. 

 

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