I motivi per visitare Parigi non si contano.
Fa così tanto parte dell’immaginario dei viaggiatori europei, proprio come Londra o New York, da farci sentire incompleti finché non la vediamo, decidendo poi se amarla o odiarla o… se decidere man mano.
Come ben sanno gli amanti della storia, dell’architettura, della storia del costume, della storia politica, e come ben sanno soprattutto i fan di Lady Oscar, a venti chilometri e qualche minuto di treno da Parigi, c’è una località chiamata Versailles, la cui identità storica è legata alla sua Reggia e ai suoi abitanti.

Versailles, ph. Nikolay Maslov, unsplash
Primo fra tutti, colui che ne comandò l’edificazione e che la popolò del suoi servi reali e morali, il Re Sole. Fra le ultime ad abitarla, Maria Antonia Josepha Johanna von Habsburg-Lothringen, arciduchessa d’Austria, principessa reale di Germania, Ungheria, Boemia, Toscana, Croazia e Slavonia, delfina di Francia, duchessa di Berry e regina dei Francesi. Per gli amici e per i nemici, Maria Antonietta.
La grande reggia è aperta al pubblico e ogni anno lascia a bocca aperta milioni di turisti, ma credo che per comprenderne davvero la storia, il pregio e la rilevanza nel nostro senso dell’estetica e anche nello sviluppo della politica degli anni successivi, sia necessario fare delle raccomandazioni e dare dei piccoli consigli ai viaggiatori:
Primo fra tutti:
Per visitare Versailles, conosci Maria Antonietta e la sua epoca, trattenendo i giudizi morali

Scena da Marie Antoniette, di Sofia Coppola.
L’ immagine controversa e la tragica fine di Maria Antonietta hanno molto sedotto l’immaginario artistico e letterario. Rivalutata, rivisitata, la figura di Maria Antonietta è diventata un’icona di stile, un personaggio riletto in chiave pop con successo, basti pensare al grande successo della pellicola di Sofia Coppola ispirata proprio alla regina austro-francese.
Maria Antonietta amava l’eleganza, dettava mode in tutta Europa, entrando di diritto nell’alveo delle prime vere grandi influencer della storia (insieme a Cleopatra, Sisì ed Elisabetta I d’Inghilterra).
Sempre più storici concordano sul fatto che non fosse il personaggio frivolo e spietato descritto dai pamphlet rivoluzionari o dalle maldicenze della corte. Non fu la regina crudele che invitò sarcasticamente il popolo senza pane a “mangiare brioches”, ma un personaggio molto più complesso, che ancora oggi ci affascina con il suo stile e le sue contraddizioni .
Giovane, bella e molto brillante, Maria Antonia sposò molto presto il delfino di Francia, futuro re Luigi XVI, meno che adolescente e poco più che bambino, non di bell’aspetto e abbastanza socio-emotivamente involuto. Il matrimonio venne celebrato per suggellare l’Alleanza tra Impero Austriaco e Francia in chiave anti-inglese e anti-prussiana.
Quindi, la delfina si trasferì a Versailles, costruita quasi un secolo prima della sua poco invidiabile fine, per rappresentare un mondo lontano dal mondo, nel quale la “corte del re” fosse il solo parametro di distinzione tra bene e male, giusto e ingiusto.
Non vi era molto spazio per la consapevolezza socio politica e per la geografia del sottosviluppo, a Versailles.
Anche dopo la Rivoluzione Francese, le decapitazioni e il Terrore, Versailles rappresentava ancora un modello imitato dai reali di tutta Europa.
Troppo grande per visitarla tutta, impariamo a dare peso ai dettagli

Versailles, interiors, ph Jenna Beekhuis, unsplash
Il sito è talmente vasto che un giorno intero non è sufficiente per visitarlo tutto ma è comunque possibile ammirare molto dello splendore del palazzo, oggi riconosciuto come patrimonio dell’umanità UNESCO.
Prima di tutto ti consiglio di prenotare anticipatamente la visita, in modo da saltare la fila, entrare più velocemente e godere della bellezza del luogo in tutta tranquillità. Questo diventa necessario se si vogliono visitare gli appartamenti privati dei sovrani, non sempre aperti al pubblico; questi raccontano davvero tantissimo di un’epoca ma non solo. Ci raccontano anche molto sul nostro modo di percepire il lusso ancora oggi.
Si può passeggiare nella sontuosa Galleria degli Specchi e ammirare lo splendore del Grand Trianon, la “depandance” regale che il Re Sole fece edificare ad opera dell’architetto Hardouin Mansart.
Questo palazzo elegantissimo, dalle dimensioni decisamente più ridotte rispetto al corpo principale della reggia, si distingue per l’atmosfera intima e raccolta. Vicino vi sorge anche il Piccolo Trianon, piccolo palazzo reale in miniatura, fatto edificare da Madame de Pompadour, il luogo più amato da Maria Antonietta.
La costruzione era infatti un’oasi di pace, uno spazio in cui rifugiarsi e tenersi lontani dall’etichetta e dagli obblighi e dagli intrighi della corte francese.
Ben due donne di gran potere hanno amato questo “piccolo” luogo, e ciò è sintomo del fatto che era per tutte talvolta vitale trovare un angolo di silenzio, lontane da amanti, amanti degli amanti, consiglieri politici, corpetti stretti, parrucche pesantissime e scarpe minuscole.

Versailles, ph. Celine Preher, unsplash
Le regole che i membri della casa regale dovevano seguire scrupolosamente erano infinite ma non erano casuali: il Re Sole aveva architettato, quasi un secolo prima, un complesso meccanismo psicologico (che ha poi fatto scuola in diverse corti europee e anche in molti ambienti politici attuali) che portava i favori del re come unica fonte di interesse (e anche di sostentamento) e che dunque metteva le centinaia di persone che vivevano a corte l’una contro l’altra.
Anche Maria Antonietta, suo marito e anche le sue più note rivali, tra le quali la famosa Madame Du Barry, la Favorita del Re Luigi XV, erano a loro modo ingranaggi di un giogo nato decadi prima.
Bella, affascinante e intrigante, Madame Du Barry seduceva Parigi, si dedicava al mecenatismo e pare che si dilettasse molto nel gioco delle carte, in particolare nella variante del Vingt-et-un, molto amata all’epoca.
Osserva bene i giardini (anche i piccoli cortili secondari)

Watermill Cottage Hameau De La Reine Marie Antoinette
Maria Antonietta, soprattutto negli anni più maturi e dopo l’entusiasmo iniziale, a questo gran nell’ambientino poco pacifico preferiva la quiete della natura e la riservatezza, trascorrendo del tempo nel rifugio intimo del Petit Trianon.
Appassionata di botanica e di giardini all’Inglese, fece ridisegnare i giardini del palazzo.
La sua ricerca di tranquillità e di una vita alternativa rispetto a quella della corte la portò a costruire un piccolo villaggio, l’Hameau, recentemente ristrutturato e aperto al pubblico, a soli 2 chilometri dal complesso centrale della reggia.
La regina voleva gestire la sua personale azienda agricola, tenersi in contatto con la natura e gli animali della fattoria; era di tendenza di quel periodo riscoprire e rivalutare la vita del contadino e tornare alla “natura”.
Va da sé che questa volontà di darsi all’agricoltura e all’allevamento fosse portata avanti con uno spirito un po’ naïf e il piccolo villaggio regale era decisamente lontano da un villaggio contadino della provincia francese dell’epoca.
Le dodici casine del villaggio erano infatti accoglienti e ben curate, arredate con gusto, così come curatissimo era anche il piccolo laghetto, sormontato da una piccola torre.
È curioso visitare un luogo simile, che sembra uscito da una favola o meglio, dalla fantasia di una regina in cerca di una fuga.

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Questo post contiene link che provengono da partnership con aziende private.
Ciò detto, inserisco nei miei post solo link in linea con il testo e che ritengo utili per lettrici e lettori.
2 Comments
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Simona
La vita di Maria Antonietta non passa di certo inosservata. Molte sono le teorie che la vedono protagonista, chi la dipinge come una tiranna e chi invece non la condanna del tutto. Versailles non può essere che collegata alla sua figura ma questo non deve offuscare la mente di chi si appresta a visitare tale meraviglia, perché alla fine una vera meraviglia è. Posso solo immaginare l’infinità di dettagli e particolari disseminati ovunque!
Raffaella
Quante verità in questo post dedicato ad una località che dovrebbe essere da sola una destinazione turistica e invece, proprio per la sua posizione, viene solo presa in considerazione come escursione giornaliera da Parigi. Dal palazzo ai giardini, dalle collezioni ai piccoli dettagli Versailles brilla di luce propria e rappresenta una meta imprescindibile per gli amanti della storia e dell’arte.