Lo stato serbo invita gli stranieri a vaccinarsi in Serbia, dando il via al trend del turismo vaccinale
Il caso: Il presidente Serbo Aleksandar Vučić, data la notevole disponibilità di vaccini e l’avanzamento della campagna vaccinale serba, seconda per velocità solo al Regno Unito, a partire da gennaio ha distribuito massive dosi di vaccini ai paesi balcanici limitrofi e ha invitato i cittadini degli stati confinanti a prenotare la propria dose di vaccino attraverso un apposito ed efficiente sistema informatico.
(NB: Fino a poco più di 20 anni fa questi paesi erano impegnati in una terribile guerra fatta di nazionalismi e odio etnico che ha segnato parte della memoria e mentalità collettiva anche oggi).
Non pago, il governo ha ampliato il raggio di comunicazione, invitando tutte le persone provenienti da altri paesi, anche senza alcun permesso di soggiorno (quindi turisti) a vaccinarsi in Serbia.
Di fatto, dunque, chiunque può prenotare la propria dose, scegliendo anche la marca del vaccino (disponibili dosi di AstraZeneca, Sputnik, Pfizer e del cinese Sinopharm). A fine articolo ti do alcune indicazioni in merito alla semplicissima procedura, per chi accarezza l’idea di farsi vaccinare in Serbia.
Ma prima capiamo alcune cose:
Perché in Serbia ci sono così tanti vaccini?
La Serbia da diversi anni implementa una tattica di diplomazia internazionale che alterna accordi con l’Europa e tentativi di avvicinamento all’UE, alleanze e accordi con la Russia e adesso, dall’inizio della pandemia, anche con la Cina.
Sappiamo che la strategia di diplomazia internazionale cinese, dall’inizio del 2020, è passata dalla fornitura di mascherine prima e di vaccini dopo; inserendosi nello scenario serbo la Cina potrebbe giocare un ruolo fortissimo nei Balcani, e l’Europa pagare cara la lentezza con la cui ha sempre gestito i processi di avvicinamento all’UE per i paesi di Balcani e Est Europa.
Sta di fatto che ad oggi la Serbia è riuscita non solo ad avere accordi per massicci approvvigionamenti vaccinali, tanto da poterli erogare anche per gli stati limitrofi e per i turisti, ma anche a gestire la campagna vaccinale con un sistema di prenotazioni efficiente e veloce.
I politici di maggioranza e opposizione hanno fatto la loro scelta del vaccino da inocularsi proprio sulla base delle proprie tendenze politiche, come fosse una forma di campagna elettorale intramuscolare, per cui, ad esempio, la leader liberale nonché prima ministra Ana Brnabić, più filo-europeista, ha scelto Pfizer-BioNtech (cordata USA-Germania), mentre il presidente del parlamento Ivica Dacic, socialista, strizza l’occhio alle sue preferenze russe con Sputnik.
Il discusso presidente Aleksandar Vucic invece ha scelto per il sé il vaccino cinese, motivando di volersi vaccinare con il siero riservato alla popolazione e dall’altro promettendo alla Cina un alleato per i prossimi anni.
Si avvierà un nuovo turismo vaccinale?
C’è da scommettere che i paesi che avranno più snellezza nella gestione dei vaccini saranno i primi a respirare un po’ dal punto di vista economico e, ovviamente, turistico.
La Serbia si sta già imponendo come modello, per cui i pochi paesi che riusciranno ad avere più dosi disponibili, sfrutteranno volentieri questa occasione per dare una sferzata positiva al comparto.
Ma sappiamo bene che il nocciolo ella questione non è solo il turismo.
Sono tutti gli equilibri politici e geopolitici internazionali a giocare, in queste settimane, sullo scacchiere dei movimenti delle dosi e dei nuovi sieri immessi sul mercato.
Ma è bene ricordare che la vaccinazione massiva non significherà calo automatico dei contagi finché non si raggiungerà l’immunità della maggior parte della popolazione. E anche in questo, la Serbia è esemplare.
Già il presidente ha affermato che la scelta di erogare dosi in primis ai paesi limitrofi è legata alla consapevolezza che la Serbia stessa sarà davvero fuori pericolo solo quando tutti gli altri paesi avranno la così detta “immunità di gregge”. Saggia considerazione e indubbia verità.
Ma è importante che alla campagna vaccinale si affianchino misure cautelari necessarie finché l’immunità non è effettivamente raggiunta.
Avanti con i vaccini… ma anche con i contagi
La Serbia non è un caso da tenere presente solo per il successo della campagna vaccinale, per la gestione della diplomazia e geopolitica dei vaccini e per l’idea interessante di creare un corridoio di turismo vaccinale; la Serbia è anche esempio di come la vaccinazione massiva non è garanzia di calo dei contagi (per i pochi che ancora avesser dubbi in merito).
Infatti nel paese balcanico sono aumentati anche i contagi, nelle ultime settimane. Un rallentamento netto delle misure restrittive ha visto il proliferare di eventi pubblici, feste private (anche clandestine), concerti e assembramenti simili a quelli diffusi in Italia (e nel resto del mondo) la scorsa estate.
Lo stesso personale medico sanitario serbo sta chiedendo una nuova stretta nelle misure restrittive per permettere alla campagna vaccinale di avere degli effetti positivi reali sulla gestione dei contagi e il rapporto tra contagi e guarigioni.
Come vaccinarsi in Serbia
Ad oggi, sul sito dell’ambasciata italiana a Belgrado , è possibile avere maggiori informazioni sulla procedura, che di per sé è semplice, se non fosse per il fatto che il sito governativo dal quale si fa la prenotazione vera e propria è solo in lingua serba.
Dal portale governativo eUprava puoi riempire un modulo, un breve questionario, in cui manifesti il tuo “interesse”.
Lasci dunque e-mail e cellulare e attendi che ti arrivi la segnalazione di una data in cui ti sarà possibile farti inoculare la tua dose di vaccino (puoi anche scegliere la marca che preferisci, pensa te…) con l’indicazione della struttura nella quale ti potrà essere somministrata.
Una volta lì, dovrai firmare dei moduli di autorizzazione, ma la burocrazia è ridotta al minimo.
Come accennavo, avrebbe senso tradurre questo sito in tutte le sue parti almeno in inglese: non abbiamo tutti amici e colleghi serbi che ci possano aiutare nella comprensione e compilazione di un modulo. Ok Google translator… ma stiamo pur sempre dando la disponibilità a farci iniettare un vaccino creato in meno di un anno, in un paese straniero.
E tu, andresti in Serbia per vaccinarti?
Che cosa ne pensi dell’idea della crescita del turismo vaccinale?
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