Pogo Sticking: cosa è e come evitarlo

Il pogo sticking è, nel linguaggio del web e della SEO, l’azione di cliccare su un contenuto della SERP dopo aver fatto una ricerca sul Motore di ricerca e, insoddisfatti o non del tutto soddisfatti, tornare nella serp e guardare anche altri risultati.

Come fare in modo che il tuo blog post sia l’ultimo risultato letto e far andar via i lettori senza il bisogno di ulteriori ricerche? Ti svelo alcuni trucchi e buone pratiche.

Ma prima, un po’ di sano approfondimento e formazione.

Perché il Pogo Sticking... ha questo nome?

immagine anni cinquanta di ragazza sul pogo stick

Il Pogo Stick, anche detto in Italiano bastone pogo o “salterello” è un gioco per bambini nonché attrezzo sportivo che serve per saltare in posizione eretta grazie ad un bastone a molla, il pogo, appunto.

Chi lo utilizza, salta in avanti e torna indietro ed è per questo che il lessico del web, anglosassone e per questo molto basato su immagini e metafore, ha usato questa parola per indicare il saltellare avanti e indietro nella SERP, finché non si trova la giusta risposta, la più esaustiva, al proprio intento di ricerca.

Puoi anche ascoltare i contenuti di questo articolo in questa puntata del podcast CONTENT-e Noi

Che differenza c’è tra Pogo Sticking e Bounce rate?

I veterani dell’universo SEO ricorderanno il vecchio Buonce Rate, indice di rimbalzo: con quest’altra metafora si indicava la velocità media con la quale il lettore abbandona i nostri post, la velocità con cui gli utenti “saltano fuori” dal nostro sito dopo esservi atterrati.

Uso l’imperfetto perché, come detto in un articolo sugli ultimi update importanti di Google, adesso non si parla più di indice di rimbalzo ma del suo speculare negativo “tempo di permanenza”.

Google Analytics e Search Console non ci danno più il risultato del rimbalzo (cioè più il valore è alto, più è negativo) ma il tempo di permanenza e interazione (più il valore è alto, più è positivo per il nostro posizionamento).

Ma tra pogo sticking e bounce, c’è grande differenza, parliamo di due tipi molto diversi di “rimbalzo”.

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Il bounce rate, cioè la velocità con cui le persone lasciano il nostro post dopo averlo trovato in serp, dipende da tante cose che non hanno a che fare con il Pogo Sticking.
L’indice di rimbalzo alto, ad esempio, dipende dalla presenza, nell’articolo, di grossi muri di parole e poche immagini, dalla scarsa divisione in paragrafi (quindi una scarsa user experience che allontana i lettori), dipende dal fatto che un utente si accorge subito che l’articolo non risponde affatto al suo intento di ricerca.
Può dipendere persino da improvvisi pop-up e interstiziali intrusivi (pubblicità, pop up che invitano ad iscriversi alla newsletter) e, ovviamente, il tasso di rimbalzo alto dipende anche molto dalla velocità di caricamento, non a caso un core web vital, cioè un aspetto vitale per il nostro blog.

Invece il Pogo Sticking dipende da altri fattori.

Se un lettore legge il tuo articolo e non interrompe la ricerca, ma continua a leggere anche altri risultati della stessa query (cioè della stessa ricerca fatta su Google per arrivare al tuo articolo), è perché la tua risposta non è stata del tutto esaustiva.

Hai dato delle informazioni che, per qualche motivo, al tuo lettore non sono bastate.

Se questo fenomeno non è immediatamente e necessariamente penalizzante, l’inverso, cioè l’essere l’ultimo post letto per una query, può far salire di moltissimo la tua autorevolezza e la tua posizione in serp, aumentando moltissimo il tuo traffico.

Come evitare il pogo sticking sui blog post?

anteprima blog su tablet

Come far sì che il tuo risultato non porti i lettori a cercare ancora altre risposte? Come essere se non la prima almeno l’ultima risorsa letta per una determinata query?

Alcuni dei consigli utili per evitare il pogo sticking sono simili a quelli per diminuire il bounce rate, altri invece vanno oltre o sono del tutto diversi.

Ecco alcuni modi per far sì che il tuo risultato sia l’ultimo della ricerca

  1. Fai bene lo studio dell’intento di ricerca (tutta la SEO, pogo sticking compreso, parte da qui)
  2. controlla le parole chiave e ricerche correlate proposte dallo stesso motore di ricerca a metà e fine della prima pagina della SERP e accertati di rispondere chiaramente  a più domande e ricerche correlate possibili. 
  3. controlla i primi risultati per la tua main keyword e anche per un paio di keyword secondarie e correlate e accertati di scrivere un articolo con delle informazioni in più, e più lungo. 
  4. Fai una chiara e buona paragrafazione
  5. Usa elenchi puntati e, per articoli long form, table of content interattive

Avrebbe senso dirti anche di migliorare il più possibile i Core Web Vitals, cioè la velocità di caricamento sia da mobile che da desktop, evitare pop up e interstiziali intrusivi (pubblicità che sbucano fuori all’improvviso), ma queste sono cose sempre utili soprattutto per non far scappare le persone dal tuo post e dal tuo sito web, indipendentemente dal loro bisogno di avere altre informazioni oltre a quelle che hai saputo dare tu.

Ti sei mai chiesta quante e quali cose puoi fare con il tuo blog? 
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