Lavorare da casa: dettagli di design che salvano salute e produttività

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Una cosa che accomuna di lavoratori freelance da postazione remota è la possibilità di scegliere da dove lavorare, a seconda della propria geografia biografica.

Bello vero?
Sì, confermo. È bello, anzi bellissimo. Attenzione alle favole, però.

Siamo tutti allineati su quanto sia per molti aspetti un privilegio l’essersi sudati la possibilità di lavorare comodamente da casa (ma di questo “comodamente” ne parliamo tra un attimo) oppure da un locale pubblico, magari una di quelle confortevoli caffetterie con wi-fi e poltrone in cui sedersi per ore consumando un frappuccino.
Per non parlare dell’impagabile vitalità dei coworking – ma quelli fatti bene – o ancora, nei più sperduti e affascinanti angoli del mondo, mentre si visitano luoghi che la maggior parte delle persone può godersi solo grazie a Licia Colò.

Tuttavia ricorda sempre che, al di là della fantasia c’è la realtà e per essere produttivi e concentrati non basta avere un laptop leggero men che mai solo una scrivania per computer. 

Anche se sei nomade digitale, quindi abituata ad una certa flessibilità, ricorda che il tuo luogo di lavoro deve essere comodo, confortevole e organizzato al meglio.

Questo non solo per una buona concentrazione ma anche e soprattutto per tutelare la tua salute, dal momento che, se sei anche freelance, non avrai aziende tenute a farlo al posto tuo.

La postazione: anche se è a casa è uno spazio di lavoro

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La prima cosa da tenere in considerazione è che, anche se ci troviamo a casa nostra, la nostra postazione sarà una postazione di lavoro. Dovrà avere, prima di tutto, una organizzazione razionale: computer, tastiera e mouse saranno i protagonisti, sulla scrivania, ma devono esserci, a portata di mano, anche un quaderno o un blocco e qualche penna, matita o pennarello di colori diversi per prendere appunti e note.

Può sempre capitare di ricevere una telefonata o di fare una videochiamata, e dover prendere degli appunti: Una scrivania ampia e non affollata di oggetti se non quelli strettamente necessari è un punto di partenza per poter lavorare comodamente.

E la macchina fotografica, e i cavetti, e il carica batterie, e gli hard disk?
Il mio consiglio è di lasciare uno spazio ampio e pulito per le cose che usi sempre, quando lavori (nel mio caso computer, telefono e fogli per appunti).
Poi crea un sistema di contenitori, cassettini in cui mettere tutti questi altri accessori che usi spesso ma non sempre.

E che luce sia!

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Lampada da scrivania e luce diretta. rich tervet, unsplash

Secondo punto, l’illuminazione: cerca di fare in modo che la scrivania sia esposta alla luce del giorno, vicino a una finestra ampia e soleggiata. Questo sarà utile anche nella bella stagione, perché potrai così anche goderti un po’ di aria fresca per arieggiare il locale perché l’aria viziata non solo è poco piacevole, ma rende anche meno lucidi.

E per quando il buio arriva presto? Procurati una bella sorgente luminosa, con luce calda e rivolta verso l’alto, in modo da dare una illuminazione omogenea e riposante all’ambiente.

Regalati il comfort! 

ph. luca bravo, unsplash

ph. luca bravo, unsplash

Tra gli errori da non fare se sei lavoratore da casa e/o nomade digitale, è credere che ogni sedia, scranno, trespolo vada bene.
Il comfort non è solo un vezzo ma un modo per essere più produttivi più a lungo. Mantenere una postura corretta è fondamentale per lavorare bene, respirare bene, dormire bene. Una sedia da ufficio moderna e comoda, con lo schienale regolabile e studiata ergonomicamente potrebbe essere una spesa di grande aiuto al tuo benessere: stare comodi evitando posture faticose e innaturali è importante per il benessere di schiena, cervicale, per evitare mal di testa e per tenere alta la produttività.

Attenti al letto (e al divano).
Molti pensano che comfort equivalga a lavorare stesi/spaparanzati sul divano o sul letto. Niente di più sbagliato.
L’abitudine di lavorare sempre sul divano o sul letto, mi dispiace dirlo, ma è assolutamente tossica. Sia perché si tengono posizioni che mettono in difficoltà cervicale, cassa toracica e diaframma e tunnel carpale ma anche perché si irrompe con le beghe di lavoro in luoghi deputati ad accogliere altro.
A letto si dorme e si fa l’amore.
Sul divano si guardano film e serie tv e si leggono libri sorseggiando tè e vino (e si fa l’amore).
Sulla scrivania si lavora. (e ogni tanto si fa l’amore).

Costruisci il tuo spazio ideale 

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ph. Arnel Hasanovic, unsplash

Ogni spazio di lavoro di un nomade digitale o di una persona che lavora da casa è a suo modo unico perché unico è il lavoro e il modo di lavorare di ogni singolo membro di questa tribù.

Se lavori molto con computer ma anche con il telefonino, ad esempio, potrebbe servirti un porta cellulare di altezza regolabile, di modo da non incurvare il collo o sforzare gli occhi ad ogni utilizzo.

Se consulti spesso libri o riviste, metti la tua scrivania accanto ad una libreria o scaffale.
Se lavori con la musica, tieni uno stereo o il telecomando dello stesso a portata di mano, in uno spazio apposito per tutti gli accessori presenti sulla scrivania.

Anche i colori devono rispettare i tuoi gusti e umori: scegli i colori che ti mettono a tuo agio e che ti fanno sentire a casa.

Esigi rispetto

work blog computer

Veniamo alla parte più complessa, che va al di là delle scelte e studi di design da ufficio che possiamo fare nel corso degli anni.
Ce ne hai messo di tempo per convincerti che quello spazio casalingo non era più solo casa ma anche ufficio, vero? Bene, non permettere allora agli affetti di violarlo perché anche questa porzione di “fortuna” te la sei sudata. Proprio come la tua autonomia.
Lo studio (per i più fortunati) o l’angolo scrivania (per i più) non è l’angolo per poggiare le chiavi della macchina/le buste dei pacchi appena arrivati/i giochi dei bambini/le passeggiate mattutine del gatto.

Il luogo in cui lavori deve essere fonte di rispetto per tutti e sei tu che devi imporre che venga preso sul serio, come vuoi che venga presa sul serio la tua professione.

Questo post contiene link derivanti da collaborazioni con 
enti e/o aziende. Condivido solo link in linea con ogni singolo contenuto e solo se trovo che siano utili per i miei lettori e lettrici.

5 Comments

  • Manuela

    Anch’io sto cercando da un pò di tempo di lavorare da casa, anzi lavorare e studiare.. ed è difficile proprio per tutti i motivi che ho letto quassù; avevo pensato addirittura di andare in biblioteca, posto neutro e senza distrazioni, tanto qui nel mio paese almeno di mattina non c’è mai nessuno. Non ci sono ancora riuscita, santa pazienza ^^
    Il mio blog è in divenire, non c’è ancora nulla, ma l’indirizzo lo scrivo lo stesso 🙂

  • Dani

    Anch’io lavoro moto da casa e concordo pienamente soprattutto sull’ultimo punto. E’ difficile far capire che quel luogo è dedicato solo al lavoro.

  • sandra

    Io in questo anno mi sono ritrovata a “lavorare da casa”, ma è una condizione che amo poco, perché mi manca la socialità da ufficio, sarà che ho avuto degli splendidi colleghi in passato, sarà che vivo sola..
    Ora mi sono organizzata comunque un angolo dedicato al “lavoro”, cerco di mantenere una routine, ma non mi piace per nulla… accidenti!

  • Roberta Isceri

    Concordo! Io non lavoro da casa ma l’ho fatto per anni e la difficoltà maggiore è stata esigere rispetto. Non perché abbia accanto persone cattive ma perché vedere la propria moglie/figlia/sorella lavorare seduta al tavolo della sala è percepirla disponibile alle chiacchiere. Comunque, ora in ufficio, domani chissà… L’ufficio ha di buono che mi dà tutto il comfort di cui ho bisogno e l’assenza di distrazioni di cui la casa pullula. Paradossalmente, mi prendo anche più cura del blog.

    • Sabrina - In My Suitcase

      è proprio questo il punto, se ci sei… ti parlo. Come dargli torto, in fondo siamo noi che stiamo lavorando in un luogo generalmente deputato alle chiacchiere, per questo trovare un accordo di immaginario diventa complesso.

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