I più grandi errori che ho fatto come blogger

Momento confessione: ecco gli errori che ho fatto come blogger e che, se tornassi indietro, non rifarei.

In genere cerco sempre di essere “motivational” per gli altri blogger e travel blogger; e questa volta non farò eccezione! Perché, sai, credo che a volte sapere quali sono gli errori fatti dagli altri sia un modo per stare attenti a non farne a propria volta oppure a sentirsi meno soli nei momenti di difficoltà.

Ecco la mia lista, “E accetto il crucifige e così sia” (cit).

Ho fatto tutto da sola (e no, non è un elemento di vanto)

Quando qualcuno mi dice: “ho fatto tutto da solo/sola”, il mio primo pensiero è “bravo lo scemo/scema”.
Chi fa tutto da solo per scelta dimostra di sottovalutare le insidie di ogni mestiere, primo fra tutti un mestiere creativo da freelance.
O, peggio ancora, non vuole investire nella giusta formazione. Fare tutto da soli non è un buon modo per crescere perché da soli si va piano, sempre che si parta.

Ora, c’è da dire che quando ho deciso di trattare il blog come un lavoro non ero propriamente circondata da tante persone già professioniste del settore, quindi in parte mi perdono per questa colpa.
Certo, non mi sono neanche sforzata più di tanto nella ricerca di una vera guida da perdere come esempio.

Scrivere per vendere

Avevo internet e ho pensato che potessero bastare, per andare più veloce, gli articoli sul lavoro di blogger scritti da blogger (soprattutto travel blogger) che riuscivano a vivere di questo.

Leggevo molte guide e blog soprattutto stranieri, alcuni dei quali sono tutt’ora preziosi per me, ma se tornassi indietro non mi limiterei a leggere; contatterei chi mi ha ispirato.
Lo farei per chiedere una consulenza, per chiedere dei consigli, un aiuto, anche (o soprattutto) a pagamento.

Se tornassi indietro farei un corso di scrittura SEO e non mi limiterei a studiare solo dagli articoli che trovo on line.
Farei un corso di fotografia e di grafica, cosa che ho fatto solo molto più tardi dal quell’anno in cui tutto è iniziato.
Avrei capito tante cose utili molto prima, sarei cresciuta prima, avrei oggi guadagnato di più e soprattutto avrei evitato lunghissimi periodi di demotivazione e quindi inattività che sono stati super deleteri per il mio blog.

(Se non vuoi fare il mio stesso errore, possiamo fare un percorso di analisi, crescita e rebranding personalizzato insieme. Scrivimi e parlami di te e del tuo progetto di blogging a sabrina.barbante[at]virgilio.it )

Aver perso troppo tempo dietro ai social sbagliati

blog traffico social

L’anno in cui ho capito quali erano le regole per crescere su Instagram, già guadagnavo qualcosina dal blog (che per mia fortuna è nato prima di Instagram stesso). Iniziavo a non vivere più solo di traduzioni ma il blog iniziava a diventare anche un lavoretto part time.

Eppure, l’anno in cui ho capito quali erano le regole per crescere su Instagram… le mie visualizzazioni sul blog sono calate a dismisura e ho perso tre drammatici punti di Domain Authority; ci ho poi messo sei lunghi mesi di consulenze esterne, analisi, scrittura e aggiornamento di vecchi articoli per recuperare.

Quando me ne sono accorta mi sono chiesta “ma come è potuto accadere?”.
Allora ho studiato le mie analitiche di Google degli ultimi mesi e sono giunta alla conclusione che ho trascurato il blog senza essermene neanche accorta.
Mi sono detta:
“Sabri, se ti concentri troppo sulle metriche di Instagram come pretendi di dare al tuo blog la giusta attenzione e il giusto tempo? I social devono essere un satellite del tuo core-business. Sei una blogger, non una social influencer. Le vanity metrics non sono la tua merce di scambio”.
NB2: ebbene sì, ho degli IO transeunti che discutono spesso e animatamente con l’IO egemone. E spesso hanno ragione.

Ho avuto un buon BOT… ma non lo rifarei

Dico quello che non dice nessuno, ma che è il segreto di pulcinella.
Ho anche speso soldi per un BOT per la crescita su Instagram, per circa un anno. Mi serviva poter fare lo swipe-up e portare traffico al blog (e per fare qualche campagna sponsorizzata che me lo richiedeva) e con il BOT sono passata da 7k a 11k.
A dire il vero, il BOT che avevo era anche abbastanza buono, e lo pagavo non poco rispetto alla media del mercato di allora. Mi ha dato follower reali che tutt’ora mi seguono.
Eppure, sorpresa sorpresa, ho continuato a crescere anche senza BOT, più piano ma in modo costante.
Col senno di poi, avrei potuto spendere meglio quei soldi, perché quel numeretto in alto al mio profilo, in termini di fatturato, non mi ha portato enormi cambiamenti, men che mai mi ha dato ispirazione o energia.

Esistono però dei social e degli aggregatori che ti aiutano ad aumentare il tuo traffico per davvero, che ti danno meno like ma più lettori!
Meglio investire più tempo ed energia su quelli.

Aver letto pochi libri

dove mangiare e bere a riga
Ezītis miglā, quartiere di Kalnciema

Prima di aprire la partita iva e prima di trascorrere a leggere on line, scrivere on line, studiare on line, leggevo una media di un libro al mese.
Lo so, non è tantissimo, c’è gente che legge molto di più. Ma io leggevo più o meno tanto.
E se ti dicessi che nel 2017, il primo anno in cui mi sono dedicata anima e corpo al blog per farlo diventare il mio lavoro (perché ho capito che potevo farlo, che ne avevo gli strumenti) non ho letto neanche un libro?

E se ti dicessi che nel 2018 ne ho letti appena 4 o 5, scarsi?

Dal 2019 invece mi sono riappropriata di questa pratica benefica per l’ispirazione.
Non appena ho accantonato un po’ di attività social, non appena ho iniziato a scadenzare meglio il tempo, nel perenne ping pong tra computer, clienti, contenuti per me e per terzi, consulenze, ho riscoperto le sinapsi che ti dà solo la carta stampata.

Non c’è niente da fare, leggere online e leggere su carta non sono la stessa cosa.
Prima di tutto perché sono supporti che usiamo in contesti diversi.

Il libro appartiene alla spiaggia e alle serate davanti al camino o in treno. Qualunque cosa legga online, la faccio sulla scrivania, su un tavolo e anche se sono sul divano, il computer mi rimanderà sempre e comunque al lavoro, alle notifiche di facebook, al suono delle e-mail in entrata.

Vuoi ispirazione? Leggi libri veri, di carta.
E non te ne venire che sei “paper free” perché, per favore, ci sono tanti modi per salvare il mondo; non facciamo finta che uno di questi sia rinunciare ai libri perché non ci crede nessuno.

Aver lavorato ovunque

sabrina al computer in aeroporto al lavoro

Appena inizi a vederti e a raccontarti come “nomade digitale”, vivi la possibilità di lavorare in spiaggia, in treno, sul letto dell’hotel, sulle punte di gesso durante un saggio di danza, come un grande privilegio. E in parte lo è.

Il che non vuol dire che se una mattina hai bisogno di una boccata d’aria e di una passeggiata al mare tu debba per forza farlo con il computer attaccato addosso come una zecca!
Non vuol dire che qualunque banale momento di vita debba diventare un momento di lavoro!

Ecco, una persona molto intelligente ci arriva subito. Una persona mediamente intelligente lo capisce dopo qualche mese.
Una persona del livello di evoluzione “SABRINA” ci impiega un’anticchia di più.

Quindi, non fare come me. Se hai bisogno di mare, vai al mare e basta!

Quali sono gli errori che hai fatto nel tuo ambito lavorativo, dovuti a inesperienza o errore di calcolo, che oggi non rifaresti?

i più grandi errori che ho fatto come blogger
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1 Comment

  • Liberato Scilletta

    Dare tutto me stesso, forse è stato l’ errore più grave, per anni ho lavorato fino allo sfinimento, ed ho perso tutto quello che.gl’ altri hanno vissuto. Adesso ho 54 anni e dovrei ricominciare tutto da capo, l’orario ancora ,ma dove in minima parte di fanno capire chesei utile.

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