Tasse, sistema, mentalità. Tasse e poi ancora tasse.
Sono molti i freelance (lavoratori autonomi da postazione remota) cui sento spesso esprimere il desiderio di andare via, altrove a realizzare la propria vita lavorativa.
E visto il numero di visite giornaliere al post Lavori belli e interessanti per Italiani in Canada, mi rendo conto che la cosa attira molto anche i non freelance!
Ma rispondere alla domanda ‘Bene, allora andiamocene. Ma dove?’ è tutt’altro che semplice, perché se la volontà è quella di ovviare ad un sistema fiscale troppo oneroso, bisogna studiare e conoscere quelli degli altri paesi.
Cercando informazioni, propongo un po’ di destinazioni:
Malta
Il sistema fiscale a Malta è stato concepito in maniera tale da favorire gli investimenti provenienti da paesi stranieri.
Dall’aliquota d’imposta progressiva per le persone fisiche (che non supera il 35%) alle procedure amministrative semplici, i punti di forza del sistema fiscale sono diversi.
Nessuna trattenuta fiscale, l’iva al 18% e un sistema previdenziale equo; a Malta, se sei un lavoratore autonomo verserai provvisoriamente le tue tasse (secondo l’aliquota corrispondente al tuo reddito) durante il corso dell’anno, in 3 rate, più il 15% per la Social Security, ovvero le tasse per il mantenimento dello stato sociale.
Ukraina, Repubblica Ceca, Montenegro.
Ecco la sorpresa numero 2. L’Ucraina è tra le più popolari mete di freelance espatriati, e tantissimi sono i lavoratori ucraini da remoto che guadagnano dall’estero restando in patria.
Gli affitti (di case e uffici) sono bassissimi se paragonati al resto d’Europa, come bassissime sono le tariffe delle bollette di luce e internet. Idem per il Montenegro, che viene gradualmente scoperto anche nelle sue bellezze naturali e luoghi di interesse storico.
Anche la Romania e la Repubblica Ceca sono posti dove è conveniente spostare la propria attività, tanto più se si lavora per clienti esteri, quindi con tariffe del Nord e Centro Europa o degli USA e tasse locali.
Per capirci, in Europa bisognerebbe avere clienti di Belgio e Lussemburgo, lavorando e pagando le tasse in Ucraina, Montenegro e Repubblica Ceca.
Quanto sia complesso decidere dove andare a f…are il proprio mestiere, lo si evince da una ricerca fatta lo scorso giugno dal blogger Jassie Nickles; attraverso un sistema di calcolo, il blogger ha stilato l’elenco dei migliori paesi da suggerire ai freelance includendo nell’algoritmo
– sicurezza nella gestione degli affari,
– apertura degli autoctoni,
– costo della vita.
Ne è venuto fuori un elenco che ha in cima Macedonia, Georgia, Emirati Arabi Uniti, Marocco, Hong Kong, Montenegro, Malta, Taiwan ed Etiopia.
Lo stesso Nickles era perplesso: ha quindi deciso di ampliare la ricerca con interviste ad amici emigrati e decidendo arbitrariamente di escludere i luoghi in cui vige la Sharia, e di includere i luoghi in cui vi sia un buon sistema di assistenza sanitaria.
Il nuovo elenco vede ai primi dieci posti Emirati Arabi Uniti, Portogallo, Hong Kong, Estonia, Taiwan, Malesia, Quatar, Oman, Porto Rico e Spagna.
La Spagna è tra i paesi europei con il costo della vita più basso (escludendo Madrid e Barcellona) ma dove un autonomo deve versare una base mensile di 280 euro per l’assistenza sociale.
Insomma, se si va via, non può essere solo per una questione di tasse. Bisogna prendere in considerazione tantissime variabili, molte delle quali personali, che definiscono cosa ha un costo e cosa ha un valore nella propria definizione della qualità del lavoro e della vita.
Io, ad esempio, sarei disposta a pagare persino più tasse in cambio di un paese con un’alta etica del lavoro e con buoni servizi sociali.
Per leggere la ricerca di Jassie Nickles:
http://www.collegetimes.tv/best-countries/
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