Come indicare i post sponsorizzati sul blog

Ogni blogger può guadagnare dal suo blog. Questo non vuol dire che ogni blogger effettivamente abbia dei guadagni con o grazie al proprio blog, men che mai che ogni blogger debba farlo: il blogging è un’attività che si fa per tanti motivi, e solo uno di questi è quello del guadagno. 

E sì, è anche uno dei miei motivi, essendo blogger di professione. 
Tanto mi serviva come premessa, ma se vuoi approfondire tutti i modi possibili per guadagnare attraverso un blog, ti ricordo che ho scritto una guida dettagliata a riguardo. 

Puoi acquistare la guida dettagliata subito e scoprire come puoi iniziare a guadagnare con il tuo blog, se è quello che vuoi. 

Uno dei modi per portare il blog ad essere un modello di business è attraverso i contenuti stessi, cioè gli articoli. (Anche di come guadagnare con i contenuti si parla nella mia guida). 
Noi blogger possiamo infatti creare o essere coinvolte in progetti con partner terzi, siano enti, aziende e/o privati, oppure scrivere articoli che siano di aiuto al posizionamento di altri siti web o ancora avere nei nostri articoli i così detti “link affiliati”, cioè dei link che rimandano ad un e-commerce e dal quale guadagniamo delle commissioni senza che cambi in alcun modo il costo finale per il lettore/compratore. 

Per la legge europea (Direttiva 2005/29/CEe anche per la Digital Chart – documento dell’Istituto di autodisciplina pubblicitaria), se un articolo contiene dei link affiliati, deriva da collaborazioni o ha dei link inseriti per aiutare il posizionamento o la visibilità di un’altra piattaforma, insomma, se è in qualche modo legato ad un’attività commerciale che prevede una transazione monetaria o uno scambio merci e servizi, questo deve essere indicato chiaramente per i lettori. 

perdere posizioni in serp

Se la normativa è più semplice e chiara per il fast content, cioè le collaborazioni di Instagram e/o TikTok, dove basta indicare una tassonomia, cioè una semplice parola, che indichi la tipologia del contenuti (ad esempio #adv, #gifted, #omaggio, #affiliazione), per il blog è più complesso. 
Infatti un articolo difficilmente esiste “solo” per una collaborazione o un’affiliazione. 
Noi blogger scriviamo contenuti lunghi, in cui mettiamo conoscenza, anni di studi e ricerche che adesso divulghiamo, ore e ore di ricerca e verifica delle fonti, per cui un articolo non sarà mai o quasi mai scritto solo per un link affiliato o solo per un link ad un partner commerciale. 
Dunque, i disclaimer sono tanti quante sono le forme di collaborazione. 

Come indicare che un blog post è legato ad una pratica o accordo commerciale

In questa foresta di opzioni e possibilità, scopriamo insieme cosa bisogna indicare e come, nei casi più comuni. 

Cosa bisogna indicare

Indipendentemente dalla frase, dalla forma o dalla posizione del disclaimer, l’importante (cioè ciò che serve assecondare per la normativa europea e per la digital chart) è indicare in modo non fraintendibile che un articolo è legato ad una collaborazione, ad una partnership. 

Sulla forma, la direttiva lascia libere mani agli editori (cioè noi).
Troviamo dunque una formula il più chiara e trasparente possibile per specificare se un articolo nasce dalla richiesta di un link a pagamento, di un’affiliazione, di una collaborazione come nel caso di un blog tour o uno scambio merci a fini di recensione. 
Per la legge, chi deve essere informato è il lettore (non necessariamente il motore di ricerca, e questo è un aspetto centrale nei nostri accordi come blogger). 

Come indicare un post sponsorizzato o soggetto a collaborazione sul blog?

Anche in questo caso la normativa non dà indicazioni su dove indicare la presenza di una collaborazione. Puoi indicarla all’inizio, alla fine o anche nel corpo del testo. 

Ti lascio tre esempi di come ho inserito io, in alcuni miei blog post, dei riferimenti ad una collaborazione

cluster topic cosa sono

Cosa non è necessario indicare

Ci sono, nelle nostre collaborazioni, una serie di informazioni che sono legate a dati sensibili, per noi e per i nostri partner. 
Bisogna indicare se la natura del blog post e/o i link inseriti al suo intero sono derivanti da collaborazioni o regali, soprattutto se facciamo recensioni di prodotti. 

Dal momento che i blog post sono contenuti lunghi e possono contenere link e paragrafi di più tipi, però, in molti casi basta indicare a fine articolo che ci sono link e informazioni derivanti da partnership commerciali. 

Se hai fatto un blog tour, ad esempio, e l’ente erogante i fondi è un’agenzia o un ente del turismo, con diversi clienti-partner, non è necessario indicare il nome dell’agenzia (salvo diversi accordi, che vi consiglio di mettere per iscritto), non è necessario indicare quale di queste realtà coinvolte nel tour sono paganti e in che misura perché questi sono accordi tra i partner e l’ente/agenzia, cui tu non hai accesso e che comunque non hai diritto a divulgare.

Quello che conta è che i tuoi lettori sappiano che le realtà menzionate o parte di esse sono in qualche modo legate ad accordi di collaborazione. 

 

Ti ricordo che le collaborazioni e le fonti di guadagno dei blogger corrispondono ad un intero modulo del mio percorso Full Blogger, un percorso individuale per portare il tuo blog da hobby a progetto. 

Serve inserire l'attributo "sponsored"?

Spesso noi blogger pubblichiamo guest post o post sponsorizzati (per capire cosa sono e che differenza c’è tra i due, leggi questo articolo). 
In questi casi, la cosa più importante per il cliente è la presenza del link con attributo do-follow, perché è quello che incide sul posizionamento del link stesso nei motori di ricerca. 

Dunque, l’attributo da inserire è il Do-Follow e non l’attributo “sponsored”; ciò è perfettamente legale perché, ripeto, per la legge è il lettore che deve essere informato dei nostri affari, e non certo Google.

Dunque, se il cliente ci chiede l’inserimento di un link a pagamento senza attributo sponsored, possiamo tranquillamente accontentarlo ma dobbiamo inserire all’inizio o alla fine dell’articolo una dicitura che indichi la presenza di link sponsorizzati e/o derivanti da collaborazioni e accordi commerciali

Per capire meglio cosa sono e quando si usano gli attributi Do-follow, no-follow e sponsored, leggi questo articolo. 

 

Cosa fare se il cliente non vuole la dicitura che indica la presenza di un link a pagamento?

Come accennato, molti clienti (web agency o privati che conoscono la SEO) ci chiedono non solo un link con attributo Do-Follow ma anche l’assenza di ogni riferimento testuale rimandante a sponsorizzazioni, collaborazioni, partnership. 

Questo perché queste parole sono, per i motori di ricerca, delle tassonomie rilevate. Se il MdR le intercetta capisce che quel link è “forzato” da un accordo, e darà meno rilevanza in termini di link building e posizionamento (ergo, l’investimento della web agency sarebbe meno proficuo). 

 

Ma tu ormai hai capito che se la legge non ci impone di comunicare a Google che si tratta di una sponsorizzazione, ci impone almeno di dirlo ai nostri lettori. E come fare, dunque?

Un possibile soluzione è quella che ho adottato in alcuni post come questo, in cui inserisco il disclaimer a tutela e informazione del lettore sottoforma di immagine jpg non contenente nel nome o nell’alt text alcun riferimento alla collaborazione. 

L’idea mi è stata proposta da una stessa agenzia con la quale collaboro ed è una pratica accettata da tutte le agenzie cui l’ho riproposta.

E se i link inseriti sono a tuoi prodotti?

Su questo, come su molto altro, la normativa è fumosa, ma nel dubbio è meglio indicare sempre (o cercare di ricordarsene il più spesso possibile) anche quando un articolo contiene forme di promozione e rimando a prodotti creati, venduti e commercializzati da noi creator stessi. Come ho fatto io a fine articolo. 
Un po’ in modo chiaro, un po’ fantasioso.

Se hai dubbi o domande, fammele pure nei commenti!

Questo articolo contiene link a prodotti e servizi
 creati e commercializzati da me. 
Che è una cosa così ovvia che mi sembra quasi offensivo nei tuoi confronti scriverlo, ma per legge devo farlo. 

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