Guadagnare con le affiliazioni è difficile ma per nulla impossibile, e per “guadagnare” intendo qualcosa che non sia poche centinaia di euro l’anno, ma parte (anche importante) del tuo fatturato annuo come blogger. Ma serve una strategia editoriale, che può essere di vari tipi a seconda del tipo di affiliazioni che decidiamo di mettere in atto.
Oggi approfondiamo come è possibile, per un blogger, guadagnare con le affiliazioni in modo soddisfacente.
Le affiliazioni sono alcuni dei metodi più utilizzati da blogger e content creator del web per guadagnare attraverso i loro contenuti, ma il mercato delle affiliazioni è molto cambiato negli ultimi anni.
Moltissimi content creator portano a casa poche centinaia di euro l’anno e alcuni non portano a casa davvero nulla, altri invece hanno con le affiliazioni buona parte del proprio fatturato mensile.
Ciò che differenzia questi ultimi dai primi è che chi guadagna ha una strategia, i cui principali sono in questo articolo.
(Invece, tutti i principali metodi con i quali, ad oggi, è possibile guadagnare con un blog sono elencati e spiegati nel dettaglio nella mia guida su come si vive come blogger, in cui c’è anche un intero capitolo dedicato alle affiliazioni).
Puoi ascoltare i contenuti di questo articolo anche nella puntata del mio podcast CONTENT-e Noi

Ciao, io sono Sabrina Barbante, blogger,
content strategist e, se vuoi, anche la tua blogging coach.
Ma prima ribadiamo una definizione chiave: che cosa sono le affiliazioni?
Le affiliazioni sono dei programmi online, ai quali ci si registra, che consentono di guadagnare una percentuale del costo di un bene, se questo bene viene venduto attraverso il nostro codice (pubblicato sul nostro blog o, come fanno altri, condiviso sui nostri canali social).
Se, ad esempio, mi iscrivo al programma di affiliazione di Amazon, Amazon mi darà un codice univoco, una stringa di codice che posseggo solo io e che mi identifica nel sistema come tramite per le vendite.
Ad esempio, io decido di proporre sul mio blog un ferro da stiro in vendita su Amazon, ma invece di mettere il link “semplice” alla pagina prodotto, metto il link al prodotto con il mio codice di affiliazione; in questo modo, ogni volta che un mio lettore acquisterà quel ferro da stiro dal mio blog, cliccando sul mio link, Amazon mi riconoscerà una percentuale sulla vendita.
Questi soldi finiranno nel mio salvadanaio virtuale e, al raggiungimento di una soglia (dai 70-100 euro in su, in genere) riceverò automaticamente l’accredito sul mio conto corrente.
Semplice, vero?
Solo in parte, in verità. Perché far avvenire quella transazione non è automatico e non basta che i lettori leggano il mio articolo affinché facciano l’acquisto e questo è il motivo per cui moltissimi blogger non vendono granché con le affiliazioni.
Il punto di partenza è che, se vogliamo anche vendere attraverso i nostri contenuti, la vendita deve diventare una parte della nostra strategia editoriale.
Ecco sette consigli chiave per la tua strategia di guadagno con le affiliazioni (occhio al numero 4, forse il più importante cui molto probabilmente non hai mai pensato)
1. Scegli i programmi di affiliazione più redditizi

Trovare programmi di affiliazione non è affatto difficile, basta fare una ricerca online; chiunque abbia un e-commerce può creare un programma di affiliazione (potrei farlo anche io con i miei corsi e prodotti, ad esempio), ma la maggior parte dei programmi di affiliazione hanno dei costi di commissione bassi, e per bassi intendo al di sotto del 10% su ogni vendita.
Io ti consiglio, se prendi in considerazione il mercato delle affiliazioni, di scegliere i programmi che garantiscono almeno il 10-12% di revenue.
I programmi di affiliazione più redditizi su ogni vendita sono Amazon (10%, con il vantaggio che puoi vendere davvero tantissime tipologie di beni, potendo dunque optare per quelli cui il tuo target di lettori si rivolgerebbe a te), Siteground (dal 40 a 75 euro su ogni vendita), Bottega Verde (12%, ovviamente adatto a content creator che hanno credibilità in campo beauty), Booking (8-10%, che di per sé non è tantissimo, ma che su un hotel 4 stelle prenotato per due o tre persone inizia diventare un importo significativo), Elementor.
Se ne conosci altri, scrivilo pure nei commenti, io e i miei lettori ti saremmo davvero grati.
2. Inserisci i link affiliati negli articoli con più traffico

Quando pianifichi la tua strategia per guadagnare dalle affiliazioni, parti dai contenuti che, secondo le tue Analytics, portano più traffico e hanno più lettori; ovviamente, fai in modo che i prodotti che proponi siano pertinenti con il topic dell’articolo e con l’intento di ricerca dei lettori, quando possibile.
Ad esempio, nei miei articoli travel con più visite, propongo spesso affiliazioni Booking oppure per esperienze in loco (ovviamente non quelle gratuite).
Aggiorna questi articoli inserendo dei paragrafi che abbiano testi orientati alla vendita, ma non in modo aggressivo, e lavora sui micro testi che invogliano all’acquisto.
Insomma, inizia a rivedere i tuoi articoli più gettonati anche in ottica transazionale.
3. Inserisci i link in un posto strategico

Che si tratti di un link affiliato da aggiungere ad vecchio articolo o in un articolo appena scritto, se lo scopo di un articolo è anche vendere, non te ne devi vergognare, non ti devi sentire in colpa, soprattutto nella misura in cui il tuo articolo comunque dà delle informazioni utili e gratuite, indipendentemente dal link affiliato.
Quindi, mi raccomando, non mettiamo i link affiliati alla fine dei nostri articoli, in inchiostro trasparente, in corsivo minuscolissimo:
inseriamo le affiliazioni in modo esteticamente gradevole, in armonia con il resto dell’articolo, ma ben visibili, anche come H2 o H3 e con belle grafiche nella prima parte dell’articolo, dove è probabile che ancora il lettore non sia uscito dalla pagina (puoi scrivere l’articolo migliore del mondo, ma è fisiologico che una percentuale minima di lettori abbandoni la nave prima di arrivare a metà; dobbiamo fare di tutto per evitarlo, ma accade).
4. Crea dei titoli transazionali
Cosa sono gli articoli transazionali?
Si tratta di quegli articoli creati e pensati non per un pubblico di lettori che vogliono informazioni generiche (es. “Come fare belle foto ritratti”) bensì penasti per un pubblico che ha già… “la mano al portafogli” (come dico sempre nel modulo dedicato ai guadagni dei miei percorsi Full Blogger), un pubblico che cerca il prodotto giusto da comprare, perché fa una ricerca per comprare (es. “qual è il miglior obiettivo per fare ritratti”).
Questi titoli portano di default meno traffico, perché il traffico transazionale è molto inferiore rispetto a quello informazionale, ma è pensato per quei pochi che vogliono comprare e che ci possono far guadagnare.
Attenzione, perché qui diventa chiaro che, nel momento in cui l’obiettivo del nostro blog diventa (ANCHE) vendere, alcune cose primarie come il volume di traffico diventano, in parte, secondarie.
Con questa strategia di titoli transazionali nel piano editoriale strategico, metteremo in calendario degli articoli destinati a portare meno traffico ma più conversioni.
5. Impara a creare micro testi che portino azioni (cioè click e acquisti)

“compra subito il mio obiettivo preferito” non ha lo stesso effetto di “qui trovi l’obiettivo che ha reso possibili questi ritratti” (accanto alle foto dei tuoi ritratti più belli).
“Compra qui lo shampoo per capelli ricci migliore al mondo” non ha lo stesso effetto del “Se vuoi avere capelli come i miei, inizia con questo shampoo” (accanto ad una foto dei tuoi capelli bellissimi).
Come vedi, ci sono dei testi che possono spingere all’acquisto più di altri perchè hanno inviti più coinvolgenti, toccano le corde e i bisogni del lettore, usano elementi di credibilità di chi scrive (la bellezza dei capelli o la bellezza delle tue foto).
Creare buoni micro testi e buoni inviti all’azione non è una cosa che si impara in 15 minuti (ed è per questo che è anche uno degli argomenti del percorso Full Blogger), ma intanto ti dico che, per migliorare i tuoi micro testi, torna molto utile saper fare lo studio dell’intento di ricerca del lettore.
6. Proponi affiliazioni a brand che ti interessano

Come dicevo prima, chiunque abbia uno shop online e una brava web developer può creare dei codici di affiliazione; dunque, se c’è un brand che che ami, del quale usi i prodotti e al quale potresti veicolare delle vendite grazie al tuo entusiasmo e bravura come blogger, l’affiliazione potrebbe essere un primo metodo di approccio.
Se funziona, se creerete un rapporto buono con qualche transazione interessante, il secondo anno potresti anche proporre un format strutturato, magari più remunerativo.
7. Crea il tuo shop con Amazon Influencer program e metti lo shop nel tuo menu
Torniamo ad Amazon; per i blogger che parlano spesso di prodotti che usano, come i blogger di interior design, fotografia, beauty, fai da te, libri, potrebbe essere una buona idea creare su Amazon la tua pagina shop, legata al tuo codice di affiliazione, e inserire il redirect a quella pagina attraverso una voce di menu del tuo blog (da chiamare SHOP, I MIEI PRODOTTI PREFERITI, SCELTI PER VOI ecc).
Qui qualche indicazione su come creare il tuo shop con Amazon Influencer Program.
Ultima cosa, davvero importante: se nel tuo articolo inserisci dei link affiliati, è molto importante che tu lo indichi chiaramente all’inizio o alla fine dell’articolo; è una questione di trasparenza verso i nostri lettori e, anche se sono abbastanza svegli da capire da soli che si tratta di un’affiliazione, serve comunque per le regole del GDPR.
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