Che emozione! Ci siamo! Parte oggi una rubrica dedicata a donne viaggiatrici e travel blogger che mi (e ci) raccontano i luoghi in cui vivono o hanno vissuto; attraverso i loro consigli cercheremo di dare suggerimenti su cose da fare in vari luoghi, dai più famosi ai meno noti, nel rispetto dell’identità locale e dell’ambiente circostante.
Prima in elenco è Francesca Salvatore, che ho la fortuna di conoscere personalmente.
Autrice del blog La Ragazza con la valigia, che ci parla della sua Delhi (tra le destinazioni che più mi spaventano e andarci sarebbe/sarà una sfida)
Foto di Francesca Salvatore
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Quello che dico sempre a chi mi chiede di Delhi è che la capitale non è l’India meditativa e spirituale che immaginiamo, ma che è anche questo un pezzo d’India. Non è facile vivere qui, ti costringe a fare i conti con le tue paure e con un mondo di sofferenza, sfumature culturali, difficoltà, modi di vivere che non ci appartengono. Come dico sempre, Delhi è uno dei luoghi dove sono stata peggio nella mia vita ma è quello che mi manca di più e quello di cui meno riesco a parlare. Se ci siete stati per dovere o per piacere, tornateci, magari per fare qualcosa di utile e di buono. Quando torni da un paese così, apprezzi le piccole cose come la corrente elettrica, impari a non sprecare l’acqua, a non mangiare troppo, a camminare di più, impari a stare scomodo, a vivere a pieno, a non andare di fretta, a guardare le persone negli occhi, impari a sorridere agli altri per strada. Gli Indiani ti guardano con ammirazione, vogliono toccarti, sapere di te, ti scrutano: la cosa più divertente è quando qualche sconosciuto vuole fotografarsi assieme a te solo per il fatto che vieni dal west: hai la sensazione di essere ammirato perché vieni da un posto migliore. Su questo inizio a nutrire fortissimi dubbi. Ci sono anche tante cose che non si capiscono di Delhi e dell’India, cose che vi faranno paura, vi faranno rabbia, ci sono visi e situazioni che vi faranno vergognare per il semplice fatto di avere le scarpe ai piedi: queste cose ti scavano dentro e non se ne vanno più.
Quali sono i tuoi piccoli riti irrinunciabili, legati a questa città?
- Tutti i giorni verso le 18, passeggiare su Janpath Lane: a quell’ora il bazar locale sta per chiudere, le luci si spengono, le bancarelle si svuotano, i richiami dei venditori si spengono e tutti corrono gioiosamente verso casa;
- Il sabato pomeriggio a Qutb Minar, il più alto minareto di mattoni del mondo: nel primo pomeriggio si popola di turisti indiani, famiglie in gita coi bambini, anziani che chiacchiericciano sdraiati sulla ghiaia. Se siete fortunati ed il cielo di Delhi è limpido potete vedere il grande minareto rosso incendiarsi dei colori del sole;
- Passeggiare al Purana Qila, uno degli antichi forti di Delhi. Ospita un parco bellissimo tra le sue rovine ed un romantico laghetto. Non è un caso che sia il prediletto dai (castissimi) innamorati indiani.
Un luogo in cui ami mangiare di tanto in tanto e che cosa in particolare?
Mangiare indiano non è cosa facile: i sapori sono molto forti e l’ostinazione indiana per le spezie (anche se non le gradite) può risultare alquanto fastidiosa per noi occidentali. Occhio al piccante (no, non è il nostro tipo di piccante!) e al cibo di strada: il rischio è quello di passare settimane a letto (e non solo…). La cucina indiana è prevalentemente veggy, vista la commistione fra induisti (che non mangiano carni bovine) e musulmani.
Su Janpath Lane c’è una sorta di trattoria, si chiama Fres Co, ed è gestita da marocchini: oltre al cibo tradizionale indiano potrete trovare una vasta scelta di cucina mediterranea, dal riso sino al cous cous.
Una cosa che vi stupirà? Assaggiate la loro pasta e rape: dopo settimane lontano da casa vi scalderà il cuore…
Magari non è la tipica domanda che si farebbe a chi sta per un po’ a Delhi ma… dove ti piace fare shopping e perché?
Janpath Market, come dicevo, è un luogo in cui si mescolano suoni, profumi e odori. Comprare della frutta (con buccia!) e perdersi fra i mille stand è un esperienza quasi mistica: sono meravigliosi i tappeti tessuti da mani pazienti, oppure le decine e decine di fragranze di incenso, i saponi. Oppure, ancora, le tante botteghe dove provare, tra mille peripezie, a misurare un sari con tante donne che ti circondano pettinandoti i capelli, prendendoti misure, apprezzando le tue forme generose (loro si che hanno capito tutto!). Qualsiasi cosa scegliate di comprare accettate il the che vi verrà offerto, chiacchierate con le persone anche se non comprerete niente, ma se decide di farlo contrattate sempre: quello che da noi sarebbe una mancanza di educazione qui è un vero rito.
Central Cottage Industries Emporium è una sorta di emporio “ufficiale” dell’artigianato indiano: tappeti, oggetti in legno, abiti, scarpe, profumi, borse, cappelli, pietre preziose. I prezzi qui sono fissi e leggermente più alti, ma la qualità e ottima e molti prodotti sono accompagnati da garanzia e certificazioni di qualità.
Altra domanda che è inopportuna per l’India (forse) ma che non posso esimermi da fare:
Un luogo in cui servono buon vino/birra artigianale/cocktail fatti ad arte, in cui ti piace andare e che è molto frequentato dagli abitanti.
Gli alcolici non sono certamente il pezzo forte della cucina indiana, vista la forte presenza musulmana. Alcuni stati, per esempio, sono totalmente dry e gli alcolici completamente vietati. Ma Delhi si sa, è una Babele e gli alcolici vengono tollerati per via della grande quantità di occidentali che ci vive e ci lavora. Ma inutile cercare vino e birre che possiamo gustare tranquillamente a casa e che ci farebbero guadagnare solo occhiatacce dai locali: meglio una bella tazza di the! C’è un posto meraviglioso ad Hauz Khas Village, accogliente e caldo, si chiama Elma’s Bakery dove potrete assaggiare qualsiasi tipo di the (io preferisco sempre il green) e deliziare il palato con fantastiche torte al cioccolato, cheesecake, croissant e pasticcini. Qui servono anche degli ottimi cockatail, ma ribadisco: meglio il the!
Conosci qualche posto ‘misterioso’ sul quale si raccontano leggende e strane storie?
C’è una leggenda per cui tutti gli abitanti di Delhi e gli Indiani vanno matti: la colonna di ferro di Ashoka, nei pressi di Qutb Minar. La colonna è alta circa sette metri e pesa 6 tonnellate. Dovrebbe avere più di 1500 anni ma il mistero riguarda la sua composizione: nonostante l’età e il materiale di cui è composta, non possiede alcun segno di ossidazione, resistendo miracolosamente allo scorrere del tempo. Osservatorio astronomico, creazione di Visnu, alieni: praticamente solo i Templari (era un po’ troppo fuori mano…)non sono stati scomodati circa la creazione di questo strambo manufatto. Gli Indiani la venerano e la toccano un po’ come noi con la tetta (si può dire tetta?) di Giulietta a Verona.
Mi faresti un breve elenco delle cose più ‘turistiche’ da vedere?
- Forte Rosso
- Raj Ghat
- India Gate
- Moschea di Yama Mashid
- Tomba di Umayun
- Indira Gandhi Memorial
- Lotus Temple
Ci sono delle cose che a tuo avviso val la pena di visitare/conoscere ma che non fa parte degli itinerari turistici comuni?
Nehru Library, un vero paradiso per gli studiosi e non. Una costruzione moderna interamente immersa in un parco costellato di alberi e fiori profumati. Potete recarvi qui a leggere, conoscere la storia indiana o semplicemente immergervi nella lettura di una rivista nella pace della natura. A turbare la vostra quiete qualche richiesta burocratica di troppo che vi porterà a lasciare i vostri effetti personali, firmare un registro, registrarvi all’ingresso, pagare un piccolo ticket, fotocopiare i vostri documenti: se siete sull’orlo di perdere la pazienza non fatelo! Non solo è politicamente scorretto ma i vostri sacrifici verranno ripagati…
Lotus Temple, si rientra fra gli itinerari ormai “turistici”, ma tutto dipende da come lo si affronta. Innanzitutto il consiglio è quello di andarci, strano ma vero, quando ci sono molti visitatori. Questo luogo venne costruito nel 1986 per ospitare i fedeli di qualsiasi religione. Le scarpe vanno tolte lungo il viale di ingresso da cui vi appresterete a giungere nel cuore della struttura a forma di fiore di Loto: vi accorgerete di essere fra centinaia di persone di qualsiasi fede (o non fede) nel più assoluto silenzio, immerse nelle proprie preghiere e o, semplicemente nei propri pensieri. Un bellissimo lavaggio dell’anima.
Chandni Chowk: last but not least, la Delhi in versione “peggiori bar di Caracas”. La vecchia Delhi, quella dove restano i segni di vecchi lebrosari, banchi di pegni, dove i giovani si mescolano agli uomini con la sciabola nel fodero, dove la gente cammina senza scarpe. Auto, motorini, biciclette, elefanti: una sorta di Sodoma e Gomorra a tratti putrescente e mefitica. Ma bella, bella da togliere il fiato come solo un mondo lontano sa fare. Arrivateci in metro e possibilmente senza documenti né denaro. Ma soprattutto guardate la gente negli occhi: la vera Delhi è questa qui.
Francesca spesso parla della sua India per immagini. Qui ne troverete di bellissime.
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