Su un viaggio a Roma si potrebbe scrivere di tutto, di qui a “per sempre”, esattamente come si potrebbe restare in questa città per mesi e mesi e scoprire ogni giorno qualcosa di nuovo, inatteso, magico.
Oggi mi voglio però soffermare su alcune piccole grandi curiosità e “magie” dei luoghi e dei dettagli che in genere vediamo nel nostro primo o breve viaggio nella città eterna.
Ecco quindi sette curiosità che forse non conosci su luoghi che invece molto probabilmente hai già visto o che sono sul tuo itinerario e che, alla luce di quanto segue, guarderai con occhi nuovi.
Da uno spioncino puoi vedere tre stati

Villa del Priorato di Malta. ph. galen crout – unsplash
Sei mai stata sul Colle dell’Aventino, con le sue bellissime basiliche e ville e giardini signorili?
Bene, c’è qualcosa di molto particolare su questo colle così importante nella storia e nella leggenda romana.
La Villa del Priorato di Malta è protetto da un portone con una piccola serratura; spiando al suo interno si possono intravedere ben tre Stati Sovrani: quello Italiano (ovviamente), la cupola di San Pietro sullo sfondo, che come si sa appartiene allo Stato Vaticano e… l’ambasciata dell’Ordine dei Cavalieri di Malta, di fatto uno stato estero.
I Musei vaticani e l’archivio più blindato al mondo

Musei vaticani. ph. Cristina Gottardi- unsplash
Impossibile sapere davvero quanti e quali segreti siano custoditi all’interno dell’Archivum Secretum Apostolicum Vaticanum.
Si tratta di un archivio nell’archivio, in cui sono custoditi documenti che ripercorrono 12 secoli di storia della Chiesa.
Si entra solo grazie a permessi molto speciali, che forse solo Giacobbo e Alberto Angela riescono ad ottenere con una semplice telefonata a Dio in persona.
Persino i comuni giornalisti (categoria in cui Alberto e Roberto, come sappiamo, non rientrano) non possono accedervi e i ricercatori specializzati devono rinnovare il permesso ogni sei mese, facendo caso di volta in volta che non siano cambiati i requisiti necessari al rinnovo del permesso.
In compenso, puoi avere il tuo ingresso speciale nei musei Vaticani – sì, come il mitico Giacobbo.
Il rito della monetina nella fontana fu inventata da un tedesco

Fontana di trevi. ph. ivan bertona. unsplash
Se sei stato a Roma e sei un animo romantico, forse hai gettato una monetina nella fontana, dandole le spalle.
Ebbene, fu proprio un freddo teutonico ad inventare questo rito. Trattavasi di un importante archeologo del 1800, Wolfgang Helbig, molto ben voluto dal suo enorme staff di studenti e archeologi.
Quando Helbig lasciò Roma era così addolorato, come tutti i suoi allievi, da inventare il lancio della monetina come auspicio di ritornarvi, prima o poi.
Piccola postilla: il rito originario prevedeva che le monete fossero monete antiche, roba da archeologi insomma.
Pioggia di petali nel Pantheon

Pantheon. ph. evan qu – unsplash
Il giorno di Pentecoste, dal foro aperto sulla cupola del Pantheon, cade una pioggia di petali di rossi, creando un gioco di luci e porpora magico.
Il rito è antichissimo e rimanda alla discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli.
Sono i vigili del fuoco che ogni anno salgono sulla cupola a far cadere la pioggia di petali.
Ma perchè i sanpietrini si chiamano sanpietrini?

ph. daniel wells – unsplash
Non certo per il nome del santo cui si rivolgono le bestemmie dei romani quando fracassano gli ammortizzatori dei motorini nel percorrerli.
Semplicemente, questo tipo di pavimentazione, un tempo molto avanzata perché agevolava le carrozze molto meglio dei mattoni in pietra e dello sterrato e anche molto costosa, fu usato per la prima volta solo per il lastricato di Piazza San Pietro e per moltissimi anni ne rimase prerogativa.
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Bernini e Borromini: una leggenda anacronistica
Sei hai visto Roma hai sicuramente fatto un salto nella bellissima Piazza Navona, con i suoi baretti, i suoi artisti di strada che vendono quadri e ritratti, il suo via vai in cui i turisti sono praticamente più local dei local.
E poi, protagonisti della piazza e della sua monumentale bellezza, la Fontana dei Quattro Fiumi, ideata e progettata da Gian Lorenzo Bernini – tra il luglio 1648 ed il giugno 1651 -su commissione di papa Innocenzo X e l’antistante chiesa di Sant’Agnese in Agone, su progetto del talentoso rivale Borromini.
La posizione della statua che rappresenta il Rio de la Plata, che praticamente guarda la facciata della chiesa e sembra ripararsi dal suo crollo imminente, ha alimentato molto le leggende popolari sulla rivalità tra due grandi della storia dell’arte.
Anche il gigante che rappresenta il fiume Nilo si copre il volto come a dire “Anvedi che schifezza!”.
Ma in realtà l’iconoclastica scultorea dell’epoca era retta da ben altre regole: il Nilo in realtà si copre il volto perché all’epoca della sua realizzazione non se ne conoscevano ancora le sorgenti.
Invece la posizione del Rio de la Plata è un moto dinamico volto a compensare il peso del sacco d’argento che porta con sé (simbolo del colore argenteo del fiume).
Per altro, se ciò non bastasse a dimostrare che Bernini non ha progettato un’opera monumentale per fare uno sfregio ad un rivale, i lavori per la costruzione della chiesa iniziarono almeno un anno dopo la fine della costruzione della fontana.
(Per la cronaca, gli altri due fiumi rappresentati sono il Nilo e Il Gange e tutti e 4 rappresentano i continenti allora noti, assoggettati al potere della chiesa, dei cui simboli la fontana è ricca).
Magia? No, prospettiva!

cupola Basilica di San Pietro. ph. simone savoldi -unsplash
Quando vai a visitare la Basilica di San Pietro fai caso alla cupola man mano che ti ci avvicini, percorrendo il rettilineo che parte dalla bellissima Villa Pamphili.
Più ti avvicini, più ti sembrerà rimpicciolirsi.
Allontanandoti camminando all’indietro, parrà diventare invece sempre più grande.
No, nessuna magia, “solo” un effetto ottico creato da chi conosce le regole della prospettiva, e quindi sa come raggirarle.
Tutta la progettazione della Basilica di San Pietro fu studiata per dare effetti prospettici tali da suscitare ignoto, paura, riverenza.
Mi viene in mente una frase letta nel museo delle illusioni di Vilnius: se vuoi conoscere la magia, studia la scienza!
Silvia
Amo Roma e l’ho visitata diverse volte, però lo spioncino che permette di vedere tre stati non lo conoscevo proprio! 🙂 Grazie, la prossima volta che torno a Roma ci andrò sicuramente!