Capita di andare in viaggio e di non stare in hotel, ma di affittare uno di quei B&B con cucina, piccoli appartamenti, monolocali attrezzati.
I motivi sono svariati: convenienza per soggiorni più lunghi, necessità di seguire regimi alimentari specifici, occasioni speciali e sconti di cui approfittare.
A me è capitato di avere come accomodation una stanza con cucina o appartamento a Oslo, Parma, Sliema (dove ho vissuto per u po’), Palma di Maiorca, New York, Melbourne. Chi mi conosce sa che il mio passaggio in cucina è tutt’altro che invasivo, eppure in tutti questi posti, mi è sempre capitato di preparare qualcosa.
Quando capita di avere a disposizione uno spazio che vada oltre il letto e il bagno, fanne qualcosa di buono, non ignorarlo e non trascurarlo perché può diventare un posto per arricchire la tua esperienza di viaggio.
Dietro la mera convenienza e il vil denaro (vile soprattutto perché non c’è, l’infame!), poter andare in un posto straniero e avere uno spazio cucina consente e obbliga a fare altre cose interessantissime come andare a fare la spesa in un market locale, vedere quali sono i prodotti di punta del consumo alimentare del posto, interagire con i gestori e farsi dire – anche a gesti – come si usa e cucina quella determinata cosa.
Avere una cucina ti permette in pratica, con un po’ di fantasia e voglia di studiare divertendoti, di cimentarti nella cucina locale, fare sfide alla masterchef con i tuoi compagni di viaggio e vivere una parte inedita di una permanenza fuori.
Ora, se sei una cuoca con i controfiocchi, se ami la cucina complessa e sai di che cosa stai parlando quando si tratta di accendere i fornelli e spadellare, fai tesoro semplicemente dello spunto dato sino ad ora, cioè quello di inserire nella tua esperienza di viaggio anche
- la spesa al mini market frequentato dai locali
- la spesa al mercatino più gettonato tra i locali, come il Zhenski Pazar Women’s Market di Sofia
- scoperta delle ricette locali e preparazione delle stesse
- allestimento dello spazio per mangiare in maniera il più carina possibile, con candele, bicchieri NON di carta, piatti veri, tovagliette colorate (la vita è già un posto difficile e complesso, trattiamoci bene anche nella forma, non solo nella sostanza, quando possibile)
- Fotografare le fasi di preparazione che saranno un ricordo fisico dei colori/odori/sapori dell’esperienza culinaria.
Pane, amore (q.b) e fantasia (a volontà).
Ogni posto del mondo ha la sua specifica tipologia di pane, diverso per sapore, ingredienti, forma (ad esempio, guarda questo di Timisoara e non dirmi che non lo trovi antropologicamente interessante…)
Usa questo alimento base come punto di partenza della tua cucina esotica in terra straniera.
Abbinalo a salse locali e chiedi agli esercenti che te lo vendono come viene di solito mangiato. In genere il pane non va accompagnato da cose troppo complesse e preparazioni lunghe, quindi un antipasto corposo verrà fuori con molta facilità.
Qualunque cosa non necessiti di essere cotta
Ogni luogo ha i suoi formaggi tipici.
Ecco, cerca i formaggi locali e anche il secondo piatto è fatto. Unisci marmellate e mostarde locali, per quanto io sia consapevole che questa cosa del formaggio e conserve è molto arroccato sull’immaginario gastronomico dell’Europa occidentale.
All’atto dell’acquisto non esagerare con le quantità, dal momento che si tratta pur sempre di sapori che non conosci e potresti non comprendere al 100%.
Io ricordo di Malta, ad esempio, il formaggio di capra speziato al pepe, compagno di molte mie cene mentecatte.
Spezie (da portare poi anche a casa)
Le spezie hanno un potenziale infinito, non solo in cucina. Leggi ad esempio come possono diventare un meraviglioso regalo di viaggio.
Con le spezie però c’è da impegnarsi un po’ di più, perché è difficile che l’abitudine locale sia aprire il barattolo di curcuma e mangiarla a cucchiaiate.
Possibile che tu debba spadellare un po’ per unire il tuo mix di spezie locali ad un riso, una carne o pesce particolare.
Osa, tanto nessuno ti giudicherà. Chiedi a google o a un commerciante qual è il modo più semplice per cucinare una cosa a caso con la spezia che hai appena acquistato.
Ora, devi sapere che il banco delle spezie è il posto migliore al mondo per interagire. Il venditore di formaggio non sempre saprà dirti dei centomila modi di mangiare quel formaggio. Ma lo speziarolo sì, è per definizione un pozzo di antropologia culinaria senza fondo. Quindi vai al banco delle spezie e prendi appunti.
I migliori banchi delle spezie della mia vita?
- Quelli della costa Azzurra (descritti ed elencati in questo post campione di visualizzazioni)
- Quello di Sofia, chiamato “Il mercato delle donne” perché le casalinghe vengono qui tutte le mattine (millemilioni di bancarelle in legno solo per le spezie)
- Quello di Marsaxlokk, a Malta, dove trovi anche il pesce più fresco dell’isola
- Vista del mercato di Marsaxlokk
- Mercato delle Donne a Sofia
- Mercato delle spezie Nizza
- Mercato di Antibes
Punta sempre sulle Tapas
Ho già fatto un elogio delle Tapas come filosofia alimentare, che ho adottato non solo in viaggio ma anche nella vita quotidiana. Basata sull’assaggiare molte cose e non saziarsi mai di nulla, accompagnare la diversità dei sapori con vino o birra, allestire la tavola con un mix di piccoli sapori locali e attendere di non aver più nulla di cui chiacchierare o cui pensare, quando i piatti sono vuoti.
Paesi con un immaginario culinario molto diverso. Sii coraggiosa!
Il gioco vale, forse ancor di più, se ci troviamo in un paese il cui immaginario culinario è molto diverso dal nostro. Che cosa farei se fossi, adesso, in Giappone, Cina, Vietnam, India?
Cercherei un mercato locale, superando le paure relative a igiene, paura di stare male ecc.
La cultura locale passa anche e soprattutto dai luoghi in cui la gente del posto vive il quotidiano, quindi perché non chiedere o osservare come si mangia una tipologia di cibo che mai abbiamo visto nella nostra vita?
Hai mai cucinato qualcosa di “esotico” mentre eri in un terra straniera? Come è andata?
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