La mia esperienza maltese ha coperto un arco di sedici settimane, durante le quali non ho fatto alcun tipo di spostamento né verso l’Italia tanto meno verso altri paesi. Si può dire che sia stato il periodo stanziale più lungo negli ultimi dieci anni, durante il quale mi sono auto-reclusa nell’isola (anche perché le mie entrate in quel periodo non erano proprio adatte a spostamenti frequenti).
E poi, diciamoci la verità, vivere per 4 mesi a ridosso del mare, in una casa grande con altre 5 ragazze, trascorrere le giornate tra Sliema, Saint Giulien, Birkirkara (dove andavo in pullman 4 giorni a settimana per lavorare in un’agenzia di traduzioni dove tutti parlavano maltese), prendere il mio pastizzi sulla via del ritorno, leggere a ridosso del mare e, nei week end, vededere ‘cose’ in giro nel paese più assurdo nel quale mi sia mai imbattuta, non era poi così male e appagava bene il mio desiderio di esotico.
Ma torniamo all’oggetto di questo post: i mercatini maltesi e lo street food.
Partiamo dai mercatini, che hanno in sé la genuinità dei marcati del sud Italia, suoni e soprattutto luci orientali. Sono certa che saranno tutti molto graditi agli amanti del genere, belli come quelli della Costa Azzurra (dei quali parlo in questo post) ma con quel nonsocché di più rustico e tremendamente folle, nelle urla dei pescivendoli come nell’anarchia dei suoi abitanti.
COSTA AZZURRA, mercatini per le tasche di tutti e lo spirito di pochi.
Mercato domenicale di Valletta
Si tiene nel piazzale antistante l’ingresso della città, non lontano dalle fermate degli autobus (piccola nota in merito: a Malta è bene muoversi con gli autobus perché costano poco, ne passano centomiliardi al secondo [sono privati, uniti da un sindacato che ne regola le procedure, i costi, la gestione], portano ovunque unendo anche le città più lontane [il concetto di lontano a Malta è relativo dal momento che l’isola ha in tutto una superficie di 316 kmq]).
Si tratta di un mercatino dell’antiquariato e di cazzabbubbole varie, in cui è possibile trovare oggetti stranissimi e talvolta anche ben tenuti. Poi vi si vendono anche fiori e spezie che, come mi ha insegnato la mia amica Larossa dopo il nostro viaggio a Sofia, possono diventare ottimo souvenir di viaggio.
Vittoriosa (o Birgu) martedì mattina
Molto particolare, di più di quello di Valletta. Anch’esso all’ingresso della città, vicino all’arco di entrata. Bancarelle di usato, bigiotteria, giocatoli antichi e anche oggetti da collezione a prezzo stracciato.
Visita a Vittoriosa consigliata, non serve molto tempo ma ne vale la pena. Come è anche il caso di tornare a Valletta o Siema con un luzzu (piccole barchette colorate guidate dai pescatori locali). Trattate sul prezzo, che ovviamente pagherete in nero perché chi vi darà il passaggio sono per lo più pescatori o giovani che hanno acquistato / ereditato la barca e arrotondano dando uno strappo a chi ha necessità di una scorciatoia via mare.
Frutta e verdura fresca a Ta Qali.
Si tratta di un mercato dove, ogni martedì e sabato, dalle 7 alle 14, si vende frutta a km zero, prodotta dai contadini locali.
Dal produttore al consumatore, insomma.
Posto bellissimo per fare foto.
Maesaxlokk, epico mercato del pesce e non solo
Anche se sono vegetariana, il pesce di Marsaxlokk (si scrive persino meglio di come si pronuncia [marsciasclok]) è un mercato di tutto, in particolare di pesce freschissimo. Per aggiudicarsi il migliore, bisogna andare alle sette di mattina del lunedì, dove viene venduto subito il ricavato della pesca della domenica notte.
Pesca fatta sia con le normali paranze che con i luzzi che vedrete ormeggiati sul porticciolo.
Che te lo dico a fare, sul porticciolo tantissimi ristoranti economici che servono ottimo pesce, tra cui il Tartarun (Xatt is-Sajjieda, mar-sab 11.30-16 e19-23, dom 11.30-16, tel. 00356.21658089), che utilizza solo ingredienti a km zero, conosce bene la tradizione ma non annoia solo con quella, dandosi anche alle sperimentazioni e contaminazioni.
Ovunque decidiate di andare, i piatti locali che possono essere interessanti sono:
- tal-Lampuki , unatorta salata di pesce,
- qarabali , zucchine ripiene,
- kannoli , dolci alla ricotta (ti ricordano qualcosa?).
- kapunata , versione locale della caponata,
- Soppa tal-arala (zuppa della vedova), densa zuppa di verdure e molto formaggio di capra.
Tra una passeggiata e una tratta in bus per andare da un posto all’altro, le fan dello street food troveranno a Malta una commistione di cose stranissime e altre apparentemente identiche a quelle italiane ma con varianti notevoli negli ingredienti.
Io ero una grande mangiatrice di Pastizzi, triangoli o conchiglie di pasta sfoglia ripieni di ricotta o crema di piselli. Ne esiste anche una versione rotonda, simile all’apparenza al rustico leccese ma ripiena solo di ricotta.
Un po’ più rara dei pastizzi che sono praticamente ovunque, c’è l’ottimo hobz biz-zej , una specie di elaborata bruschetta, spesso condita con dell’ottimo olio di oliva maltese.
Tra i dolci, un’altra prelibatezza locale è la helwa tat-tork , a base di zucchero e mandorle tritate. Io non ne vado matta, ma gli amanti del genere potrebbero apprezzare.
Lascia un commento