Noi, che a vent’anni viaggiavamo così:

Momento A m’arcord.
Noi che abbiamo trent’anni o su di lì, abbiamo iniziato a viaggiare in autonomia (o come nel caso dei lettori di questo blog, da sole e da soli) dieci anni fa o giù di lì.
Prima dei venti, c’erano i viaggi con la scuola, con gli scout, per i più fortunati con la famiglia. E per quelli mega paraculati, anche con gli amici e le amiche ‘senza adulti accompagnatori’ intorno ai 17-18-19.
Correvano gli anni dieci, o la fine del vecchio secolo. Già storia. Una storia strana però. Una storia sbagliata, diciamo.

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Erano i primi anni 2000, e mentre i grandi si chiedevano se gli aerei Ryan volassero per davvero o se i passeggeri dovessero portare la benzina da casa, noi prenotavamo voli a 0.99 centesimi e partivamo. Solo con uno zaino, per altro, cosa quasi impensabile sino ad allora.
E per andare ovunque in Italia o in Europa, facevamo scalo a Londra, perché costava meno. Meno di un euro, intendo.

C’è chi, non sapendo in quale giorno rientrare dall’Erasmus, prenotava 4 voli, in 4 giorni diversi, a 0.01 centesimo l’uno.
Molti di noi hanno imparato ad usare internet dopo la maturità. E lo hanno fatto solo per prenotare un volo senza agenzia.
Ci siamo fatti il poste pay per andare all’università e pagare l’affitto, per farci accreditare gli stipendi dei nostri Co.Co.Co e Co.Co.Pro e per… pagarci i biglietti di Ryan e Trenitalia.

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Sì, Trenitalia, proprio quella che dal 2003 al 2008 era impazzita (o meglio, erano impazziti quelli dell’ufficio marketing e promozione) e dava i biglietti Milano-Nizza a 15 euro e le tratte per la Germania a 29, sino ad introdurre le tariffe a 15 euro sugli intercity notte, per viaggiare da una punta all’altra della penisola a 15 euro in seconda classe e a 30 con le cuccette in prima.
Mi spiego meglio: il mio primo Lecce-Nizza AR nel 2004 mi è costato 60 euro in tutto.

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I tempi cambiano, i costi crescono.
Ma noi abbiamo avuto la possibilità di ammalarci di altrove per via di un complotto, una truffa con dolo che ben presto si sarebbe rivelata per la sua reale essenza.
Una truffa ad una generazione, la prima nella storia, che è bene dimentichi il lusso e gli agi così come li aveva appresi nella famiglia di origine, perché per noi, mi par chiaro, saran sempre vacche magre.
Ma il sapore del viaggio ce lo dovevano dare, e gratis.
Perché lo sapevano, i bastardi, che offerte o non offerte, soldi o non soldi, crisi o non crisi, bomba o non bomba, di viaggiare non avremmo più smesso.

E quindi, eccoci. A malapena paghiamo l’affitto, rinunciamo all’auto… ma abbiamo super smartphone e appena possibile viaggiamo.

Rinunciamo alla casa di proprietà, anche ai figli. Ma non a viaggiare.
Siamo vittime del Complotto degli anni ’10.

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