Cose che una blogger dovrebbe fare… e che io non faccio

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Da blogger che lavora (e quindi guadagna [anche]) dal proprio blog, mi capita spesso – diciamo tutti i giorni o tutte le sere – di leggere e studiare on line piccoli manuali o post su come fare per aumentare il traffico, aumentare il page rank, abbassare i livelli di bouncing (numero di persone che entrano sul blog per caso ed escono subito perché non immediatamente colpite o interessate ai contenuti) e tante altre cose.

Ci sono delle pratiche che trovo costantemente indicate in questi post, scritti anche molto bene e spesso con consigli utilissimi, e presumo che si tratti di cose davvero importanti, parte dell’ABC del blogging, perché sono consigliate davvero ovunque dagli esperti, ma che io proprio non voglio fare.

Anche solo per spiegare a me stessa che non sono completamente stupida, adesso vi spiego quali sono queste cose IMPORTANTISSIME per chi lavora con il proprio blog, che non troverete In My Suicase.

Hi, I’m a #digitalnomad but I still use paper to take notes. And post-it as well.

Una foto pubblicata da sabrina (@in_my_suitcase) in data:

#1 – Iscrizione al mio blog

Molti (ottimi) blog hanno sulla barra laterale il modulo di iscrizione al blog stesso.
Compilandolo riceverete una e-mail ad ogni nuovo articolo. Questo metodo è molto utile quando si tratta di promuoversi presso un nuovo cliente e dal momento che spesso il numero di iscritti è visibile su un blog, sono per lo più le aziende che contattano i blogger alla luce di quel numeretto.

Il punto è che io oltre a fa’ sta cosa del blog, sono anche una persona che usa la posta elettronica e personalmente prendo in antipatia le e-mail costanti di aggiornamento dei blog di altri.  Anche i blog più interessanti, nel momento in cui trasformano gli articoli in mail, per me diventano spammer.
Preferisco avere l’abitudine di fare un giro, di tanto in tanto, sui miei blog preferiti e spero che in un futuro perfetto, altre e altri facciano altrettanto con il mio.

Ogni persona riceve ogni giorno, in media, dalle 15 alle 45 e-mail, delle quali solo il 10% sono utili e attese. Le altre sono pubblicità, spam, promozioni… cose che anche se interessanti escono fuori dalla sfera dell’utile.

Sono consapevole che ogni persona può essere interessata ad un solo tipo dei miei articoli (alcuni ai viaggi, altri solo ai viaggi in Europa, altri solo ai viaggi in USA ecc, altri ai consigli su blog, altri ai post sui social media) e preferirei che un lettore/lettrice mi seguisse su twitter per sapere di che cosa ho scritto ultimamente senza che il mio blog debba entrare nella sua cartella SPAM.

Ovviemente puoi seguirmi anche su Instagram🙂

translating a blog

#2 – Newsletter

Non ho una newsletter per i motivi di cui al punto #1. Lo so che sarò meno interessante per gli advertiser, ma le aziende devono capire che la newsletter è ormai una cosa arcaica. Non va più. Non abbiamo più tempo per leggere i post troppo lunghi su fb, figurati se leggiamo le newsletter.

#3 – Pop up (di nessun tipo) 

Non so tu, ma quando io leggo un post su un blog, soprattutto se molto interessante, ODIO i pop up che mi chiedono di seguire il blog su facebook, iscrivermi alla newsletter, acquistare un corso o un prodotto.
Siamo già bombardati dalla pubblicità e anche in basso a destra su questo blog c’è un adsense.

Quella volta che hai voglia di leggere quello che scrivo… perché dovrei interromperti con un PopUpDimmerda?

Dal punto di vista della strategia di monetizzazione dicono che sarebbe meglio inserire questi pop up… ma questo blog non è repubblica.it. Credo che, prima di inserire una pubblicità invasiva per la lettura, o anche esteticamente brutta (per non parlare del farsi domande sul tipo di prodotti pubblicizzati) sia il caso di interrogarsi su quanto vi si potrà effettivamente guadagnare.

Non mi pare il caso di rompere le palle al lettore/lettrice per quei ridicoli centesimi a click o visualizzazione. Sbaglio?

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Grafica per Twitter

#4 – Pubblicità

Quando ho deciso che il mio blog sarebbe diventato anche una forma di lavoro e quindi di guadagno (un anno fa, più o meno), mi sono informata sui programmi di affiliazione e sui programmi che pagano per click e visualizzazioni. Ne ho provati diversi, ma li ho chiusi subito quasi tutti, lasciano solo l’adsense che vedi in basso alla tua destra – e che riporta una pubblicità non scelta da me… ma da te e dai tuoi cookies ;-P).

Si è trattato per lo più di coerenza grafica e contenutistica. Per un po’ ho provato LinkWeLove, un programma di affiliazione che remunera il blogger che inserisce degli articoli correlati da altri blog. Il punto  che questi articoli non erano ‘correlati’ manco per niente ai miei contenuti e mi trovavo con dei link ad articoli su creme antirughe miracolose e diete strepitose in basso ai miei post.

Ho provato a scrivere all’assistenza e spiagare che spesso ho messo la faccia in campagne contro la stereotipizzazione della bellezza femminile e che non volevo per nessun motivo diete miracolose menzionate sul mio blog e loro, devo essere sincera, sono stati molto carini e hanno cercato di far sì che il sistema non generasse quei codici per In My Suitcase. Ma nulla, periodicamente il titolo ‘Scopri come ha fatto questa star a perdere 32 chili un due mesi’ tornava a comparire.

Niente, non ce l’ho fatta. Tolto tutto, a posto così.

instagram in my suitcase

#5 – Pagina facebook

Ok, partiamo dall’assunto che sto rivalutando questa posizione. Sino ad oggi non ho voluto creare una pagina facebook di In My Suicase perché condivido regolarmente i contenuti sul mio profilo e non mi va di chiedere ai miei contatti di seguire anche la pagina.

Però ultimamente ho appreso da una blogger molto brava che non necessariamente il traffico della pagina facebook deve essere lo stesso del tuo profilo. Tanto più se considero il fatto che questo blog è in due lingue e i miei contatti fb tendono a leggere soprattutto la versione in italiano.

Quindi la verità è che sto riconsiderando questa ipotesi ed è probabile che faccia l’esperimento della pagina facebook.

Il punto è che nelle cose veloci io non ci credo. Credo nelle cose complesse.
Presumo che il pubblico di lettori si costruisca nel tempo e anche i propri guadagni.

Che ne pensi?

 

 

2 Comments

  • Paola

    Quando ho letto “newsletter” ho tirato un sospiro di sollievo perché tutti – ma proprio tutti – i marketers, i blogger famosi e a momenti pure la parrucchiera concordano sulla totale necessità di averla. Io non la voglio fare, almeno non per il mio blog di viaggi, perché mi annoiano e dopo due o tre non le leggo più. Se mi interessi seguo il tuo blog, se mi dimentico forse non eri così interessante. Credo che alla fine debba emergere il lato umano del blogging perché altrimenti si diventa tali e quali ad un tour operator che cerca sempre di rifilarci qualche cosa!

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