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Sono un po’ pallide in viso, come delle silfidi. Spesso, ma non sempre, sono abbastanza magre. A volte sono la versione ben truccata della piccola Samara di The Ring. Sono le vegetariane in viaggio.
Vi convinceranno di essere puro spirito, di poter camminare per ore a energia solare, di non sentire stimoli corporali di alcun genere.
Con la stessa subdola disinvoltura con cui vi hanno fatto credere di non fare mai la cacca, potrebbero anche farvi credere di non aver mai fame. Che ‘mangiare o no, per me fa lo stesso’. Che ‘mangia pure tu, a me basta una spremuta biologica e passa la paura’.
Per l’amor del cielo, non ci credete! Non cascate in questo inganno, mai!
Le donne vegetariane sono in realtà drammaticamente simili a tutte le altre donne. Basta guardarle bene: il seno sarà anche piccolo, ma i quadricipiti sono proprio quelli ipertrofici delle pulzelle raminghe, da sempre alle prese con i bagni pubblici di ogni dove.
Preparatevi all’idea che ad un certo punto vorranno mangiare. E se non avranno la possibilità di farlo diventeranno intrattabili, crudeli, meschine. In barba ad ogni altro mondo migliore possibile, maltratteranno voi e il resto del mondo sinchè non avranno accesso ad un pasto. E sinchè non potranno bere. Perchè per quanto la cosa possa sembrare anomala, le veg-backpacker alzano il gomito e per via di strane mutazioni evolutive, hanno un fegato talvolta simile a quello di un uomo irlandese di 60 anni e 87 chili.
Mondo avvisato, mezzo salvato. Anche per oggi sono a posto col mio Karma.
Veniamo ad un aiuto concreto. 3 regole da seguire prima di intraprendere un viaggio con una donna vegetariana.
1- buttati nella rete.
Se resisti alla tentazione di gettare lei in una rete per la pesca a strascico, affidati alle mille mete segnalate on line sui posti migliori in cui anche lei potrà mangiare. Portàli come happy cow (lo so, andrebbero boicottati solo per il nome, ma tant’è…) sono in grado di fornire una vera e propria mappatura, paese per paese, di ristoranti con annesse recensioni degli utenti, non solo vegetariani. E questo è sinonimo di affidabilità.
2 – App-licati
Esistono delle App per smart-phone, gratuite o a costi irrisori, che indicano qual è il locale più vicino. Si tratta di strumenti utilissimi anche per chi ha qualunque tipo di intolleranza perchè consentono di scegliere e trovare i posti vicini adatti alle nostre esigenze attraverso un menù a più opzioni. Per l’estero, una delle migliori App è Yelp. In Italia è molto consigliata 2spaghi, ma io opto sempre per Tripadvisor (ovviamente io sono vegetariana).
3 – Scegli bene la guida
Il ‘problema’ dei vegetariani esiste, ignorarlo è scciocco. Quindi quando seleziono una guida cartacea in libreria (lo faccio sempre, non c’è App che possa competere con una guida che parte nuova e torna a casa distrutta), opto sempre per quella che prende in considerazione anche i vegetariani, i vegani, i musulmani, i supersayan, chi ha allergie ecc.
I tre punti di cui sopra sono superflui in posti come la Provenza, la Costa Azzurra, il Salento e la Puglia in Genere, la Sicilia, Barcellona. Ho mangiato bene e tanto senza aver mai dovuto specificare o chiedere nulla.
E aggiungo, niente paura. Una persona che viaggia è abituata a vedere e vivere nelle situazioni più disparate. Non ti odierà per sempre se mangi una bistecca o un hamburger (in tal caso, al massimo sarà preoccupata per te).
Se poi ti accorgi di essere con una persona che non tollera di vedere il suo compagno/a di viaggio mangiare un animale… si tratta di una vera vegetariana, ma forse non di una vera viaggiatrice.
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