Londra: perché è sempre come la prima volta

Premessa: quando acquisto un biglietto per Londra, cosa che mi è capitata in tutto non più di 4 volte nella vita, mi sento sempre molto molto “cool”.
Londra è un po’ uno stato mentale, so sempre che mi porterò a casa miriadi di nuovi spunti per nuovi post e articoli, foto interessanti nonostante la luce poco photo-friendly (almeno per me che non sono una professionista della fotografia), so sempre che ci saranno cose da vedere che non ho visto e vissuto nelle occasioni precedenti.

Però uno o due giorni prima di partire mi assale un senso contraddittorio di rosicamento e parziale odio per la capitale d’Albione, accompagnato e coadiuvato dalle seguenti riflessioni:

  • con i soldi che spenderò per 3 giorni a Londra mi ci sarei pagata due settimane  in un paese dell’Est Europa che ancora non ho mai visto (eh, sì… è il mio periodo d’amore per l’Est Europa)
  • pioverà. E io odio la pioggia
  • il luogo in cui andrò a dormire, se costa al di sotto delle 50 sterline a persona a notte, sarà sporchissimo
  • al di sotto delle 50 sterline a persona a notte non c’è comunque quasi nulla
  • ma ci sono già stata, che palle!

io cammino davanti ad una cabina telefonica in queen's gate

Poi però il giorno della partenza arriva.
Sempre. Sì, il ritorno a Londra prima o poi arriva.
La scusa ufficiale, questa volta, era accompagnare una mia cugina artista a vedere questa città in cui i musei sono immensi e gratuiti e che nonostante sia una metropoli, mantiene sempre dei tratti di tipicità e unicità, neanche fosse un paesino del Sud Italia.

“In fondo Londra è un paesino a misura umana” è stata la prima considerazione, nel 2004, dopo il mio primo viaggio a Londra nonché primo viaggio da sola (allora la scusa ufficiale era la mia ricerca per la tesi di laurea).

Che cosa cambia al quarto ritorno da oriunda a Londra? 

io e le mie solite pennichelle sulle panchine (St. James Park)

Lasciamo perdere la faccenda della pioggia perché dopo cinque anni di vita trascorsa a Milano smetti di farne una tragedia. Anzi, diciamo che trascorrere 4 ore in un pub nell’attesa che la pioggia diminuisca, e passare da una birra a tre birre, è il miglior modo per osservare l’umanità locale: gli impiegati che escono dall’ufficio alle 16.30 e restano a bere sino alle 20.00, le famiglie che hanno appena “ritirato” i bambini da scuola e li portano lì, al pub, le signore di mezza età che occupano diversi tavoli…  (dopo 4 puntate londinesi, non posso dire di aver mai visto nessuno bere tè, men che mai le signore londinesi. Solo pessima birra locale). 

Ovviamente poi vai via dal pub, e ovviamente la pioggia non è affatto diminuita sino a sera.

londra-bing-ban

Altra cosa che non ricordavo e della quale, semplicemente, non avevo una chiara cognizione nei viaggi precedenti, è della sensazione di assoluto dominio della città che si ha portando in tasca la  Oyster card, la tessera della metro ricaricabile.

Per tre giorni ho fatto una ricarica di 15 pound, di cui 5 rimborsati alla fine dell’utilizzo, e mi sono mossa dovunque e comodamente.
I vantaggi della Oyster sono così riassumibili: è utilizzabile su tutti i trasporti pubblici di Londra, compresi sconti sui percorsi in barca sul Tamigi e dà diritto al 50% di sconto sulle corse singole (che non costeranno quegli indecenti £4.80 (7 euro e 20 circa) ma £2.30. Ad ogni Utilizzo viene automaticamente calcolata la tariffa più conveniente per le corse effettuate durante la giornata e garantisce di non far pagare più di £6.50 al giorno nel centro di Londra.

Altra piccola considerazione a margine: Londra è trendy, c’è poco da fare. Il mondo si può evolvere all’infinito, gli stili cambiano e le mode si succedono, ma le cabine rosse e i taxi neri saranno sempre tra le cose più inutili e (anche per questo) cool del mondo, come l’Union Jack.

Cose così belle che ci fanno dimenticare i cappelli della Regina e delle sue parenti acquisite, la scarsa pulizia di qualunque accomodation al di sotto delle 50 sterline di cui sopra (anche perché non ho esperienza di altre tipologie di hotel a Londra), il pessimo cibo e la birra troppo leggera. 

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