Chi mi conosce da tempo lo sa (anche suo malgrado): questo blog esiste da anni e anni.
Il primissimo sabrinabarbante.it fu creato 12 anni fa con l’aiuto di un nuovo amico che sarebbe diventato nel tempo il grande amico. Scrivevo di ‘cose’, come tutti i primi blog agli albori del 2000. Per me fu abbastanza normale e automatico iniziare a scrivere dei miei viaggi dal momento che proprio in quel periodo è iniziata la mia attitudine compulsiva a togliermi periodicamente dalle scatole, sola o in compagnia.
Dal momento che la faccenda del ‘bloggare’ mi piaceva ho continuato aprendo blog sui miei libri e racconti ed ho continuato a farlo anche nel periodo 2007-2010, in cui gli ‘esperti’ dicevano che con l’avvento dei social e di facebook in particolare l’era dei blog era al termine.
Ho continuato perché non ascolto gli esperti e perché mi piaceva.
Ma questa non è che una breve crono-storia di come i miei blog sono passati da un hobby ad una sotto-specie di lavoro.
Ma che cosa mi ha davvero motivata? Voglio dire, non credo che la mia indubbia vanità sia sufficiente per tenermi legata per così tanti anni ad un Travel Blog anche senza guadagnarci un centesimo (sino a un anno fa, infatti [ergo, per ben 11 anni], non ne ho guadagnato né in soldi né in visibilità, dal momento che arrivavo al massimo a 150 visualizzazioni giornaliere quando presentavo un libro [su come abbia fatto a incrementare guadagni e visualizzazioni, prima o poi scriverò un How To. Per adesso i miei abiti da insegnante e santona sono ancora in sartoria, abbiate pazienza])
Credo che gestire un travel blog sia tra le cose più interessanti che abbia mai fatto e adesso vi spiego perché.
1 – Non si tratta solo di viaggiare!
La vita non basta viverla; bisogna saperla raccontare.
Non tutte le persone che viaggiano hanno un blog. Fuori da questa stanza il mondo è pieno di gente che viaggia ben più di me ma non ne scrive e trova altri modi per raccontare e raccontarsi i propri viaggi.
Quando scrivi dei tuoi viaggi però, li rivivi in modo differente anche da come tu stessa li hai vissuti di persona. Non è solo un racconto agli altri ma anche a te stessa.
Quando percorri una strada, durante un viaggio, ti concentri sulla strada, anche per via di tutti i meccanismi di aumento dell’attenzione che si innescano in automatico quando si è in un posto sconosciuto, soprattutto se si parla un’altra lingua. In realtà tutti i sensi sono attivi, e parti importanti di te immagazzinano percezioni, odori, suoni. Tutti questi tornano alla mente all’atto della scrittura. E più scrivi, più impari a farci caso mentre li vivi. E più ci fai caso, più impari a vivere.
Insomma, per me scrivere insegna a viaggiare, viaggiare insegna a scrivere.
2 – Recollection in Tranquillity
Il viaggio non è mai finito sinché non smetti di raccontarlo.
Quando sono a casa (o in qualunque strano porto o stazione che battezzo come tale) inizio a pensare al negozio di tè che ho visto chissà dove. Inizio a fare un viaggio mentale, proprio un trip di quelli veri, attraverso tutti i tea store bislacchi che ho visto in tutto il mondo ed è come essere in tutti quei posti di nuovo. Diventa un’esperienza così intensa che a volte fa piangere.
Diventa una specie di ‘recollection in tranquillity’ alla Wordsworth, ma mentre il caro William viveva queste esperienze su barche in laghi silenziosi amabilmente accompagnato dall’oppio, per chi scrive di viaggi può accadere in una stazione affollata, su un aereo, in un parco o in un bar.
3 – Studiare e imparare è altra cosa del ‘mestiere’ che davvero mi piace.
Non si studia solo geografia e destinazioni, ma anche tutte le robe relative al traffico e alle visualizzazioni, Seo, fotografia, widget, plug in, applicazioni, video editing. Insomma, inizi con lo scrivere dei – e nei – peggiori bar di Caracas e ti ritrovi a saper montare un video o a capire gli algoritmi che portano traffico al tuo blog. (Capito?? Gli algoritmi, per una che fa fatica a fare le sottrazioni!) Queste cose non si imparano solo dai libri e dai manuali ma anche da altre travel blogger.
E qui veniamo ad una delle cose MERAVIGLIOSE del travel-blogging:
4 – Leggere altri travelblog
Un travel blog fatto bene, scritto bene, con una bella grafica e belle foto mi riempie di idee, ispirazione, speranze in un futuro migliore in cui si capirà che forma e sostanza hanno rispettivamente senso solo se camminano insieme.
Altra cosa che adoro del lavoro di blogger è che tutti gli antichi meccanismi della concorrenza si sgretolano davanti ai nuovi meccanismi della condivisione.
Esempio: se commenti un articolo di un blogger, aumenti la sua visibilità ma per riflesso anche la tua.
Se ospiti articoli di altri aumenti la visibilità di entrambi, e lo stesso vale sui social.
Nel mondo del blogger e credo di tutti i freelance creativi, più i ‘competitor’ vanno avanti, maggiore è la possibilità che avrai di cavartela a tua volta.
Il mondo dei blogger e dei freelance creativi in generale ha (forse inconsapevolmente) superato il capitalismo e i suoi miseri fallimenti.
Ecco i miei blog di viaggio preferiti, che vi consiglio davvero di leggere:
Fringe in Travel, GirlVsGlobe, TeacakeTravels, heartmybackpack, JustOneWayTicket
Sì, sono tutte donne. Scriverò presto i motivi per cui preferisco in genere i blog scritti e gestiti da donne.
5 – A proposito del Commentare altri articoli su altri blog, sapete perché è interessante?
Perché si entra in contatto diretto con persone che hanno scritto qualcosa a tuo avviso bella e credibile. E non è come il commento su facebook. Spiego questa differenza con una metafora:
Commentare su fb e twitter è come discutere in una piazza. Commentare i post su un blog è come essere accolti in un casa, in un salotto, e parlare con in mano tè e biscotti fatti dal tuo ospite.
6 – Pubblicare mie foto
Scattare, modificare, posare per le mie foto è divertente perché posso fingere e giocare ad essere quello che non sono (fotografa, photoeditor, modella). Fingere di vivere altre vite e altri ruoli è una delle scappatoie momentanee più divertenti dalla contingenza del reale.
In fondo la vanità non è che l’arte di recitare la parte che vorremmo. Una delle vie più sane per la felicità.
7 – Leggere i miei articoli e riconsiderare altri aspetti del viaggio.
La nostalgia è uno dei miei sentimenti preferiti. Almeno, è quello che conosco meglio, costante compagna della mia vita. Rileggere vecchi post mi fa ricordare i posti che ho visto, le persone che ho conosciuto e vissuto. E pensandoci, all’improvviso ricordi cose della tua destinazione passata della quale non avevi mai scritto. Un vino, un luogo, una persona. Ed è come tornare in quel posto o pensare di tornarci e ri-aspettare domani per avere nostalgia.
Scrivere la vita è una terapia per tenere traccia delle cose che ancora hai da fare e vivere.
Tutte le illuminanti citazioni sono mie. Oggi sono ispirata.
C’è qualcosa che ti piace particolarmente nel leggere o scrivere un blog (soprattutto di viaggio)?
Valeria
Buongiorno Sabrina,
mi ha incuriosito una frase in questo post in cui dici che generalmente preferisci i blog scritti da donne. anche per me è così, ma sarei tanto curiosa di conoscere la tua risposta. grazie! Valeria