Vai a Milano ADESSO

C’è una Milano scritta solo tra le righe delle sue narrazioni ufficiali.296083_2340297229688_6822434_n

Le narrazioni ufficiali sono quelle dell’Expo, dell’efficienza a tutti i costi e della corsa verso ‘cose’, quella della Capitale Morale, faccenda della quale ai milanesi comuni frega ben poco.
Sono quelle amabilmente stereotipate in film da Benvenuti al Sud/Nord, raccontate anche con ironia, per carità, ma che nascondono uno spirito della città che forse può essere descritto solo dalla musica.

Io che tra quelle righe sottese alle narrazioni ufficiali ci ho trovato anche qualcosa di simile ad una casa, ti consiglio di andare a Milano a partire da oggi, che Expo chiude.
Oggi che Milano torna ad essere solo Milano, senza il solito peso specifico del resto del mondo.

Ecco 4 motivi più che validi per andare a Milano adesso.

1 – Alberi veri, della vita vera

autunno a Milano

Milano in autunno ha percorsi più romantici di Praga. I colori accesi delle foglie caduche non sono solo nei parchi, dai Giardini di Porta Venezia al Parco Lambro ma in tutti i principali viali della città.
Adesso viene meno l’obbligo morale del dover vedere l’Expo a tutti i costi, perché l’Expo non c’è più. Quindi keep calm and have a walk. Prendi il tram e non la metro, usa il bike sharing o cammina e basta.

2 – Meno padiglioni, più tradizioni etniche 

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C’è chi ha trascorso cinque o sei o più ore per entrare nel padiglione del Giappone. Tanto di cappello a chi ha fatto quest’impresa epica, per la quale sarà certamente valsa la pena. Ora, dal momento che la fila per l’Expo non puoi più farla, approfittane per mangiare in Via Melzo e vie attigue, alla ricerca del ristorante africano che fa più al caso tuo. In quest’area ci sono i migliori ristoranti africani d’Europa. Ne ho provati diversi e in tutti ho trovato ampia scelta veg (anche onnivora ovviamente), prezzi decenti, pulizia.

 

Non solo africa: tra i ristoranti etnici di Milano, ribadisco, tra i migliori d’Europa, ci sono le tradizioni culinarie di tutto il mondo, in particolare dell’oriente. Mio personale suggerimento per gli amanti o per i curiosi della cucina Vietnamita, Vietnam Mon amour, in via Taramelli. Ambiente di classe e curato, piatti deliziosi e soprattutto chef che consigliano e raccontano i piatti anche sulla base degli ingredienti migliori disponibili ogni settimana.

I ristoranti etnici di Milano sono gestiti da milanesi di ogni parte del mondo e raccontano di una città che ha saputo e sa accogliere, dare ed essere casa, senza troppa politica e senza troppe chiacchiere.

3 – Think global, eat local. 

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Ora, la faccenda del giro del mondo in 80 padiglioni (al giorno) è anche molto bella, ma facciamo che adesso si va a Milano e si mangia milanese? Dai, non è poi così male.
Parto con il consigliare un po’ di posti accoglienti e con cibo buono: Boccon Divino in via Carducci (ad un passo dalle principali linee di tram, bus e metro), la Bocciofila Caccialanza, via Padova 91 (rustica ma con prodotti sempre freschi) e, per gli amanti degli happy hour, la Vecchia Latteria, in via dell’Unione: ogni giovedì aperitivo a prezzo fisso con prodotti veg freschissimi e musica live.

E infine, il mio preferito: Damm-Atra (in dialetto milanese, ascoltami, dammi retta) in via Lombardini. Bell’atmosfera di classe, luci soffuse, coccole in formaggio in attesa del cibo ordinato o del conto. Qui, chiedete il piatto tipico lombardo che più vi aggrada del menù e io consiglio a tutte e a tutti le bucce di patata fritte.

4 – Non ci sono file da fare, stai ‘calmino’ e cammina piano. In centro.

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Cammina in Via Brera, fatti leggere la mano e il futuro da una delle cartomanti lungo il viale con i sampietrini (lascia a casa il tacco 12!). Siediti a guardare i pittori di strada e ad ascoltare i busker, i ragazzi che si esercitano a fare i giocolieri.

E soprattutto, vai a Milano adesso,  per cercare una Milano diversa, che non ti hanno voluto e saputo raccontare.

Vai a Milano adesso per conoscere Milano, non gli affari, non il design, non il Martini.

Vai a Milano adesso e cerca Milano e chiedi di Milano, non del resto del mondo.

 

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