Tradurre il tuo blog in più lingue: come e perché farlo (e SE farlo)

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Parto dall’assunto che io lo faccio.
Scorrendo diversi articoli si può vedere che moltissimi sono tradotti in italiano e in inglese. Come si può vedere, non uso un plug in specifico ma riscrivo il pezzo (un nuovo pezzo) in una nuova lingua.

Ma andiamo per gradi, spiegherò a breve come e cosa faccio io per rendere il mio blog fruibile sia ai lettrici italiane che a lettrici e lettori stranieri.

Perché tradurre un blog? Pro e contro

Ovviamente, per una mera questione di numeri, è preferibile avere il proprio blog in due lingue, la propria e l’inglese o o spagnolo o il cinese (pare siano le tre lingue più parlate).
Ma quasi tutti i lettori spagnoli e cinesi che amano leggere on line sanno leggere in inglese, quindi inutile per ora stare troppo a cercare le classifiche delle lingue con più madrelingua: quello che conta è il numero di potenziali lettori.

Al che mi si potrebbe chiedere (e mi è stato chiesto): ma allora perché non creare un blog solo in inglese?

Work station in real life

Le mie risposte sono:

  • Amo la mia lingua, mi diverte, mi permette esercizi di stile e giochi di ironia che non esistono in altre lingue.
  • Ho dei lettori e delle lettrici abbastanza fedeli che amano leggere in italiano e mi seguono da quando il traffico del mio blog non era neanche l’ultimo dei miei pensieri. Questi fedelissimi e fedelissime non corrispondono, a dire il vero, a numeri da capogiro ma non mi va davvero di perderle e perderli.
  • Mia madre legge solo in italiano.
  • Il mio blog, per i tre motivi di cui sopra, è sempre stato impostato in lingua italiana e sui motori di ricerca e nel famoso ranking, questo ha un peso.

Infatti le visite portate dal plugin del SEO agli articoli in inglese sono inferiori rispetto a quelle degli stessi pezzi in italiano.

Allora ti chiederai: perché perdere tempo e non lasciare tutto solo in Italiano?
Le ragioni sono:

full time blogger - in my suitcase

  • Al di là del SEO, riuscire nel tempo ad avere follower stranieri fissi è un toccasana per il ranking delle pagine (e per l’autostima);
  • Indicizzarsi bene anche con dei post in inglese fa sì che si possa essere contattati anche da Web Agency internazionali (che in genere pagano meglio);
  • Poter proporre un Guest Post ad una web agency o a un cliente per due tipi di traffico, italiano e internazionale, è un uno valore aggiunto:
  • Questo ranking si ottiene anche con i back-link che si possono mettere commentando altri blog su articoli affini al tuo (no, non è spamming, è una pratica anche molto apprezzata tra i blogger di tutto il mondo)
  • StumbleUpon ha pochi utenti italiani ma questo social aiuta tantisssssimo nelle visualizzazioni uniche
  • Pinterest e Medium sono due social che hanno soprattuto lettori inglesi e mi porta molto traffico
  • amo TANTISSIMO la lingua inglese e mi permette giochi di parole e tirate ironiche inedite nella mia lingua
  • buona parte dei gruppi di blogger in fb di cui faccio parte hanno l’inglese come lingua veicolare. Dal momento che questi gruppi sono divertenti e utilissimi non ho intenzione di rinunciarvi.

Dopo questa dissertazione sui buono motivi (e le contropartite) di avere un blog in doppia lingua pur non avendo un prodotto da vendere ma ‘solo’ contenuti da proporre, veniamo a capire come si può tradurre un blog in più lingue.

Io utilizzo tre metodi, due basati sull’uso di plugin, l’altro è un ‘barbatrucco’ che uso per il mio blog.

#recipe for a #working day: have a #tea, #cookies, a #smile And dream about #london

Una foto pubblicata da sabrina (@in_my_suitcase) in data:

Plugin per la traduzione

Utilizzo o ho utilizzato dei plugin per i miei principali clienti: Nel caso di un blog per un’azienda che produce e vende in Italia e all’estero servizi e materiali per fotografia aerea, dunque in cui tutti i post avevano necessità di essere tradotti perchè tutti orientati alla vendita, il plugin che usavo era WPML Multilingual CMS. 
Perfetto per tradurre un blog e/o un sito in due o più lingue (Ita e Eng sono le due che usavo io in questo caso), costa 190 euro l’anno per un massimo di 5 lingue disponibili e un monte parole di 50.000. La versione più costosa per  tutte le lingue costa più di 4000 euro l’anno.
Molto intuitivo, consente, dopo che hai scritto e pubblicato il pezzo nella lingua 1, di copiare il contenuto dall’italiano e tradurlo manualmente (o di chiedere, per un costo aggiuntivo abbastanza basso, una traduzione ad un traduttore legato all’azienda).

Consente di impostare il SEO in più lingue, trattando la traduzione come un nuovo articolo.

Per un altro cliente per il quale scrivo da oltre 5 anni, che si occupa di ville di lusso in affitto in Salento, ho adottato invece il plugin qTranslateX, gratuito, che consente di tradurre in tantissime lingue (io gestisco il blog in Italiano, inglese e francese).

Dopo aver scaricato qTranslateX, bisogna scaricare un altro plugn (qTranslateX slug) che serve come widget per far apparire le bandierine della lingua accanto ad ogni articolo. Non c’è che da posizionarlo a piacimento dalla sezione widget e seguire le semplici indicazioni dalle impostazioni del plugin (più facile a fare che a dire, ci si impiega 10 minuti).

Mentre non ho controindicazioni per il primo (e vorrei vedere, dopo che il cliente ha speso 200 dollari per il plugin come minimo non voglio controindicazioni), qTranslateX ha alcuni piccoli difetti:

  • a volte cliccando sulle bandierine la pagina tradotta non appare subito ma bisogna cliccare una seconda volta
  • una volta installato non lo puoi più disinstallare, altrimenti perdi molti pezzi (tutti quelli tradotti).
  • Il SEO lo puoi impostare comunque solo in una lingua (purtroppo questo fa perdere più tempo nel ranking per cui bisogna impegnarsi molto nel diffondere l’articolo nella lingua in cui il SEO non è impostato attraverso altri canali come Stumble, strategie su twitter ecc).

OVVIAMENTE, lo dico per i non addetti ai lavori, ma forse avrei dovuto dirlo subito, NON SI TRATTA DI TRADUZIONI AUTOMATICHE. Anche perché le traduzioni automatiche non sono delle vere traduzioni, sono colme di errori e ogni volta che si usa Google translate un traduttore professionista muore, come scritto in questo articolo sulle 5 frasi da non dire ad un traduttore.
Le traduzioni bisogna farle (o farle fare) manualmente e con le proprie competenze.

work 2

E poi c’è il metodo Sabrina

Come si può vedere dagli articoli in doppia lingua del mio travel blog, non ci sono bandierine o tasti che fanno cambiare la lingua. Tutti gli articoli rimandano ad una traduzione che, altro non è se non un altro articolo, con un altro SEO.
Per leggere solo i contenuti in inglese, è possibile scegliere la categoria In English.
Perché non mi affido ad un plugin?  (e daje con sti elenchi puntati!!)

  • perché non traduco tutti gli articoli ma solo quelli adatti al pubblico di entrambe le lingue (alcuni pezzi nascono in inglese, altri in italiano e decido di volta in volta se ogni pezzo è, oltre che traducibile, anche localizzabile – termine tecnico del magico mondo della traduzione);
  • perché ogni traduzione viene riconosciuta come nuovo articolo e questo mi aiuta (seppur poco) nel posizionamento perché risulta che abbia taaaaanto da scrivere anche nei momenti di crisi creativa, come scrivo in questo post (e poi non dite che non sono sincera!).
  • perché ho spesso cambiato template e grafica e non escludo di farlo di nuovo qualora dovessi trovare un template più adatto alla crescita del mio blog. Dal momento che i template di worpress non reagiscono sempre allo stesso modo ai plugin installati, tanto più a quelli complessi come quelli per le traduzioni, meglio non rischiare.

E questo è quanto.

Tradurre ogni pezzo o buona parte di essi è oggettivamente una fatica e un  investimento di tempo, ma non rinuncerei mai a nessuna delle due identità del mio travelblog. Perché il dover reimpostare non solo una lingua ma l’ironia, la semantica, i giochi di parole e l’immaginario stesso è un vero e proprio cambio di identità di un testo e di un’autrice. Ed è una delle cose che amo di più del lato ‘traduzioni’ del mio lavoro.

52 Comments

  • MIss Adore

    Waaa, ma allora il metodo alla sabrina, che ricorda molto la maghetta, è lo stesso che uso anche io. Sto leggendo e rileggendo tutto quello che hai scritto perchè hai davvero un blog molto chiaro e completo.
    grazie per queste perle.. piano piano anche io sconfiggerò la seo semmai riuscirò ad impararla…

  • Roberta

    Ciao Sabrina!
    Questo articolo è veramente utile! Ho da poco aperto un travel blog in inglese ma ora vorrei scrivere dei pezzi in Italiano. Sto cercando di utilizzare il tuo metodo personale. Sono ancora agli inizi e non me la sento di utilizzare un plugin prima di vedere dove mi porta il blog. Di conseguenza la mia domanda riguarda il plugin yoast seo. Il mio plugin è in inglese e quando scrivo un articolo in italiano il pallino seo diventa verde mentre quello della ” readability” rimane arancione. Questo può essere un problema? Hai avuto anche tu gli stessi problemi?
    Buona giornata!

    • Sabrina - In My Suitcase

      Cara Roberta, complimenti per il tuo blog e il tuo progetto. Ci sono dei punti sui quali crescere ma sei davvero sulla buona strada. La redability è un parametri con il quale toast valuta il potenziale di difficile o facile leggibilità; il crawler valuta come rosso o arancione un articolo che, ad esempio, ha molte frasi consecutive non divise da un punto e periodi troppo lunghi, tipici della lingua italiana. Per fortuna quando yoast ti dice che il parametro leggibilità va male ti indica anche che cosa migliorare. Leggi quei consigli e vedi se, seguendoli, non snaturi il tuo stile.
      PS. per la leggibilità, inserire più immagini è di grande aiuto 😉

  • Elisa Ruggieri

    Ciao Sabrina, ho letto con molto interesse il tuo post e mi hai fatto venire dei dubbi esistenziali.
    Stasera ho installato Polylang in versione gratuita associato al plugin Lingotek. Ora, meglio quello o meglio il metodo ‘Sabrina’? Mi hai fatto riflettere dicendo che se cambi template o altro, potrebbe non funzionare e quindi sarei punto a capo. Inoltre, se dovessi disinstallarlo un giorno, oltre a perdere gli articoli tradotti, perderei anche ranking su Google (che ora è molto molto basso, però non si sa mai che cresca)? Forse il tuo metodo è… più sicuro!

    • Sabrina - In My Suitcase

      Ciao Elisa, a mio avviso ti sei già data una risposta 🙂
      Per altro, contrariamente a quanto alcuni dicono, non ci sono particolari controindicazioni nella SEO con il metodo del pubblicare articoli in lingue diverse: l’importante è che tutti gli articoli abbiano una buona gestione di parole chiave, H2, lunghezza ecc e possono posizionarsi bene.
      I plug in sono validi per siti per lo più statici, senza troppe variazioni.

  • Fabrizio

    Ciao Sabrina, complimenti, ho scoperto il tuo blog nella mia ricerca attinente al tuo articolo, sul tradurre i post in inglese. Mi piace il tuo modo di scrivere, che definirei simpatico. Si scrittura “simpatica” in genere rispecchia la persona 😀. Io, da tecnico, (ma innamorato dello scrivere e non solo) ho aperto un blog orientato alla tecnologia, pian piano sto scrivendo articoli, puntando sulla qualità, in questo momento mi sto concentrando sulla diffusione della fibra ottica, campo nel quale opero. Mi sta balenando l’idea di riscrivere gli stessi articoli anche in inglese. Chiedo, ma secondo te è meglio aprire un altro dominio nel quale ripubblicare gli stessi articoli in inglese testo tradotto e stesse immagini? Oppure tenerli sullo stesso dominio, che é un .It inquadrando un’altra categoria? Se li pubblico su altro dominio, c’è il rischio che Google li identifichi come articoli duplicati? Ti ringrazio, faccio incetta di consigli, il tuo sarà graditissimo. Ciao da Fabrizio

    • Sabrina - In My Suitcase

      Ciao Fabrizio, scusa il ritardo ma nel fine settimana (a volte) resto lontana dal computer 🙂
      La prima domanda che ti faccio è: perché vorresti scrivere anche in inglese? Credi che nel medio-lungo periodo possa portarti molto traffico in più? In tal caso, ti consiglio di scaricarti un plugin per la pubblicazione in doppia lingua, così gli articoli non saranno visti da Mr G come duplucati.Mi raccomando però, imposta anche il SEO in inglese di modo che col tempo google ti possa portare nelle ricerche organiche anche in altre lingue.

  • rossana

    Ho visto che usi i social in doppia lingua. Io personalmente trovo i post in doppia lingua un po’ fastidiosi, perche’ poi hai commenti misti e spesso ti trovi mille commenti che non riesci a leggere (seguo uno che scrive in inglese e ceco… capirai la gioia di leggere i suoi followers cechi….)
    Meditavo di separare ogni social in 2 pagine separate (due pagine fb, due twitter… magari giusto instagram potrebbe restare ad una lingua sola, essendo primariamente ad immagini), cosi’ da gestire i due flussi separatamente. Chiaro pero’ che guardando la pagina singola, i like e commenti e followers si dimezzano…
    Come la vedi?

    • Sabrina - In My Suitcase

      Ciao Rossana, eh il post in doppia lingua può avere le sue controindicazioni, ma il mio blog è legato al mio account IG che di fatto utilizzo come teaser e piattaforma di microblogging collegata, quindi non posso esimermi perchè come vedi dal blog e dai commenti, ho lettori sia italiani che internazionali 🙂
      Credo che sia assolutamente controproducente avere doppio canale social… cioè, una follia 🙂 Sia perchè bisogna stare dietro a più canali che perchè c’è una tremenda dispersione di follower.
      Su twitter invece faccio o post in italiano o in inglese a seconda del target e non ci sono problemi (per fortuna twitter si presta benissimo anche a 10 lingue, basta usare hashtag che sono trend in ogni lingua) mentre facebook con l’opzione traduzione automatica aiuta moltissimo.

  • Maria Teresa

    Ho trovato il tuo blog in un momento disperato della mia vita (questo, per l’appunto) perché sto capendo forse, a quasi 30 anni suonati, che forse quello che mi piace di più (a parte viaggiare, OVVIAMENTE) è la traduzione. Sarebbe stupendo tradurre storie di viaggi, e di cibo, e tutto ciò che ne concerne. Aggiungo il tuo blog fra i miei preferiti. Quale sarà il tuo prossimo viaggio? Io fra qualche giorno volo a Creta. xxx. Maria Teresa

    • Sabrina - In My Suitcase

      Amo i momenti disperati della vita, quelli in cui ci si perde di vista. Perché ci si incammina per ritrovare qualcosa che ci piacerà molto o che, almeno ci stupirà.
      Io ho scoperto che scrivere di viaggio è la sola cosa che amo di più del viaggiare 🙂
      Prossima destinazione, in Italia. Poi forse Parigi oppure di nuovo nei Balcani. Ovviamente preferirei i Balcani ma dipende dal lavoro e dai blogtour ai quali devo andare. Continua a seguirmi! Qual è il tuo blog?

  • ivana split

    hai scritto un ottimo articolo! Per anni ho scritto il mio blog in ingese e croato, ma nella ultimi mesi scrivo solo in inglese….e’ piu facile, ma non sono contenta…. addesso voglio tornare a scrivere in due lingue perche amo i blog bilingual. Quella e’ la tua opinione di scrivendo in una lingua che non conosciamo perfettamente? Per esempio, il mio italiano e’ un levelo A1/B2….Forse qTranslateX mi posso aiutare anche con questo?

    • Sabrina - In My Suitcase

      Credo che per scrivere in un’altra lingua non serve essere del tutto bilingue ma è importante non fare errori. La professionalità passa anche attraverso la lingua, quindi meglio scrivere secondo le proprie possibilità del momento. A meno che tu non ti faccia dare una mano da traduttori professionisti 🙂

  • Lara Chiari

    Ciao Sabrina, grazie per tutte le informazioni che hai condiviso!
    Io ho aperto il mio blog da poco e ho pensato che in questa prima fase fosse bene concentrarsi su una lingua sola, l’italiano. Però l’idea di scrivere anche in inglese mi piace molto perché, come dici anche tu, ci sono modi di dire e frasi che in inglese suonano proprio bene e hanno tutto un altro slancio rispetto all’italiano. Certo poi che, per altre, è vero il contrario.
    Comunque, quando deciderò di lanciarmi nella traduzione di alcuni dei miei articoli, seguirò quasi sicuramente il ‘metodo Sabrina’ e per questo ti ringrazio già in anticipo.
    Grazie ancora e complimenti 🙂

    • Sabrina - In My Suitcase

      Grazie a te Chiara! Mi fa davvero tanto tanto piacere quando dei miei consigli (o banali trucchetto) tornano utili.
      Mi do un’occhiata al tuo blog perchè mi hai incuriosita, intanto se farai la versione inglese e avrai bisogno di altri consigli sono qui!

  • Sheila

    Io ho visto la bandierina inglese e mi è balenaTa l idea di far il sito double. Mi hai chiaramente detto quello che nel mio immaginario so già… meglio far da soli senza il rischio di brutte figure!

  • Federico

    Ciao Sabrina!
    Complimenti per il blog e per l’articolo! 🙂 Ci sono finito sopra mentre cercavo un metodo per tradurre il mio (giovanissimo) blog (su WordPress) in inglese. Il tuo articolo era in cima ai risultati nella prima pagina di Google… E infatti merita di stare lì!
    Inizialmente pensavo di adottare il tuo trucco, molto semplice, adatto per scegliere se e cosa tradurre di volta in volta. Poi, però, ho provato a usare “Polylang” (è gratuito, facoltativamente si può eseguire l’upgrade alla versione “premium”) e, visto che mi trovo molto bene (con la versione gratuita), ho deciso di tenerlo. Presumo funzioni come WPML… Permette la completa gestione del sito in 2 o più lingue, attraverso una pagina dedicata alla traduzione delle “stringhe” (titolo del sito, testi su pulsanti ecc.) e il collegamento diretto fra pagine/post nelle varie lingue (per esempio, prima creo una pagina in italiano, poi la “duplico” in inglese; in tal modo sono “connesse”, perché una risulta essere la traduzione dell’altra, ma rimangono 2 pagine distinte, con ognuna le proprie impostazioni SEO nella propria lingua).
    Ho sentito anche da altre parti che “qTranslateX” ha qualche piccolo “problemino” e non è molto affidabile, dopo aver testato “Polylang”, posso dire che è sicuramente un’ottima scelta…!
    Chi avesse dubbi su cosa scegliere, potrebbe vedere Polylang in azione sul mio sito e divertirsi a giocare un po’ con le “bandierine”, navigare fra le pagine passando da una lingua all’altra… È molto fluido, non genera errori 404 perché nasconde il contenuto non tradotto nella lingua selezionata, direi che è decisamente valido! (Ho visto che su “Arialclick” funziona allo stesso modo.)
    Per il momento è tutto 😉
    Federico

    • Sabrina - In My Suitcase

      Ciao Federico. Grazie per il tuo commento e per il tuo suggerimento, è un grande valore aggiunto per questo articolo! Sarà di grande aiuto per i miei lettori e lettrici (sperando che leggano tutt* i commenti fino alla fine 🙂 )
      In bocca al lupo per il tuo nuovo blog! Vado subito a curiosare!

  • Zeudi

    Il tuo “metodo Sabrina”mi piace molto, volevo togliermi lo sfizio di pubblicare qualche post in inglese, visto che mi piace anche molto tradurre, ma senza complicarmi troppo la vita e questa tua soluzione mi sembra geniale. Complimenti e grazie per l’idea!

  • Alessandra

    Ciao Sabrina! Ho iniziato un blog da pochissimo e sono capitata nel tuo mentre cercavo soluzioni per la doppia lingua. Avevo inserito un tristissimo pulsante google translator per consentire ai miei amici stranieri di capire qualcosa ma hai ragione.. ogni volta che lo provo un traduttore muore 🙂
    Userò anche io il metodo Sabrina! Devo solo capire se il mio template consente di creare un’area a parte per certe categorie. Nel frattempo mi sono fatta un giro ed è bellissimo, pieno di spunti interessanti e conto di leggerlo tutto. Grazie mille!

    • Sabrina - In My Suitcase

      Ciao Alessandra! Mille grazie per il tuo messaggio! Sono contenta che il metodo Sabrina ti piaccia 🙂 se mi dai la url del tuo blog do volentieri un’occhiata. Magari se riconosco il template di posso dire se puoi aprire sezioni nuove del menu o meno (ma credo di sì perché è una cosa molto semplice e comune).

  • Giulia

    Ciao Sabrina! Ho da pochissimo aperto il mio blog e questo dubbio sulla doppia lingua mi tormenta da almeno un mese. A volte penso a tutte le possibili difficoltà e lascio perdere ma poi mi vengono in mente tutti i contatti che ho su instagram e che non possono praticamente farci nulla con i miei articoli in italiano. I tuoi consigli sono stati utilissimi per schiarirmi un po’ le idee 🙂 Volevo solo chiederti, tu come ti comporti su Instagram e Facebook? Scrivi in doppia lingua nella caption o solo in una lingua? Grazie mille, un caro saluto!

    • Sabrina - In My Suitcase

      Ciao Giulia, prima di tutto AUGURISSIMI per il tuo blog!
      Le difficoltà ci sono, ma alla fine pagano e danno soddisfazioni e la tua intuizione sui contatti di fb e instagram è più che azzeccata. Il 90% delle mie foto in fb hanno didascalia in italiano e inglese. Scrivo prima in una lingua, poi metto degli spazi e la bandierina italiana o inglese e scrivo la traduzione. Sul mio profilo fb condivido tutto in italiano mentre nei gruppi di supporto tra blogger condivido i post in inglese. NB. non ho una pagina personale, ma so che adesso nelle pagine c’è la traduzione. Cioè puoi scrivere il post in più lingue e i lettori delle lingue in italiano o in inglese a seconda della lingua che capiscono

  • dieta dimagrante salutista

    Ciaо una mia amica mi hha twittato l’іndіrizzo di
    questo sitо e sono venuto a vedere se davvero meгita.
    Mi piuace enormemente. Subito messo tra i preferiti.
    Stupendo bⅼooǥ e template splendido!!

  • fashion jobs in los angeles

    Ciao unaa mmіa amica mі hа sharato іl llink a questo bloǥ e sono
    venuto a vedere com’è. Mi piace considerevolmente.
    Μesso tra i preferiti. Bellissimo sito e template spettacοlare.

  • Valiziosa

    Ciao Sabrina, complimenti per il blog, sto trovando consigli utilissimi! Io mi occupo di tutt’altro argomento (ahem), ma visto sto pensando ad un upgrade in inglese proprio per interagire con una community prevalentemente anglofona. Avrei però una domanda: nel caso di post ex novo in inglese con tanto di categoria per raggrupparli (che in effetti mi sembra l’opzione più ragionevole), come fai a non far comparire gli articoli nella homepage? Mi spiego: nel mio blog l’ultimo post pubblicato appare automaticamente nella home per primo e si va a ritroso, come posso fare per far sì che gli articoli in inglese rimangano ‘nascosti’ finché qualcuno non va a cliccare sulla categoria ‘English only’? Ti ringrazio in anticipo per la tua disponibilità 🙂

    • Sabrina - In My Suitcase

      Il tuo blog è MITICO! Me lo tengo tra i preferiti! Sesso e sessualità da un punto di vista femminile è un argomento che latita in rete, soprattutto se trattato bene. Veniamo alle tue domande: per l’impaginazione e i post che appaiono per primi, bisogna scegliere il giusto template wordpress. Il mio si chiama ColorMag ed è un template gratuito. Non è tra i più semplici, perché ha moltissime opzioni. CI ho messo una giornata a capirlo bene (e io sono abbastanza lenta) ma dopo aver capito bene tutte le potenzialità TUTTO è CAMBIATO. Come in una rivista, puoi raggruppare le rubriche e metterle dove vuoi. Dalla homepage del mio blog si vede che io ho scelto di far “scorrere” in home gli ultimi 5 articoli della categoria “destinazioni” e di raggruppare a lato gli ultimi 4 articoli in inglese, ma ognuno può sistemare come meglio crede. Dal momento che tu hai anche foto cover molto accattivanti, questo template di gioverebbe molto perché ti consentirebbe di creare l’impatto iniziale di una vera colorata rivista. E ovviamente potrebbe vedersi subito che c’è una sezione in italiano e una, parallela, in inglese. Spero di esserti stata utile. un bacio.

  • dieta dimagrante salutista

    Ciao uᥙna mia cⲟllega mmi ha twittatо l’indirizzo
    ԁi quеsto blog e ѕono venuto a vedere se effettivamente merita.
    Mi piaсe molto. Aggiunto trа i preferiti. Stupenddo sito
    e template meravigliⲟso!

  • Christian

    Ciao Sabrina, ci seguiamo da tempo su Instagram e questa è l’occasione giusta per farti finalmente i complimenti anzitutto per il blog in generale, e per questo articolo molto chiaro. Avevo letto da più parti che scrivendo sul blog utilizzando più lingue diverse ciò avrebbe portato a una penalizzazione da parte di Google, invece trovo sorprendente e molto interessante quello che hai detto tu, cioè che Google in un certo senso va orientato, e così sei riuscita a posizionare bene il blog in entrambe le lingue, ho capito bene, vero? Non so se aggiungerò l’inglese al mio blog che sto costruendo per il momento solo in italiano, perché la doppia lingua richiede una fatica immane immagino, ma è comunque un concetto molto interessante e ti faccio i compimenti.
    Poi volevo farti una domanda: come valuti a posteriori la tua scelta di dare a un travel blog il nome dominio corrispondente al tuo nome e cognome? E’ stata una scelta intenzionale o è dovuta al fatto che il dominio “In my suitcase” fosse già occupato? E soprattutto, oggi lo rifaresti? Personalmente, io sono deciso a fare la stessa cosa, è per questo che mi interessa la tua opinione 🙂
    PS scusa la lunghezza, spero di non essere stato troppo confusionario e rompipalle 🙂
    Sei proprio brava, un abbraccio.
    Christian

    • Sabrina - In My Suitcase

      Ciao Christian, grazie mille per il tuo messaggio!
      Rispondo subito alla domanda sul dominio con massima sincerità.
      Credo che la cosa ideale sia fare un dominio con il nome del blog!
      La mia scelta di dare il mio nome al dominio è dovuta al fatto che questo spazio esiste da dieci anni e solo con il tempo mi sono dedicata allo specifico del viaggio; dieci anni fa non era che un blog personale in linea con la preistoria digitale alla quale appartengo sul piano generazionale.
      Quando mi sono resa conto che il mio blog era ormai un travel blog non mi andava di ricambiare tutto e acquistare un nuovo url. Perchè, tienilo bene a mente, il nome del blog lo puoi cambiare tutte le volte che vuoi, ma l’url (ossia quel http://www.qualcosachevuoitu.com/it/us ecc ) non puoi più cambiarlo a meno che tu non ne acquisti uno nuovo.
      Diciamo che in 10anni questo blog è cambiato in tutto. la sola cosa che non è cambiato è il nome dell’autrice 😉
      Grazie tantissimo per il tuo prezioso incoraggiamento! (prezioso per davvero)

      • Christian

        Grazie Sabri per l’onesta e puntuale risposta. Si è vero che ai fini del posizionamento, e della visibilità in generale, sarebbe meglio scegliere un nome dominio più “brandizzabile” rispetto al proprio nome e cognome. D’altro canto, però, pensa questo: il fatto di avere il dominio col tuo nome ti permette di non essere vincolato per sempre e rigidamente a un argomento troppo specifico, e ti mantiene aperta la possibilità di fare dei leggeri cambiamenti se fosse necessario in futuro. Inoltre, un dominio come nomecognome.com è utilizzabile sia nel mercato italiano che in quello in lingua inglese, mentre se chiami il blog viaggiareèbello.com sarai per sempre vincolato all’italiano.
        Per quanto riguarda il tuo caso poi, secondo me tu potresti cercare di brandizzare proprio il tuo nome, e perciò dare anche al blog il tuo nome (quindi coincidenza tra nome dominio e nome blog). Insomma, secondo te “Sabrina Barbante” (magari con l’aggiunta di un sottotitolo) anziché “In my Suitcase” suonerebbe così male? Non credo. Potresti pensarci…
        Vabbè, immagino che tu ci abbia già pensato a questo quando hai scelto il nome, evidentemente hai fatto altre (e migliori, di sicuro) valutazioni 🙂

        • Sabrina - In My Suitcase

          Grazie Christian. Facciamo così: appena arrivo ad un page rank 5 inizio a pensare a passare da In My Suitcase a Sabrina Barbante :-). Sino ad allora, lascio il mio nome come payoff (cioè, inserito nella grafica del titolo, come adesso).

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  • dieta dimagrante salutista

    Sono 2 giorni che cerco e questo post è l’unicɑ
    cosa attraente cҺe trovo. Veramente briⅼlante. Se tutte ⅼe persone che сгeano blog facessero аttenzione di prokdurre mɑteriale affascinante come il tuo la rete
    sarebbe indubbiamente più efficaϲe. Ti rіngrazio.

  • Veronica

    Ciao Sabrina, idem come sopra: grazie 1000 per questo post utilissimo.
    Anch’io utilizzo WPML per gestire alcuni clienti ma nel mio blog ho utilizzato “naturalmente” il metodo Sabrina: mi è venuto spontaneo e così continuerò a fare (solo per alcuni post ovviamente), ma alla categoria “english” proprio non avevo pensato…

    Quindi:
    – grazie
    – adesso mi faccio un bel giro nei tuoi posts
    – sei già nei miei bookmark

    (e viva gli elenchi puntati!!! ).

    A presto
    Veronica

  • Eugenia

    Che bell’articolo che hai scritto, mi piace tanto il tuo metodo. Io invece, ho creato il mio blog bilingue perché volevo una nuova sfida, una sorta di scommessa con me stessa e anche perché adoro le lingue straniere, sopratutto inglese e quella italiana! Inoltre, mi piace mettermi in gioco e tradurre tutti i pezzi per il blog da sola, senza nessun plugin installato. Certo tale metodo richiede tanto tempo ma è cosi interessante e divertente fare l’elaborazione creativa dei testi che non posso più farne a meno!

    • Sabrina - In My Suitcase

      Sono perfettamente d’accordo: usare una lingua è una questione di identità e personalità del blog. Tu poi hai fatto una scelta originalissima: autrice russa, lingua inglese e italiana (da italiana sono fiera di te!!)

      • Eugenia

        Sabrina, grazie con tutto il cuore!!! Ci tengo moltissimo 🙂

      • Martina

        Ciao Sabrina, sono davvero contenta di averti scoperta grazie a questo articolo!
        Ho un blog personale che parla di libri, cucina e lifestyle e da qualche tempo a questa parte sto seriamente pensando di iniziare a scrivere anche in inglese, perchè amo questa lingua e sento il bisogno di mettermi alla prova. Il mio dubbio, tuttavia, è sempre stato in merito a come impostare questo “bilinguismo”. Io utilizzo una piattaforma Blogger e ho paura che usando un plugin potrebbe rallentare bruscamente il blog. L’ idea di scrivere un pezzo in italiano e uno in inglese, inoltre, non mi fa impazzire graficamente parlando. Poi ho letto del tuo metodo, di tradurre post per post, e questo processo non mi spaventa, anzi, mi attira molto. Nonostante ciò, non sono esattamente una cima in queste cose e mi chiedevo se potessi darmi qualche dritta su come impostare il tuo metodo sul mio blog, ma sopratttto a cosa intendessi con “Tutti gli articoli rimandano ad una traduzione che, altro non è se non un altro articolo, con un altro SEO.”! Ti ringrazio tantissimo e spero di non essere stata inopportuna.

        • Sabrina - In My Suitcase

          Inopportuna, ma scherzi?? Anzi grazie di cuore per il tuo lungo commento.
          Poi complimenti per il tuo blog, sia per la grafica che per i contenuti!
          Ti spiego meglio il metodo. Prendiamo come esempio questo articolo che hai commentato.
          In alto c’è scritto READ IT IN ENGLISH. Se clicchi su quel link potrai leggere l’articolo in inglese. Quello è un articolo a parte, creato ex novo proprio come quando ho creato questo, identico nei contenuti a quello in Italiano, solo che è tradotto ed è racchiuso nella categoria IN ENGLISH ONLY, che vedi nel menù in cima alla pagina. Se vai in quella categoria vedrai solo gli articoli che ho tradotto in inglese.
          Veniamo al tuo blog.
          Primo tutto crea una nuova categoria chiamandola ENGLISH, oppure READ THE BLOG IN ENGLISH, oppure ENGLISH ONLY.
          Poi prendiamo il tuo ultimo articolo, quello su Bologna (che mi ha fatto venire un’incredibile voglia di cioccolato). Traduci l’articolo in word, quindi crea un nuovo articolo nel tuo blog e invece di inserire un articolo in Italiano incolla questa traduzione. In cima al testo scrivi LEGGI LA VERSIONE IN ITALIANO oppure LEGGI IL POST IN ITALIANO e linka questa frase alla url del post su Bologna. Prima di pubblicare, inserisci questo articolo nella categoria ENGLISH che avrai appena creato (dovrebbe comparire un elenco delle categorie nell’admin, accanto all’articolo)
          Praticamente per ogni post dovrai scrivere la traduzione sottoforma di nuovo post e quindi collegarle tra di loro attraverso dei link.
          Non conosco bene la tua piattaforma, la wordpress e in particolare il mio template, consentono di riunire anche graficamente glia rticolo in inglese tutti nello stesso posto (ad esempio, se vai nella mia home page vedrai che sulla tua destra sono raggruppati gli ultimi 4 articoli in inglese).
          Spero di non essere stata troppo confusionaria.

  • Eugenia

    Che bel articolo che hai scritto e mi piace tanto il tuo metodo. Io invece, ho creato il mio blog bilingue perché volevo una nuova sfida, una sorta di scommessa con me stessa e anche perché adoro le lingue straniere, sopratutto inglese e quella italiana! Inoltre, mi piace mettermi in gioco e tradurre tutti i pezzi per il blog da sola, senza nessun plugin installato. Certo tale metodo richiede tanto tempo ma è cosi interessante e divertente fare l’elaborazione creativa dei testi che non posso più farne a meno!

  • Michele Liuzzi

    Ciao Sabrina, complimenti e grazie per queste preziosissime info!

    Ho intenzione di allargare il mio bacino di potenziali lettori e quindi voglio lanciarmi nel mirabolante mondo della lingua inglese (tanta aspettativa ?) .
    Sceglierò il metodo Sabrina e vediamo cosa succede…

    una domanda, inserendo articoli in inglese all’interno di un sito nativo italiano, non vado a crearmi problemi nei confronti di Google? Non so, qualcosa tipo che Big G non prende neanche in considerazione il mio articolo ENG perché ormai ha etichettato il mio blog ITA ?

    Grazie mille per la tua opera di erudizione!

    • Sabrina - In My Suitcase

      Ciao Michele, complimenti per il tuo blog al quale ho dato uno sguardo veloce e che continuerò a leggere anche perchè gli argomenti che tratti mi interessano molto, dal marketing ai consigli per i blog. Per quanto concerne the Big G… su ogni fronte va aiutato. Mi spiego: il mio blog è impostato in ITA e il traffico è cresciuto più in fretta perchè google mi ha posizionata prima nella mia lingua. Finchè non ho imparato ad aumentare il mio traffico e dire a Google che cosa fare. Come ho fatto? per prima cosa mi sono iscritta a diversi gruppi facebook di scambio commenti e supporto sui social, quasi tutti in lingua inglese. (sono gruppi interessantissimi, oltre che utili). Uno al quale ti suggerisco di iscriverti è “bloggers united”. Il traffico e la mia page authority sulla lingua inglese in pochi mesi è cresciuta così tanto che ho deciso di creare un gruppo simile anche per i blogger in lingua italiana, al quale ti invito ad iscriverti! Si chiama “Blog In Lingua Italiana – (commenti, Follow, Scambio Link)”.
      Anche commentando altri blog (cosa che vedo tu fai 🙂 ) mi ha aiutata a “orientare” la mia posizione su google. Spero di esserti stata utile. Tu e il tuo blog di certo lo sarete a me! Ad amiora!

  • write-u

    Il nostro sito offre traduzioni di siti web e blog, in tempi rapidi e prezzi vantaggiosi.
    Inoltre scriviamo articoli e guide utili a tenere aggiornato il proprio blog.

  • Jo

    Ciao Sabrina!
    Sono una newborn blogger e siccome anche io vorrei raggiungere entrambi: italiani e esteri stavo spulciando Google per capire come tradurre gli articoli e dopo diversi tentativi ho trovato te e questo bellissimo articolo, mi sono chiesta perche’ non ci avessi pensato prima a creare semplicemente una categoria solo per l’Inglese.. allora ti ho scritto per avvisarti che usero’ con orgoglio il metodo Sabrina (anche se me li dovro’ tradurre uno per uno) evitando anche disuguaglianze tra applicazioni e temi grafici!
    Ti ringrazio tantissimo!

    • Sabrina - In My Suitcase

      Ciao Jo, è bellissimo sapere pensare che hai tratto spunto! La cosa più bella dell’attività di blogger è che, essendo relativamente nuova, non si studia sui libri ma sulle esperienze condivise da altre e da altri. Mi daresti la url del tuo blog? Così mi faccio un giro tra i tuoi post.

      • Jo

        In effetti volevo gia’ linkarti la url ma il blog e’ proprio appena nato e lo devo “nutrire” con qualcosina in piu’. Una volta assestato sarai una delle prime a saperlo.. ancora GRAZIE davvero!

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