Parto dall’assunto che io lo faccio.
Scorrendo diversi articoli si può vedere che moltissimi sono tradotti in italiano e in inglese. Come si può vedere, non uso un plug in specifico ma riscrivo il pezzo (un nuovo pezzo) in una nuova lingua.
Ma andiamo per gradi, spiegherò a breve come e cosa faccio io per rendere il mio blog fruibile sia ai lettrici italiane che a lettrici e lettori stranieri.
Perché tradurre un blog? Pro e contro
Ovviamente, per una mera questione di numeri, è preferibile avere il proprio blog in due lingue, la propria e l’inglese o o spagnolo o il cinese (pare siano le tre lingue più parlate).
Ma quasi tutti i lettori spagnoli e cinesi che amano leggere on line sanno leggere in inglese, quindi inutile per ora stare troppo a cercare le classifiche delle lingue con più madrelingua: quello che conta è il numero di potenziali lettori.
Al che mi si potrebbe chiedere (e mi è stato chiesto): ma allora perché non creare un blog solo in inglese?

Work station in real life
Le mie risposte sono:
- Amo la mia lingua, mi diverte, mi permette esercizi di stile e giochi di ironia che non esistono in altre lingue.
- Ho dei lettori e delle lettrici abbastanza fedeli che amano leggere in italiano e mi seguono da quando il traffico del mio blog non era neanche l’ultimo dei miei pensieri. Questi fedelissimi e fedelissime non corrispondono, a dire il vero, a numeri da capogiro ma non mi va davvero di perderle e perderli.
- Mia madre legge solo in italiano.
- Il mio blog, per i tre motivi di cui sopra, è sempre stato impostato in lingua italiana e sui motori di ricerca e nel famoso ranking, questo ha un peso.
Infatti le visite portate dal plugin del SEO agli articoli in inglese sono inferiori rispetto a quelle degli stessi pezzi in italiano.
Allora ti chiederai: perché perdere tempo e non lasciare tutto solo in Italiano?
Le ragioni sono:
- Al di là del SEO, riuscire nel tempo ad avere follower stranieri fissi è un toccasana per il ranking delle pagine (e per l’autostima);
- Indicizzarsi bene anche con dei post in inglese fa sì che si possa essere contattati anche da Web Agency internazionali (che in genere pagano meglio);
- Poter proporre un Guest Post ad una web agency o a un cliente per due tipi di traffico, italiano e internazionale, è un uno valore aggiunto:
- Questo ranking si ottiene anche con i back-link che si possono mettere commentando altri blog su articoli affini al tuo (no, non è spamming, è una pratica anche molto apprezzata tra i blogger di tutto il mondo)
- StumbleUpon ha pochi utenti italiani ma questo social aiuta tantisssssimo nelle visualizzazioni uniche
- Pinterest e Medium sono due social che hanno soprattuto lettori inglesi e mi porta molto traffico
- amo TANTISSIMO la lingua inglese e mi permette giochi di parole e tirate ironiche inedite nella mia lingua
- buona parte dei gruppi di blogger in fb di cui faccio parte hanno l’inglese come lingua veicolare. Dal momento che questi gruppi sono divertenti e utilissimi non ho intenzione di rinunciarvi.
Dopo questa dissertazione sui buono motivi (e le contropartite) di avere un blog in doppia lingua pur non avendo un prodotto da vendere ma ‘solo’ contenuti da proporre, veniamo a capire come si può tradurre un blog in più lingue.
Io utilizzo tre metodi, due basati sull’uso di plugin, l’altro è un ‘barbatrucco’ che uso per il mio blog.
#recipe for a #working day: have a #tea, #cookies, a #smile And dream about #london
Una foto pubblicata da sabrina (@in_my_suitcase) in data:
Plugin per la traduzione
Utilizzo o ho utilizzato dei plugin per i miei principali clienti: Nel caso di un blog per un’azienda che produce e vende in Italia e all’estero servizi e materiali per fotografia aerea, dunque in cui tutti i post avevano necessità di essere tradotti perchè tutti orientati alla vendita, il plugin che usavo era WPML Multilingual CMS.
Perfetto per tradurre un blog e/o un sito in due o più lingue (Ita e Eng sono le due che usavo io in questo caso), costa 190 euro l’anno per un massimo di 5 lingue disponibili e un monte parole di 50.000. La versione più costosa per tutte le lingue costa più di 4000 euro l’anno.
Molto intuitivo, consente, dopo che hai scritto e pubblicato il pezzo nella lingua 1, di copiare il contenuto dall’italiano e tradurlo manualmente (o di chiedere, per un costo aggiuntivo abbastanza basso, una traduzione ad un traduttore legato all’azienda).
Consente di impostare il SEO in più lingue, trattando la traduzione come un nuovo articolo.
Per un altro cliente per il quale scrivo da oltre 5 anni, che si occupa di ville di lusso in affitto in Salento, ho adottato invece il plugin qTranslateX, gratuito, che consente di tradurre in tantissime lingue (io gestisco il blog in Italiano, inglese e francese).
Dopo aver scaricato qTranslateX, bisogna scaricare un altro plugn (qTranslateX slug) che serve come widget per far apparire le bandierine della lingua accanto ad ogni articolo. Non c’è che da posizionarlo a piacimento dalla sezione widget e seguire le semplici indicazioni dalle impostazioni del plugin (più facile a fare che a dire, ci si impiega 10 minuti).
Mentre non ho controindicazioni per il primo (e vorrei vedere, dopo che il cliente ha speso 200 dollari per il plugin come minimo non voglio controindicazioni), qTranslateX ha alcuni piccoli difetti:
- a volte cliccando sulle bandierine la pagina tradotta non appare subito ma bisogna cliccare una seconda volta
- una volta installato non lo puoi più disinstallare, altrimenti perdi molti pezzi (tutti quelli tradotti).
- Il SEO lo puoi impostare comunque solo in una lingua (purtroppo questo fa perdere più tempo nel ranking per cui bisogna impegnarsi molto nel diffondere l’articolo nella lingua in cui il SEO non è impostato attraverso altri canali come Stumble, strategie su twitter ecc).
OVVIAMENTE, lo dico per i non addetti ai lavori, ma forse avrei dovuto dirlo subito, NON SI TRATTA DI TRADUZIONI AUTOMATICHE. Anche perché le traduzioni automatiche non sono delle vere traduzioni, sono colme di errori e ogni volta che si usa Google translate un traduttore professionista muore, come scritto in questo articolo sulle 5 frasi da non dire ad un traduttore.
Le traduzioni bisogna farle (o farle fare) manualmente e con le proprie competenze.
E poi c’è il metodo Sabrina
Come si può vedere dagli articoli in doppia lingua del mio travel blog, non ci sono bandierine o tasti che fanno cambiare la lingua. Tutti gli articoli rimandano ad una traduzione che, altro non è se non un altro articolo, con un altro SEO.
Per leggere solo i contenuti in inglese, è possibile scegliere la categoria In English.
Perché non mi affido ad un plugin? (e daje con sti elenchi puntati!!)
- perché non traduco tutti gli articoli ma solo quelli adatti al pubblico di entrambe le lingue (alcuni pezzi nascono in inglese, altri in italiano e decido di volta in volta se ogni pezzo è, oltre che traducibile, anche localizzabile – termine tecnico del magico mondo della traduzione);
- perché ogni traduzione viene riconosciuta come nuovo articolo e questo mi aiuta (seppur poco) nel posizionamento perché risulta che abbia taaaaanto da scrivere anche nei momenti di crisi creativa, come scrivo in questo post (e poi non dite che non sono sincera!).
- perché ho spesso cambiato template e grafica e non escludo di farlo di nuovo qualora dovessi trovare un template più adatto alla crescita del mio blog. Dal momento che i template di worpress non reagiscono sempre allo stesso modo ai plugin installati, tanto più a quelli complessi come quelli per le traduzioni, meglio non rischiare.
E questo è quanto.
Tradurre ogni pezzo o buona parte di essi è oggettivamente una fatica e un investimento di tempo, ma non rinuncerei mai a nessuna delle due identità del mio travelblog. Perché il dover reimpostare non solo una lingua ma l’ironia, la semantica, i giochi di parole e l’immaginario stesso è un vero e proprio cambio di identità di un testo e di un’autrice. Ed è una delle cose che amo di più del lato ‘traduzioni’ del mio lavoro.
52 Comments
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Roberta
Ciao Sabrina!
Questo articolo è veramente utile! Ho da poco aperto un travel blog in inglese ma ora vorrei scrivere dei pezzi in Italiano. Sto cercando di utilizzare il tuo metodo personale. Sono ancora agli inizi e non me la sento di utilizzare un plugin prima di vedere dove mi porta il blog. Di conseguenza la mia domanda riguarda il plugin yoast seo. Il mio plugin è in inglese e quando scrivo un articolo in italiano il pallino seo diventa verde mentre quello della ” readability” rimane arancione. Questo può essere un problema? Hai avuto anche tu gli stessi problemi?
Buona giornata! -
Elisa Ruggieri
Ciao Sabrina, ho letto con molto interesse il tuo post e mi hai fatto venire dei dubbi esistenziali.
Stasera ho installato Polylang in versione gratuita associato al plugin Lingotek. Ora, meglio quello o meglio il metodo ‘Sabrina’? Mi hai fatto riflettere dicendo che se cambi template o altro, potrebbe non funzionare e quindi sarei punto a capo. Inoltre, se dovessi disinstallarlo un giorno, oltre a perdere gli articoli tradotti, perderei anche ranking su Google (che ora è molto molto basso, però non si sa mai che cresca)? Forse il tuo metodo è… più sicuro! -
Fabrizio
Ciao Sabrina, complimenti, ho scoperto il tuo blog nella mia ricerca attinente al tuo articolo, sul tradurre i post in inglese. Mi piace il tuo modo di scrivere, che definirei simpatico. Si scrittura “simpatica” in genere rispecchia la persona 😀. Io, da tecnico, (ma innamorato dello scrivere e non solo) ho aperto un blog orientato alla tecnologia, pian piano sto scrivendo articoli, puntando sulla qualità, in questo momento mi sto concentrando sulla diffusione della fibra ottica, campo nel quale opero. Mi sta balenando l’idea di riscrivere gli stessi articoli anche in inglese. Chiedo, ma secondo te è meglio aprire un altro dominio nel quale ripubblicare gli stessi articoli in inglese testo tradotto e stesse immagini? Oppure tenerli sullo stesso dominio, che é un .It inquadrando un’altra categoria? Se li pubblico su altro dominio, c’è il rischio che Google li identifichi come articoli duplicati? Ti ringrazio, faccio incetta di consigli, il tuo sarà graditissimo. Ciao da Fabrizio
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rossana
Ho visto che usi i social in doppia lingua. Io personalmente trovo i post in doppia lingua un po’ fastidiosi, perche’ poi hai commenti misti e spesso ti trovi mille commenti che non riesci a leggere (seguo uno che scrive in inglese e ceco… capirai la gioia di leggere i suoi followers cechi….)
Meditavo di separare ogni social in 2 pagine separate (due pagine fb, due twitter… magari giusto instagram potrebbe restare ad una lingua sola, essendo primariamente ad immagini), cosi’ da gestire i due flussi separatamente. Chiaro pero’ che guardando la pagina singola, i like e commenti e followers si dimezzano…
Come la vedi? -
Maria Teresa
Ho trovato il tuo blog in un momento disperato della mia vita (questo, per l’appunto) perché sto capendo forse, a quasi 30 anni suonati, che forse quello che mi piace di più (a parte viaggiare, OVVIAMENTE) è la traduzione. Sarebbe stupendo tradurre storie di viaggi, e di cibo, e tutto ciò che ne concerne. Aggiungo il tuo blog fra i miei preferiti. Quale sarà il tuo prossimo viaggio? Io fra qualche giorno volo a Creta. xxx. Maria Teresa
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ivana split
hai scritto un ottimo articolo! Per anni ho scritto il mio blog in ingese e croato, ma nella ultimi mesi scrivo solo in inglese….e’ piu facile, ma non sono contenta…. addesso voglio tornare a scrivere in due lingue perche amo i blog bilingual. Quella e’ la tua opinione di scrivendo in una lingua che non conosciamo perfettamente? Per esempio, il mio italiano e’ un levelo A1/B2….Forse qTranslateX mi posso aiutare anche con questo?
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Lara Chiari
Ciao Sabrina, grazie per tutte le informazioni che hai condiviso!
Io ho aperto il mio blog da poco e ho pensato che in questa prima fase fosse bene concentrarsi su una lingua sola, l’italiano. Però l’idea di scrivere anche in inglese mi piace molto perché, come dici anche tu, ci sono modi di dire e frasi che in inglese suonano proprio bene e hanno tutto un altro slancio rispetto all’italiano. Certo poi che, per altre, è vero il contrario.
Comunque, quando deciderò di lanciarmi nella traduzione di alcuni dei miei articoli, seguirò quasi sicuramente il ‘metodo Sabrina’ e per questo ti ringrazio già in anticipo.
Grazie ancora e complimenti 🙂 -
Sheila
Io ho visto la bandierina inglese e mi è balenaTa l idea di far il sito double. Mi hai chiaramente detto quello che nel mio immaginario so già… meglio far da soli senza il rischio di brutte figure!
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Federico
Ciao Sabrina!
Complimenti per il blog e per l’articolo! 🙂 Ci sono finito sopra mentre cercavo un metodo per tradurre il mio (giovanissimo) blog (su WordPress) in inglese. Il tuo articolo era in cima ai risultati nella prima pagina di Google… E infatti merita di stare lì!
Inizialmente pensavo di adottare il tuo trucco, molto semplice, adatto per scegliere se e cosa tradurre di volta in volta. Poi, però, ho provato a usare “Polylang” (è gratuito, facoltativamente si può eseguire l’upgrade alla versione “premium”) e, visto che mi trovo molto bene (con la versione gratuita), ho deciso di tenerlo. Presumo funzioni come WPML… Permette la completa gestione del sito in 2 o più lingue, attraverso una pagina dedicata alla traduzione delle “stringhe” (titolo del sito, testi su pulsanti ecc.) e il collegamento diretto fra pagine/post nelle varie lingue (per esempio, prima creo una pagina in italiano, poi la “duplico” in inglese; in tal modo sono “connesse”, perché una risulta essere la traduzione dell’altra, ma rimangono 2 pagine distinte, con ognuna le proprie impostazioni SEO nella propria lingua).
Ho sentito anche da altre parti che “qTranslateX” ha qualche piccolo “problemino” e non è molto affidabile, dopo aver testato “Polylang”, posso dire che è sicuramente un’ottima scelta…!
Chi avesse dubbi su cosa scegliere, potrebbe vedere Polylang in azione sul mio sito e divertirsi a giocare un po’ con le “bandierine”, navigare fra le pagine passando da una lingua all’altra… È molto fluido, non genera errori 404 perché nasconde il contenuto non tradotto nella lingua selezionata, direi che è decisamente valido! (Ho visto che su “Arialclick” funziona allo stesso modo.)
Per il momento è tutto 😉
Federico -
Zeudi
Il tuo “metodo Sabrina”mi piace molto, volevo togliermi lo sfizio di pubblicare qualche post in inglese, visto che mi piace anche molto tradurre, ma senza complicarmi troppo la vita e questa tua soluzione mi sembra geniale. Complimenti e grazie per l’idea!
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Alessandra
Ciao Sabrina! Ho iniziato un blog da pochissimo e sono capitata nel tuo mentre cercavo soluzioni per la doppia lingua. Avevo inserito un tristissimo pulsante google translator per consentire ai miei amici stranieri di capire qualcosa ma hai ragione.. ogni volta che lo provo un traduttore muore 🙂
Userò anche io il metodo Sabrina! Devo solo capire se il mio template consente di creare un’area a parte per certe categorie. Nel frattempo mi sono fatta un giro ed è bellissimo, pieno di spunti interessanti e conto di leggerlo tutto. Grazie mille! -
Giulia
Ciao Sabrina! Ho da pochissimo aperto il mio blog e questo dubbio sulla doppia lingua mi tormenta da almeno un mese. A volte penso a tutte le possibili difficoltà e lascio perdere ma poi mi vengono in mente tutti i contatti che ho su instagram e che non possono praticamente farci nulla con i miei articoli in italiano. I tuoi consigli sono stati utilissimi per schiarirmi un po’ le idee 🙂 Volevo solo chiederti, tu come ti comporti su Instagram e Facebook? Scrivi in doppia lingua nella caption o solo in una lingua? Grazie mille, un caro saluto!
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dieta dimagrante salutista
Ciaо una mia amica mi hha twittato l’іndіrizzo di
questo sitо e sono venuto a vedere se davvero meгita.
Mi piuace enormemente. Subito messo tra i preferiti.
Stupendo bⅼooǥ e template splendido!! -
fashion jobs in los angeles
Ciao unaa mmіa amica mі hа sharato іl llink a questo bloǥ e sono
venuto a vedere com’è. Mi piace considerevolmente.
Μesso tra i preferiti. Bellissimo sito e template spettacοlare. -
Valiziosa
Ciao Sabrina, complimenti per il blog, sto trovando consigli utilissimi! Io mi occupo di tutt’altro argomento (ahem), ma visto sto pensando ad un upgrade in inglese proprio per interagire con una community prevalentemente anglofona. Avrei però una domanda: nel caso di post ex novo in inglese con tanto di categoria per raggrupparli (che in effetti mi sembra l’opzione più ragionevole), come fai a non far comparire gli articoli nella homepage? Mi spiego: nel mio blog l’ultimo post pubblicato appare automaticamente nella home per primo e si va a ritroso, come posso fare per far sì che gli articoli in inglese rimangano ‘nascosti’ finché qualcuno non va a cliccare sulla categoria ‘English only’? Ti ringrazio in anticipo per la tua disponibilità 🙂
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dieta dimagrante salutista
Ciao uᥙna mia cⲟllega mmi ha twittatо l’indirizzo
ԁi quеsto blog e ѕono venuto a vedere se effettivamente merita.
Mi piaсe molto. Aggiunto trа i preferiti. Stupenddo sito
e template meravigliⲟso! -
Christian
Ciao Sabrina, ci seguiamo da tempo su Instagram e questa è l’occasione giusta per farti finalmente i complimenti anzitutto per il blog in generale, e per questo articolo molto chiaro. Avevo letto da più parti che scrivendo sul blog utilizzando più lingue diverse ciò avrebbe portato a una penalizzazione da parte di Google, invece trovo sorprendente e molto interessante quello che hai detto tu, cioè che Google in un certo senso va orientato, e così sei riuscita a posizionare bene il blog in entrambe le lingue, ho capito bene, vero? Non so se aggiungerò l’inglese al mio blog che sto costruendo per il momento solo in italiano, perché la doppia lingua richiede una fatica immane immagino, ma è comunque un concetto molto interessante e ti faccio i compimenti.
Poi volevo farti una domanda: come valuti a posteriori la tua scelta di dare a un travel blog il nome dominio corrispondente al tuo nome e cognome? E’ stata una scelta intenzionale o è dovuta al fatto che il dominio “In my suitcase” fosse già occupato? E soprattutto, oggi lo rifaresti? Personalmente, io sono deciso a fare la stessa cosa, è per questo che mi interessa la tua opinione 🙂
PS scusa la lunghezza, spero di non essere stato troppo confusionario e rompipalle 🙂
Sei proprio brava, un abbraccio.
Christian -
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dieta dimagrante salutista
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sarebbe indubbiamente più efficaϲe. Ti rіngrazio. -
Veronica
Ciao Sabrina, idem come sopra: grazie 1000 per questo post utilissimo.
Anch’io utilizzo WPML per gestire alcuni clienti ma nel mio blog ho utilizzato “naturalmente” il metodo Sabrina: mi è venuto spontaneo e così continuerò a fare (solo per alcuni post ovviamente), ma alla categoria “english” proprio non avevo pensato…Quindi:
– grazie
– adesso mi faccio un bel giro nei tuoi posts
– sei già nei miei bookmark(e viva gli elenchi puntati!!! ).
A presto
Veronica -
Eugenia
Che bell’articolo che hai scritto, mi piace tanto il tuo metodo. Io invece, ho creato il mio blog bilingue perché volevo una nuova sfida, una sorta di scommessa con me stessa e anche perché adoro le lingue straniere, sopratutto inglese e quella italiana! Inoltre, mi piace mettermi in gioco e tradurre tutti i pezzi per il blog da sola, senza nessun plugin installato. Certo tale metodo richiede tanto tempo ma è cosi interessante e divertente fare l’elaborazione creativa dei testi che non posso più farne a meno!
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Eugenia
Che bel articolo che hai scritto e mi piace tanto il tuo metodo. Io invece, ho creato il mio blog bilingue perché volevo una nuova sfida, una sorta di scommessa con me stessa e anche perché adoro le lingue straniere, sopratutto inglese e quella italiana! Inoltre, mi piace mettermi in gioco e tradurre tutti i pezzi per il blog da sola, senza nessun plugin installato. Certo tale metodo richiede tanto tempo ma è cosi interessante e divertente fare l’elaborazione creativa dei testi che non posso più farne a meno!
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Michele Liuzzi
Ciao Sabrina, complimenti e grazie per queste preziosissime info!
Ho intenzione di allargare il mio bacino di potenziali lettori e quindi voglio lanciarmi nel mirabolante mondo della lingua inglese (tanta aspettativa ?) .
Sceglierò il metodo Sabrina e vediamo cosa succede…una domanda, inserendo articoli in inglese all’interno di un sito nativo italiano, non vado a crearmi problemi nei confronti di Google? Non so, qualcosa tipo che Big G non prende neanche in considerazione il mio articolo ENG perché ormai ha etichettato il mio blog ITA ?
Grazie mille per la tua opera di erudizione!
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write-u
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Jo
Ciao Sabrina!
Sono una newborn blogger e siccome anche io vorrei raggiungere entrambi: italiani e esteri stavo spulciando Google per capire come tradurre gli articoli e dopo diversi tentativi ho trovato te e questo bellissimo articolo, mi sono chiesta perche’ non ci avessi pensato prima a creare semplicemente una categoria solo per l’Inglese.. allora ti ho scritto per avvisarti che usero’ con orgoglio il metodo Sabrina (anche se me li dovro’ tradurre uno per uno) evitando anche disuguaglianze tra applicazioni e temi grafici!
Ti ringrazio tantissimo!
MIss Adore
Waaa, ma allora il metodo alla sabrina, che ricorda molto la maghetta, è lo stesso che uso anche io. Sto leggendo e rileggendo tutto quello che hai scritto perchè hai davvero un blog molto chiaro e completo.
grazie per queste perle.. piano piano anche io sconfiggerò la seo semmai riuscirò ad impararla…