Solstizio d’inverno a Riga: i riti più strani e come viverli

Molti viaggiatori hanno scoperto il mistero, la magia e la bellezza di trascorrere il solstizio d’Inverno a Riga. Ecco come si festeggia e perché è rimasta una celebrazione unica in Europa.

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Esistono esperienze di viaggio del periodo definito “Natalizio” che non comprendono necessariamente i mercatini di Natale e che possono essere davvero speciali. Uno di questi è la celebrazione del Solstizio d’Inverno a Riga e dintorni e, in generale, in Lettonia.

Vediamo come si celebra il Solstizio d’Inverno a Riga e in Lettonia, perché è così importante e da dove deriva questa tradizione.

Puoi anche ascoltare i contenuti di questo articolo, nella seconda puntata del mio podcast Fuori Luogo. 

 

Come si Festeggia il Solstizio di inverno a Riga e in Lettonia

Ti avevo già parlato della forte componente pagana precristiana ancora molto viva nelle tradizioni lettoni.

I riti del Solstizio d’Inverno vengono proprio da molto lontano, da quel paganesimo così forte da sempre nell’anima locale. Vediamo che cosa si fa di “particolare” in Lettonia il giorno della notte più lunga.

Trascinare lo Yule Log


In Lettonia e, ovviamente, a Riga, la tradizione vuole che il giorno del Solstizio d’inverno, in attesa della notte più lunga dell’anno, si trascinino dei tronchi per le strade e si trasportino ad una pira comune, dove i tronchi vengono dati alle fiamme.

Questa pratica, detta Yule Log, proviene da tempi antichissimi in cui i tronchi, trascinati da una fattoria all’altra, raccoglievano tutte le sventure dell’anno in chiusura, e tutti i pensieri e le energie negative venivano con essi bruciati. Non è difficile capire come mai, in molti paesi del Centro e Nord Europa, uno dei dolci più tradizionali del Natale è ancora fatto a forma di tronco, vero?

Inoltre le case, ancora oggi, insieme a molti pub e locali pubblici di Riga, vengono decorati con abeti e sempreverdi.
Un tempo i rametti di abete venivano decorati con piume di uccello, le ultime foglie secche, frutta secca, fili colorati; è da qui, dai paesi baltici, che proviene la tradizione di decorare gli abeti nel periodo di fine autunno: i crociati tedeschi del Tredicesimo secolo portarono gli abeti decorati come tradizione nell’Europa Centrale e lo fecero diventare il nostro albero di Natale.

Vagare di casa in casa vestiti da animali

come salvarsi viaggiando e come salvare gli altri, soprattutto


Ancora oggi, sia in città che nelle periferie e nelle campagne, gruppi di persone sfidano il freddo e spesso la neve per andare di casa in casa travestiti da animali, reali o immaginari.

Le persone vestite da animali o da personaggi “strani” sono sempre i benvenuti perché con i loro canti, stornelli e filastrocche spaventano e mandano via gli spiriti maligni.
Queste persone che bussano alle porte e cantano e urlano filastrocche non sono solo la versione più rude e folk dei Christmas Carols, ne sono semplicemente l’origine.

Prevedere il futuro con piccoli riti

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La notte più lunga dell’anno, per quanto apra le porte del lungo inverno baltico, è pur sempre l’inizio dell’allungarsi della luce e questo non era cosa da poco in un passato contadino in cui dalla luce e dall’asprezza dell’inverno potevano dipendere raccolti e vite umane.

Per cui era abitudine propiziatoria avere dei piccoli grandi riti per prevedere gli eventi dell’anno.
Ad esempio, contare le stelle per quantificare il raccolto dell’anno in arrivo o portare un gatto nero a fare il giro di un falò per fare soldi.
Con i secoli la tradizione del gatto nero si è spostata da “passeggiata intorno al falò” a passeggiata intorno ad una chiesa e non è difficile, con questi dettagli, capire come mai dal quindicesimo secolo in poi la chiesa abbia messo i gatti neri tra le creature infernali (cioè, per quell’epoca, pagane) e come mai molti sciocchi ancora pensino che questi animali bellissimi portino sfortuna.

Perché sono rimaste queste tradizioni?

Tutte queste tradizioni sono ancora praticate a Riga e in tutta la Lettonia durante il giorno e la notte del solstizio d’inverno.

I Paesi Baltici sono stati gli ultimi ad essere “cristianizzati”; i primi contatti con la cristianità provengono dalle crociate dell’area germanica nel Tredicesimo secolo. La posizione molto distante e difficilmente raggiungibile dai principali centri della cristianità hanno reso i paesi baltici più immuni dal graduale cambio di tradizioni che hanno fatto diventare “altro” tutti i riti pagani precristiani.

Che cosa fare se sei a Riga per il Solstizio d’Inverno

Ma vaniamo all’aspetto pratico: che cosa fare se sei a Riga e dintorni per il Solstizio d’Inverno?

Tutte queste tradizioni meravigliose vengono praticate come avveniva secoli fa nel bellissimo museo etnografico di Riga. Si tratta di uno dei musei etnografici all’aperto più grandi e più beli d’Europa (credo in assoluto il più grande).

Il 22 dicembre, dalle 12 alle 16, al costo di due euro, è possibile rivivere la magia dello Yule log, dei riti del fuoco, delle decorazioni e portare con sé un po’ di energia positiva per il nuovo anno in arrivo.

Per gli amanti del genere: scopri anche il museo etnografico di Banat, vicino Timisoara, e il museo etnografico di Stoccolma che nel periodo di Natale è sublime.

Anche nella città vecchia di Riga ci saranno processioni di persone in maschera che trascinano i loro tronchi, per poi bruciarli tutti nella piazza del municipio.

Segui la festa piena di campane, filastrocche e canzoni fino alla pira finale, brucia tutta la negatività che si è attaccata a te come fango sulla legna e poi… diventa fuoco anche tu e regalati nuova energia.

 

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