Ora che, dopo appena un mese dalla scoperta del metodo Chineasy, so scrivere alcune frasi in cinese e so persino esporle (e so fare tatuaggi in ideogrammi sugli arti dei miei affetti più cari – vedi prove fotografiche sotto*), seguo con piacere la sua ideatrice, la bravissima ShaoLan, in ogni sua tappa.
Ora che accedo a facebook dal cellulare sperando che abbiano pubblicato sulla pagina di Chineasy altri esercizi, mi chiedo se sia io del tutto pazza o se sia semplicemente lei, ShaoLan a meritare un Nobel per la scienza o per la letteratura (perchè la didattica linguistica cognitiva è una qualche forma di scienza, come l’editoria didattica è una forma di letteratura…).
E mi piacerebbe essere a Milano il 18 maggio al Wired Next Fest per poterglielo dire di persona.
Intanto diffondo con piacere quanto comunicatomi dal suo editore italiano, Ippocampo edizioni:
domani (15 maggio) esce l’edizione italiana di Chineasy – Il nuovo metodo per leggere il cinese.
Tre buoni motivi per cedere alla tentazione e incuriosirvi di questo metodo:
– allontana l’idea secondo cui il cinese è difficilissimo e impossibile per noi occidentali
– allontana l’idea secondo cui una lingua simile o la si impara da giovani o mai più
– si impara più sulla cultura cinese da un ideogramma che da articoli di antropologia e interi libri
– io cose noiose non ne faccio.
*Nadia mi permette di scriverle ‘PERSONA ARRABBIATA’ sulla faccia. Giulia mi permette di scriverle ‘OTTIMA DOMANDA’ sull’avambraccio. (per le frasi di senso compito c’è tempo. Per adesso ‘fa figo’ anche così)
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