Niente, io proprio non ce la faccio, non riesco ad uscirne.
Andare in Svezia nel giorno di Santa Lucia (e giorni immediatamente precedenti e successivi) mi ha portato a ripensare completamente al mio periodo Natalizio anche altrove, anche nella mia terra (che, per chi se lo fosse perso, è Lecce, un luogo in cui l’inverno vero ci viene per lo più raccontato come una leggenda messa in giro dai complottisti).
Stoccolma in particolare e la Svezia in generale, nei giorni più brevi dell’anno ti circondano di ritualità bellissime che ti mancheranno PER SEMPRE, ad ogni Natale (che tu sia di cultura cristiana e/o religione cattolica o meno, poco importa).
Racconto le cose del mio viaggio nella Svezia di metà dicembre che hanno cambiato il mio approccio alle feste del Natale e a molte altre cose.
Parto dal consigliare a tutte e a tutti di andare nel Museo Skansen, il primo museo di cultura popolare all’aperto del mondo, inaugurato nel 1891. Si tratta di un museo di storia locale che è molto molto più di un semplice museo. Dalle ricostruzioni storiche fedelissime (perché fatte con antiche case ricostruite esattamente come erano in passato) ai credibilissimi figuranti che in questo periodo sono gli abitanti e guide al suo interno, questo luogo è adatto per
- chi ama la storia e l’antropologia culturale,
- chi cerca tradizioni e cose tipiche
- chi vuole non solo vedere ma anche vivere e toccare le cose che impara.
Qui, gli abitanti di un villaggio svedese del 1750 mi hanno spiegato il motivo per cui a loro è tanto caro il caprone come elemento decorativo natalizio, ad esempio (Fateci caso, lo trovate sempre nel reparto decorazioni dell’IKEA). La capra era la raffigurazione di un’antica divinità pagana in tutto il nord Europa. Se altrove la cristianità è riuscita a farla gradualmente diventare una rappresentazione del Satanico, gli svedesi se la sono tenuta stretta, facendola convivere con le divinità vincitrici.
Il paganesimo in Svezia è forse la parte più bella di una festa religiosa e mi ha fatto percepire quanto siano belle le contaminazioni. La mia cultura non sarebbe così bella se non conservasse quella passata e smetterà di essere bella se non prenderà quelle a venire.
La Festa di Santa Lucia, lasciatela raccontare da una anziana contadina di metà 800, davanti al camino, mentre prepara il porridge.
Infatti, se nel centro città troverai adolescenti bellissime che sfilano cantando con le candele in testa, reduci da una sorta di concorso collettivo di bellezza e talento (istituzionalizzato nel 1927 da una rivista di Stoccolma), in questo rifugio di passato capirai davvero qual è il senso profondo delle candele sulla testa, a capo di una piccola fila indiana.
Quando alle tre del pomeriggio ti ritroverai immersa nel buio capirai le parole di quella contadina che ti ha raccontato di quando, un tempo, un buio così lungo e tenace ad un certo punto dell’anno scoraggiava chiunque, ed era importante per le comunità inventare più riti possibile in grado di espiare la costante paura di non farcela ad arrivare alla fine di un altro lunghissimo inverno.
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Stoccolma senza vie di mezzo
Altra cosa che, dopo Santa Lucia a Stoccolma, ti porti dentro per sempre, sono gli odori.
Natale non è più natale senza zenzero.
Inverno non è più inverno senza cannella.
Camino acceso non è più camino acceso senza glogg.
A volte, lo ammetto, resto in casa e accendo candele mentre faccio bollire un infuso alla cannella e chiodi di garofano e fingo di essere al nord del nord.
6 Comments
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michele
io ci sono stato a Febbraio… neve ovunque, mare gelato e temperature da -15 a -20°C
Se posso mi sposto sempre a piedi… e infatti ho rischiato l’assideramento un paio di volte.. Emoticon grin ma “andare per musei” e galeoni con quel paesaggio è impagabile. Ti senti sempre un poco come Alberto Angela in diretta dal Polo. 😀
la pecca è che gli alcolici costano troppo e la sera dopo le 20 c’ero solo io in giro ( ho pensato che data la meraviglia umana che sono gli/le svedesi, stavano facendo tutti l’amore… tranne me, tranne me, tranne meeee… cit.)
Dopo aver speso una fortuna nei vari Pub e aver ascoltato il miglior Blues Ever… Credo che ci ritornerò anche quest’anno. 😀
Simone
Ecco, allora forse il mio problema è che non amo la cannella (ma quasi quasi mi impegno ad amarla come te!)