Nuovo Museo di arte contemporanea a Sarajevo

150 opere di arte contemporanea donate da artisti di fama internazionale alla città di Sarajevo durante la guerra avranno finalmente una casa (e che casa) nell’edificio-opera Ars Aevi, progettato dalla fondazione Renzo Piano Workshop. 

Il progetto è stato da poco presentato, alla presenza della sindaca di Sarajevo e dell’ambasciatore Italiano in Bosnia, perché l’Italia ha un ruolo importante in tutto questo (il progetto è finanziato dall’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo-AICS)

Negli anni dell’assedio, 150 artisti, tra cui Marina Abramovic, Joseph Kosuth, Maja Bajevic e Michelangelo Pistoletto, donarono delle proprie opere alla città e tra qualche tempo queste avranno uno spazio speciale dedicato. Oggi sono comunque già visitabili presso la sede del municipio, edificio della Vijećnica.

Sarajevo di Notte

Già nel 2019 la capitale della Bosnia è stata insignita dall’UNESCO del titolo di “Città Creativa”, per aver messo l’arte e l’innovazione al centro degli investimenti; 

l’attuale sindaca, Benjamina Karić, del partito social democratico di Bosnia Erzegovina, ha tra le sue pratiche di successo quella di non distruggere quanto di buono è stato fatto in precedenza e collaborare anche con gli avversari politici.

cosa vedere a sarajevo in un giorno

Figlia di un musulmano bosniaco e di madre serba, Karić è erede diretta della storia del suo paese in ogni senso possibile; ha vissuto da bambina l’assedio più drammatico d’Europa dopo la seconda guerra mondiale, ma come tutta la sua generazione ha vissuto il dopoguerra con lo sguardo di chi vuole andare avanti. E come tutta la sua generazione, è stanca di sentir parlare di Bosnia solo nell’ottica narrativa del “Trent’anni dopo (l’assedio)”.

Nel giorno del suo insediamento, Karić ha venduto tutte le auto d’ordinanza del comune, lasciandone in dotazione solo una per protocollo. 

Questa, solo la prima delle scelte “anti spreco” in una città che arrancava dai postumi del Covid. In un paese che ha clientelismo e corruzione tra i principali problemi con cui fare i conti, non è un gesto di poca rilevanza.

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Oggi, si potrebbe trascorrere una settimana a Sarajevo solo per visitare i suoi musei di arte moderna e contemporanea, musica e costume, i luoghi diventati musei di arte ispirata alla guerra, che un tempo erano bunker e rifugi, ma anche tantissime gallerie d’arte private.
Ma Sarajevo è troppo invitante, nelle sue strade storiche con i caffè turchi e caffè europei, con le sue botteghe tradizionali e strade dello shopping moderno, per portarci solo nei suoi musei.

Sabrina_Sarajevo

Di fatto, la città è un esempio unico di museo a cielo aperto dove, oltre alla street art più convenzionale, è possibile vedere piccole installazioni che si trovano solo qui – vedi le Rose di Sarajevo, macchie di resina e vernice rossa in piccole crepe sul suolo, dove ai tempi del lungo assedio sono arrivati colpi di mortaio e granate.

Moschee tra le più belle al mondo, cattedrali cattoliche, ortodosse e sinagoghe ci ricordano quanto la convivenza e la multiculturalità fossero cose scontate nella storia bosniaca, e vogliano esserlo ancora oggi. 

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