Quando la mia amica ‘Larossa’ mi propone ‘il pranzo della domenica’, dire di no è eticamente sbagliato.
Come eticamente opinabile è il sacrificio.
Quindi, seppur con titubanza, lascio l’idea del pranzo solitario con crackers e formaggino alle ore 16.00, rinuncio all’imbruttimento da pc, faccialibro e pagina bianca per mancanza di ispirazione e rinuncio persino all’allettante idea di iniziare a fare il lavoro del lunedì mattina. Sacrifici che per amicizia bisogna fare.
Il messaggio su whatsApp di Larossa dice:
Aperitivo con tris di formaggi stagionati e freschi, pomodori secchi fatti in casa, grissini alle olive e tarallini misti.
Tagliatelle ai funghi su un letto di melanzane e piselli con una spolverata di pinoli saltati in padella e grana.
Tutto annaffiato da Primitivo Salentino IGP e tartufo bigusto vaniglia e cioccolato.
(Si badi all’adorabile e raffinato uso delle maiuscole al postto giusto nonostante il mezzo scelto).
Ora, io lavoro con le parole. Faccio ‘cose da PR’. Scrivo cose che poi devono essere lette.
Eppure, il mio messaggio su whatsApp sarebbe stato:
‘Ti va una pasta con cose e cazzabbubboli e puttanizie varie ed eventuali? ho del vino rosso e il gelato. dai dai vieni?’
E la mia amica ‘Larossa’ avrebbe rinunciato forse anche al suo prezioso allenamento da pugile, al riposo sul divano, alla passeggiata, alla lettura e alla sua cucina per accettare il mio invito nonostante il terribile servizio su un vassoio di parole veloci messe lì a caso.
Pentita di quello che non ho fatto questa volta, ma tante altre volte sì, ho deciso: le proposte per le persone che amo, dagli inviti al cinema alle proposte di ristoranti macrobiotici, dalla cena alla birra post cena saranno d’ora in poi accompagnate da descrizioni, parole e orpelli degni del mio affetto per loro.
Perchè le coccole iniziano con il primo ‘Ciao’.
E così che, in questa domenica di provincia, l’ingegnere-pugile (Larossa), insegna alla letterata ballerina che le parole sono il primo atto di amore verso gli altri.
Sempre. Con tutti i mezzi attraverso i quali passano.
nb. chiedo scusa alle ballerine vere per la mia auto-definizione di ballerina. Mi serviva per fini stilistici.
Giacché, chiedo scusa anche ai letterati che sono ancora più permalosi delle ballerine.
caterina
Sei veramente troppo troppo forte!