Se stai pianificando un viaggio in Georgia, ecco un elenco di cose che devi sapere: viaggio sicuro, situazione sanitaria, cose da vedere e cose da respirare
Sai quanto tengo alle riflessioni pre-partenza (e se sei qui per la prima volta, troverai altre riflessioni su altri paesi qui):
conoscere e riflettere su alcuni aspetti di un paese prima di partire è come imparare i principi di lingua straniera ben prima di andarla a studiare all’estero: rende tutto il processo di comprensione e decodifica più semplice e veloce e può trasformare il tuo viaggio non in una “conquista” ma in un processo intenso di comprensione di un luogo, che continua anche dopo la partenza e il ritorno.
I viaggi in Georgia hanno vissuto un’impennata negli ultimi anni, avvicinando questo paese del Caucaso all’immaginario di noi della vecchissima Europa (laddove vecchissima è riferito all’immagine che di essa ne abbiamo).
Vediamo gli aspetti più interessanti che a mio avviso ti saranno utili per il tuo itinerario di viaggio in Georgia.
Il doppio volto della Georgia
Ci sono paesi in cui, se visiti la capitale, vedrai una realtà differente rispetto alla periferia. Non è così in Georgia.
Certo, Tbilisi appare unica nel paese, una città in cui la modernità vuole ostentarsi e reggere il confronto con il passato soprattutto con le altre capitali d’Europa.
Ovviamente, si percepisce una ricchezza maggiore del resto del paese (detiene il 70% del PIL del paese).
Tuttavia, il suo essere una capitale “Giano Bifronte” è specchio di tutto il paese, qualcosa che avvertirai anche nelle zone più isolate.
Tbilisi ha una faccia rivolta alla “modernità” e “all’Europa” in termini architettonici e societari e un volto che guarda all’Asia e al complesso passato persiano, bizantino, arabo, mongolo, ottomano e russo. (quando uso le virgolette vuol dire che cito un concetto sapendo che si tratta di una supercazzola che, se sviscerata dal suo senso simbolico instabile, non vuol dire niente).
In questo articolo ho fatto un approfondimento sulla capitale della Georgia, Tbilisi, dalle cose da vedere alle cose da sapere, utile se stai pianificando un viaggio in Georgia e nella sua capitale.
Come guardare Tbilisi, bella, affollata e caotica
Nel post sulle cose da vedere a Tbilisi di cui ti ho dato un link qualche riga fa, ne parlo anche come città “schizofrenica”. Non farti ingannare dalle mie parole: se uso tanti aggettivi su un singolo luogo, vuole dire che quel luogo mi è rimasto davvero nel cuore.
Prima di addentrarti nelle aree antiche, nelle viuzze dei locali e dei café molto cool e confortevoli, sarai assalita da ambulanti che, in modo molto propositivo (a volte aggressivo, seppur con il sorriso) cercheranno di venderti di tutto, dalla foto con un pappagallo ai braccialetti. Sono tante le persone che vivono di espedienti e che quotidianamente vengono dalle aree limitrofe.
La Georgia è ancora uno dei 10 paesi con il PIL più basso dell’Eurasia e i pochi mezzi con i quali soprattutto i più anziani vivono, si intuiscono nei percorsi on the road tra le montagne dell’Imerezia o nelle strade che uniscono la capitale alle città secondarie.
Ai margini delle strade, spesso con lavori in corso per via dei processi di velocizzazione del paese e delle sue comunicazioni, vedrai baracche di legno o lamiera in cui si vendono dolci o street food, sigarette, bibite e quello che si riesce a recuperare dal commercio ufficiale.
Kutaisi e i suoi mercatini auto organizzati per strada ne sono un esempio visivo, bello e colorato, molto “local” ma da guardare con la giusta intensità.
La storia importante dietro ad ogni edificio moderno
Gli edifici moderni, futuristici, non li vedrai solo a Tbilisi.
Manifestazione visivamente ingombrante della volontà di modernizzazione (a tutti i costi) delle politiche di alcuni governi degli ultimi 20 anni, li si trova anche nelle città secondarie.
Dal Ponte della Pace al Music Theatre and Exhibition Hall di Tbilisi fino alla sede del Parlamento di Kutaisi, tutti questi avamposti architettonici sono preceduti e seguiti da dibattiti sociali importanti.
Ad esempio, proprio il parlamento di Kutaisi, una cattedrale nel deserto che ha sostituito un memoriale sui morti in Guerra, tra cui anche moltissimi soldati russi, è stato un modo per accantonare una parte di memoria civica legata ancora ai russi. E dalla Russia, i governi progressisti degli ultimi anni si sono voluti allontanare anche con la memoria storica, con ovvie polemiche e dissidenza dalla folta parte di società che invece la memoria vuole conservarla tutta e affrontarla.
Forse meglio evitare un On the Road
Cambiamo, apparentemente, argomento.
Se sei al tuo primo viaggio in Georgia e se non sei super esperta di metodologie on the road, un viaggio in auto in Georgia può essere sfidante. La guida locale è aggressiva e scoordinata.
Io mi sono mossa in tutta l’Imerezia con un autista (marito della signora che gestiva il mio hotel), che mi ha portata in giro con la sua auto.
Ho temuto più di una volta la sua guida, assolutamente conforme a quella degli altri automobilisti.
Anche i mezzi possono essere problematici se non si è abbastanza flessibili.
I marshrutka sono dei piccoli bus privati molto diffusi nel Caucaso e molto usati dai local. La guida è quella di cui sopra, gli spazi stretti. Serve avere pazienza e osservazione. Si tratta di una parte del tuo viaggio, fanne tesoro.
Il randagismo: cosa vedi e cosa non sai ma devi sapere
Chi ama gli animali, ma anche chi non ne ha una passione specifica ma conserva il sano gene della compassione interspecista, potrebbe conservare la ferita delle immagini dei cani randagi nelle periferie Georgiane.
Sono magrissimi, popolano i margini delle strade di campagna e hanno un chip all’orecchio.
Anche Tbilisi ha molti cani randagi, più in carne, non aggressivi.
Questo è quello che noi vediamo.
Quello che non vediamo sono gli anni terribili del regime e soprattutto nella recente guerra civile georgiana , periodo in cui la povertà portava all’abbandono e al maltrattamento di cani e gatti e alla creazione di gruppi di cani randagi pericolosi per strada.
I governi degli ultimi anni hanno invece preso in carico la cura di questo irrisolto storico, nutrendo, vaccinando e sterilizzando quando necessario gli animali randagi.
A Tbilisi sono parte della popolazione, gli abitanti non li temono e sono abituati alla loro presenza, ormai sana.
Lo stato si prende se non cura almeno responsabilità di loro.
I cani randagi delle aree periferiche sono parte di questo processo; purtroppo li vedrai molto magri perché a differenza di quelli di Tbilisi non hanno i parchi con distributori di cibo e abitanti che li nutrono regolarmente.
Ospitalità reale, non ha a che fare solo con il turismo
Tra le cose più interessanti da fare e vedere a Kutaisi, c’è fare un pasto tipico in una delle tante cantine private create dagli abitanti del posto, soprattutto da giovanissimi tornati dalle loro esperienze internazionali.
Il cibo e i metodi di produzione enogastronomica in Georgia sono davvero particolari (qui ti dico cosa mangiare in Georgia e dove) e farseli preparare in micro cantine, un po’ case private un po’ luoghi di ristoro, è un’esperienza davvero peculiare che non si può vivere altrove, almeno per la mia personale esperienza di viaggio.
Il punto è che l’accoglienza è una caratteristica locale che va ben al di là del business, fa parte del modello di vita georgianio.
Tra dieci anni sarà del tutto diversa
La Georgia è uno di quei paesi che si evolvono a velocità impressionante, come l’Albania e la Bosnia.
Ciò comporta la certezza che quello che vedresti e vivresti andando ora sarà diverso da ciò che troveresti tra un paio di anni.
I rapporti di interscambio economico e politico con l’UE, che legge nel Caucaso un avamposto strategico, potrebbe per alcuni aspetti accelerare la corsa all’urbanizzazione e al modello di sviluppo europeo, che da un lato diminuirà le disuguaglianze, dall’altro potrebbe far perdere aspetti tipici identitari.
La pandemia ovviamente porterà la sua impronta anche in questo paese; io spero che si tratti nel caso della Georgia ad una possibilità di un approccio meno folle alla modernizzazione a tutti i costi e per come l’abbiamo intesa dal dopoguerra ad oggi. Spero anche che resti sempre forte la sua doppia identità, la sua essenza serenamente asiatica ed europea.
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