Cosa vedere a Bucarest?
Scopriamo insieme la capitale della Romania, dal suo centro storico ai luoghi in cui mangiare e bere, parchi e luoghi di aggregazione.
Ma prima di chiederci cosa vedere a Bucarest, propongo come sempre qualche spunto per capire “come vedere Bucarest”, come osservarla e cose da capire ben prima di fare delle foto ai suoi palazzi e ai suoi stili architettonici unici al mondo.
Bucarest, capitale della Romania, è una città complessa, interessante anche per questo, ma da guardare con occhi e approccio diverso da quello che faremmo con altre città e con altre capitali d’Europa.
Puoi ascoltare i contenuti di questo episodio nella prima puntata del podcast Fuori Luogo
Il centro storico di Bucarest, ricco di bellezza neoclassica, ottomana, art nouveau, racconta una storia attraversata dalla finezza dell’impero Ottomano, di cui Bucarest era avamposto fino a metà del ‘500, la bellezza dell’architettura austriaca e l’influenza russa zarista; queste cose danno a chi la visita un colpo d’occhio inatteso, che entra poi in contrasto con i tratti e le ferite della storia più recente.

A metà Ottocento, quando fu capitale del Regno di Romania (che univa Valacchia, attuale regione in cui Bucarest si trova, e Moldavia), Bucarest era così vivace culturalmente da essere denominata piccola Parigi, nonostante già allora il divario sociale fosse evidente e forte, forse per motivi non troppi diversi dal divario sociale che si intravede oggi.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Romania rientrò tra i paesi che subirono l’influenza dell’URSS, vedendo instaurato un governo filo sovietico, fino al 1989, quando il dittatore Nicolae Ceaușescu fu “deposto male”.
Come ho raccontato nelle mie storie in evidenza di Instagram, che puoi ancora vedere qui, Ceaușescu fu il solo dittatore ad essere ucciso, tra tutte le rivoluzioni di Est Europa e Baltico, sul finire dell’epoca della Cortina di Ferro.
Il motivo non è certo che i Rumeni siano o siano stati più violenti di altri popoli dell’Est, ma del fatto che erano più esasperati: il dittatore ha letteralmente portato l’economia rumena sul lastrico, e i terremoti che nel Novecento hanno colpito la regione non hanno aiutato.
Da quel pezzo di storia, la città sta ancora rialzandosi, perché riprendersi da un default di quelle dimensioni è tutt’altro che semplice; infatti in questa mini guida ti indicherò luoghi bellissimi dalla storia molto triste, luoghi di rinascita e cultura, posti dal passato felice quando al mondo sembrava che nulla più potesse andare storto, salvo poi affrontare due guerre mondiali e regimi dittatoriali sanguinari e folli.
Come è Bucarest, oggi?

Bucarest è oggi una capitale ricca di locali, luoghi di divertimento e cultura, che alterna edifici rimessi a nuovo con fini opere di restauro a edifici fatiscenti o addirittura brutti (lo sappiamo tutti bene che l’architettura abitativa sovietica, unita all’architettura anni Settanta in generale, non ha mai creato capolavori di estetica).
Ci sono degli scorci meravigliosi, verde urbano, pulizia (lo stesso livello di pulizia urbana che ho visto a Sofia, incredibile).
Tuttavia c’è grosso divario sociale, ingigantito dai costi della capitale che non sono assolutamente adeguati ai salari medi: per noi viaggiatori dalla zona dell’Euro o del Dollaro, va anche bene, sono costi calmierati.
Ma per i local sono costi troppo alti; Bucarest conta ufficialmente poco più di due milioni di abitanti, ma nelle ore lavorative le presenze superano i tre milioni.
Questo vuol dire che circa un milione di persone si reca ogni giorno a Bucarest per lavorare, ma non può permettersi di viverci.
Spiegone di geopolitica terminato, ma necessario, vediamo adesso di capire perché val decisamente la pena fare un viaggio a Bucarest, se ne si ha la possibilità.
Tanto per cominciare, è la capitale di un paese parte di una delle aree che noi europei dovremmo conoscere di più e meglio.
Ha degli scenari romantici e peculiari e un’architettura tipica che non troverai altrove.
Cosa vedere a Bucarest
Quartiere Lipscani

Partiamo dal centro storico di Bucarest, in cui sono concentrate le principali attrattive culturali e storiche della città di Bucarest.
Noto come quartiere Lipscani, nome ufficioso che viene dal nome della via principale, la toponomastica ufficiale di quest’area è Centru Civic, centro civico.
I Lipsicani erano i mercanti di Lipsia, che tra Quattrocento e Seicento venivano qui o qui si trasferivano per portare e vendere le loro merci (a dire il vero, per estensione, venivano definiti Lipsicani tutti i mercanti, più o meno come noi in Italia chiamiamo Polacchi tutti i mercanti dei mercatini dell’usato).
Perché i Lipsicani si appostavano proprio qui? Tra le altre ragioni, perché qui c’era la Corte di Vlad III di Valacchia, anche noto alla leggenda come Dracula. Dunque una delle cose da vedere in quest’area della città sono proprio gli
Scavi della Corte di Dracula (cioè Vlad III di Valacchia)
Qui Vlad non veniva spesso, principalmente per questioni amministrative e difensive (come detto, Bucarest faceva gola agli Ottomani), perché come sappiamo fin troppo bene, il conte Vlad era spesso in battaglia o nei suoi possedimenti in Transilvania.
Accanto alle rovine (poche, ad esser sinceri) e al busto del terribile conte, si trova invece un luogo sacro e ricco di pathos, cioè la
Chiesa ortodossa di Sant’Antonio (Biserica Sfântul Anton)

Come ho già scritto ogni volta che ho visitato una città o un territorio ortodosso (Georgia, Vilnius, Sofia), è facile per una chiesa ortodossa dare emozioni forti. Il culto ortodosso è molto intimo, le candele sottili e accese nella sabbia, il silenzio e i sussurri della preghiera portano una grande carica empatica ed emotiva, almeno per me.
La chiesa di Sant’Antonio è l’edificio sacro più antico di Bucarest e nonostante abbia subito danni da bombardamenti, incendi e terremoti (diciamo che alla Valacchia non è stato risparmiato proprio niente) i lavori di restauro e recupero lo hanno reso ancora un luogo che conserva la sua preziosa antichità.
Ingresso gratuito, meglio evitare la visita il martedì perché c’è grande concentrazione di fedeli, per il rito della preghiera a Sant’Antonio.
Monastero Stravopoleos

A mio avviso, il luogo più bello del centro di Bucarest, per via non solo dell’estetica dello stile Brâncoveanu, ma anche della sua atmosfera sacra e raccolta.
Si tratta di un piccolo monastero ortodosso di metà del Settecento, con chiostro e refettorio. Il luogo è di grande pace e silenzio, ci si può perdere per ore a guardare i motivi floreali e i ricami tanto cari a questo stile, unico nel suo genere perché unisce fascino e richiami della raffinatezza ottomana agli archetipi dell’architettura sacra ortodossa.
Ingresso gratuito, aperto tutti i giorni, porta con te rispetto e silenzio e poca fretta.
Ristorante Caru cu bere

Ebbene sì, tra le cosa da vedere a Bucarest ma soprattutto da esperire, c’è anche un ristorante particolarissimo, non tanto per la sua cucina, che, per carità, è ottima, bensì per il suo spazio interno.
Caru cu bere (che vuol dire Il vagone di birra) ha circa 150 anni di storia ed è un luogo di enorme interesse architettonico in stile neo gotico, con la sua boiserie di pregio e le sue vetrate che la rendono simile ad un castello o ad una cattedrale.
Nasce proprio come luogo di ristoro, ma i suoi fondatori avevano i denari per progettarlo come un luogo di pregio e interesse artistico.
La cucina è tipica rumena e per gli amanti della birra (just like me) è anche il luogo ideale per conoscere le migliori (oddio, forse proprio tutte, anche le peggiori) birre artigianali del paese.
Hanu’ Lui Manuc, altro ristorante di interesse

Anche il luogo Hanu’ Lui Manuc, vicinissimo alla chiesa di Sant’Antonio, merita una visita: si tratta infatti dell’albergo più antico della città, in stile armeno (il suo costruttore era un fuggitivo da Istanbul per evitare di essere giustiziato), oggi ospita un ristorante, dei negozi ed è ancora un hotel.
Ha un giardino-patio bellissimo e molto grande, e lo stile è davvero esotico.
Palatul Cec

Venendo dal centro storico, dietro Cara cu bere, si intravede un edificio imponente, in stile eclettico, con tre enormi cupole di vetro. Si tratta del palazzo CEC, sede attuale della CEC bank.
Passaggio Macca-Villacrosse

Un passaggio “segreto” nella storia dello stile liberty ed eclettico, nella raffinatezza di inizio del Novecento, questo passaggio che va da Cala Victorei e Strada Eugeniu Carada; il passaggio Macca-Villacrosse è una galleria a forma di ferro di cavallo, sovrastata da vetrate gialle, che danno un senso di luce calda ad ogni ora, in ogni stagione.
Un tempo era luogo di mercati e boutique, oggi di caffetterie, il passaggio Macca-Villacrosse ha un sapore di Belle époque.
Prima della galleria, qui c’era una locanda molto redditizia; la figlia del locandiere andò in sposa ad un architetto catalano, tale Villacorsse, che la progettò. Ebbero una figlia che sposo tale Macca, che vi aprì delle boutique di lusso, dunque a fine Ottocento la città acquistò lo spazio e lo aprì come passaggio cittadino.
Ovviamente è gratuito, trattandosi di una strada pubblica, si entra da Calea Victoriei 16-20 o da Str. Eugeniu Carada 5-7
Carturesti Carusel: a Budapest, la libreria più bella d’Europa


Restiamo nell’ambito degli edifici con una storia speciale e una bellezza particolare.
Se ti dicessi che la libreria più bella d’Europa si trova proprio qui, nel centro di Bucarest?
Se non mi credi, prendi un volo e passeggia nelle strade dell’area di Lipsicani, fino ad imbatterti in Carturesti Carusel, una libreria su sei piani, in un edificio dell’inizio del XX secolo che, abbiamo capito, è stato un gran bel periodo per l’architettura di Bucarest.
Inizialmente era una banca, edificata infatti da una famiglia di banchieri; poi nel periodo comunista divenne un magazzino (abbiamo capito anche che i regimi comunisti non avevano talento per la valorizzazione dei beni culturali).
Dal 2010 al 2015 fu rilevata e vide il lavoro egregio di ri-valorizzazione che la rende oggi una libreria bellissima, con diversi settori e libri anche in diverse lingue oltre al rumeno (sì, hai capito bene, ti sto dicendo che devi acquistare dei libri, e finanziare la cultura).
Piața Unirii

La particolarità di questa piazza è la fontana monumentale che si estende per circa un chilometro e mezzo; o, forse è meglio dire, si tratta di un complesso di fontane che è a conti fatti il più grande d’Europa.
E chi l’ha fatta? L’ha fatta fare Ceaușescu, insieme a tutte quelle opere un tantino impegnative economicamente che hanno mandato la Romania in bancarotta.
Però dai, almeno è bella.

La sera, dalle 20.00 alle 21.00, si illumina con dei giochi di acqua e luce davvero suggestivi quindi, se visiti Bucarest, metti almeno una sveglia che ti ricordi di vedere questo spettacolo.
Altra nota di politica e folklore: ai tempi della dittatura si chiamava piazza Nazionale, ed è diventata Piazza dell’Unità solo dopo la rivoluzione, riprendendo il nome della piazza omonima di Timisoara da cui la rivolta stessa è partita.
Parlamento di Bucarest

Parlando delle grandi opere del dittatore filosovietico, ecco anche il parlamento, il secondo edificio più grande al mondo, dopo il Pentagono.
Palazzo davvero imponente, che unisce neoclassicismo e realismo socialista, ora sede di Parlamento e Corte Costituzionale, la leggenda narra che abbia al suo interno anche i wc in oro, ma non ci sono fonti che accreditano queste teorie.
Di certo i suoi interni sono una costellazione di marmi pregiati provenienti da tutta la Romania (negli anni di costruzione, le tombe non furono più fatte in marmo perché il marmo serviva tutto qui), velluti con rifiniture in oro e argento, cristalli pregiatissimi e oltre mille stanze, nonché circa sessanta gallerie sotterranee.
Ai tempi del dittatore si chiamava Palazzo del Popolo, un’interessante presa in giro dal momento che durante la costruzione buona parte del popolo moriva di fame e per costruirlo fu raso al suolo un quinto del centro storico, nonché centinaia di famiglie cacciate dalle proprie case e “riposizionate” nei palazzi socialisti.
Quest’azione, nella memoria dei rumeni viene definita Ceaușima, una crasi tra Ceaușescu e Hiroshima.
Visita consigliata, ma bisogna prenotare, di persona o on line.
La visita è accompagnata da una guida e costa 8 euro (2 per bambini e per studenti)
Cattedrale patriarcale dei Santi Costantino ed Elena

Poco distante dal Parlamento, questa è anche la sede del Patriarca Ortodosso di Romania.
Il luogo è di grande pregio e bellezza, con degli affreschi e traforature lignee e intarsi dorati, colonnato ionico.
La visita è gratuita.
Museo Nazionale di Bucarest
Non aspettare di avere un giorno di pioggia durante il tuo viaggio per visitare il ricco Museo nazionale d’arte della Romania; ti stupirà sia per la cura dell’allestimento quanto per la presenza di arte di pregio che dal Medio Evo arriva fino all’arte moderna.
Centralissimo, vicino a Piața Unirii, sito nell’ex palazzo reale, lo stabile che lo ospita non passa inosservato ed è da visitare.
Nelle opere soprattutto di arte pittorica che troverai qui, potrai ad esempio scoprire come erano le abitudini di vita nobiliari e contadine del passato, come era il costume tipico locale, come erano i volti dei suoi abitanti. Ci trovi anche opere di Rubens, Rembrandt, Monet e altri impressionisti, ma suvvia, andiamo oltre l’arte che studiamo a scuola e incuriosiamoci anche del resto.
Se non c’è modo migliore per conoscere un popolo e la sua storia che attraverso la sua arte, questo è il luogo in cui trascorrere almeno un intero pomeriggio.
Aperto dal lunedì alla domenica, dalle 10.00 alle 18.00, costo 2 Euro.
Palazzo Cantacuzino

ph. Joe Mabel – wikimedia commons
Amanti dell’Art Nouveau e dello stile Roccocò, fermi tutti! Questo è il luogo che davvero non potete perdere nella vostra visita a Bucarest.
Palazzo Cantacuzino fu edificato dal sindaco e ex primo ministro a inizio Novecento, gran bel periodo per l’architettura della capitale rumena.
(NB: probabilmente resterà chiuso alle visite fino a inizio 2023 per lavori di restauro all’interno e all’esterno, quindi per ora il museo dedicato al musicista George Enescu non è visitabile).
Salvo restauri, Palazzo Cantacuzino è visitabile dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 17.00. Costo, 2 euro.
Ateneo romeno

Non farti ingannare dal nome, non si tratta di una sede universitaria, bensì di un’imponente sala da concerti dalla pianta sferica, sede della Filarmonica “George Enescu”.
Bello osservare il suo colonnato, da vicino o seduti sulle panchine del curato giardino antistante.
Visita a pagamento, 2 euro, tutti i giorni tranne la domenica e nei giorni delle esibizioni
Teatro Nazionale di Bucarest

L’edificio ha un’estetica architettonica moderna, con richiami al passato, ma diciamolo tranquillamente, niente a che vedere con l’edificio antico purtroppo raso al suolo da un bombardamento nel 1944.
A mio avviso è molto carina la scultura in bronzo, omaggio ai teatranti itineranti, davanti alla piazza di ingresso.
Muzuel National al Satului “Dimitrie Gusti”


Come quando sono stata a Timisoara ed ho avuto il piacere di vedere il villaggio-museo di Banat, anche a Bucarest c’è un grande parco che accoglie un museo etnografico a cielo aperto delle modalità abitative di diversi secoli del passato, nel territorio di Romania e Moldavia.
Le case sono ricostruite con materiali orginali e in molti casi addirittura spostate, con il loro assetto di origine, in questo posto.
Prende il nome dal sociologo che lo ha fondato e a mio avviso è un’esperienza davvero interessante.
Piccola pecca, non tutte le case sono aperte e visitabili, almeno non sempre, e non ci sono figuranti, almeno non sempre e non quando ci sono stata io, e questo toglie molto al fascino del museo (dopo averne visto uno analogo anche con i figuranti e cantastorie a Stoccolma, il mio livello valutativo dei musei di questo tipo è molto severo).
Il museo, che è comunque il più esteso d’Europa, si trova nel Parco Herăstrău, che più che una bellissima area di verde urbano è un vero e proprio boschetto con giochi, percorsi sportivi, giardini zen e alberi appartenenti alla flora rumena.

Arco di trionfo
Lo vedrai fuori dal Parco Herăstrău, in stile Arco di Trionfo Francese. In realtà è relativamente recente, con una prima struttura lignea di fine Ottocento, eretto ad attendere le truppe dopo la guerra di indipendenza dall’Impero ottomano e poi ricreata in mattoni nel 1935.
Terme di Bucarest
Se ti fermi per un po’ di tempo, diciamo per più di due o tre giorni, oppure se visiti Bucarest in un periodo particolarmente caldo (agosto lo è) o particolarmente freddo, potrebbe piacerti moltissimo goderti una giornata alle bellissime terme di Bucarest.
Piscine, acque termali, scivoli e giochi di acqua, spa e solarium, con l’aggiunta di un bellissimo giardino interno, il tutto in una mastodontica struttura in vetro, elegante e rinfrescante.
Per arrivare è necessario prendere il taxi o un bus navetta (gratuito, uno ogni due ore) che parte da Piata Romana. Il costo va dai 9 ai 20 Euro a seconda dei servizi dei quali si vuole usufruire. Maggiori info le trovi sul sito ufficiale delle terme
Cosa mangiare di vegetariano a Bucarest

Chiudo questo itinerario a tappe nella sorprendente capitale rumena indicandoti dei piatti tipici ma vegetariani e vegani; come ben sa chi mi segue, sono vegetariana da vent’anni e ad ogni destinazione amo assaggiare cibo locale, quindi ho trovato per te qualcosa che val la pena di provare.
Zukusca: è una salsa da spalmare sul pane, composta da melanzane, peperoni e cipolla arrostiti e resi crema. Spesso la si trova anche ai funghi.
Qui è considerata anche confort e emergency food dagli studenti fuori sede, il classico salva cena da frigo vuoto.
Fasole bătută: crema di fagioli bianchi, soffice e altamente proteica.
Covrigi: prezeln in versione rumena.
Nonostante la Romania abbia tradizioni molto carnivore, sono ancora molto diffusi tra le persone ortodosse praticanti o comunque nelle tradizioni di impronta ortodossa, i periodi definiti di posturi, cioè di digiuno pre festività natalizie e pasquali.
Ovviamente non si tratta di veri digiuni ma di periodi in cui non si mangia carne e dunque questa tradizione ancora molto praticata, soprattuto dagli anziani, detentori della memoria anche culinaria di un popolo, ha creato la tradizione dei piatti tipici rumeni in versione veg.
Tra queste ricette annovero i peperoni ripieni di riso e verdure e i Sarmale “de post”, cioè i sarmele vegetariani (sarmele sono degli involtini di cavolo ripieni di riso e verdure, nella versione de post, cioè senza carne).
Come quando ti ho parlato dei piatti vegetariani che ho assaggiato a Timisoara, tipico rumeno è anche il Bulete de mamaliga, sos de hrean, cioè palline di polenta con crema di rafano. Una roba buonissima!
Spero che questo articolo possa essere la tua guida-compagna di viaggio a Bucarest!
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