Quando ho lasciato Milano per seguire la scelta di vivere da digital nomad avendo il Sud come base, c’era una cosa che più di tutte mi spaventava.
Indovina un po’ di che cosa si trattava?
No, non era la faccenda della disoccupazione a Sud.
No, non era lasciare un lavoro a tempo indeterminato (che poi si sa, i lavori a tempo indeterminato sono come l’amore eterno. Sono indeterminati sinché qualcuno non ne determina, più o meo arbitrariamente, la fine).
No, non era lasciare tutto e iniziare da zero, o peggio, ricominciare da Sud.
Il mio terrore era l’assenza, in Puglia, di tutti quei voli diretti ovunque più o meno a costi bassi, più o meno sempre, come invece accade nei dintorni di Milano.
Avevo molta paura di non poter viaggiare spesso come a Milano, a costi sopportabili tanto più quando stavo deliberatamente scegliendo di vivere sì, in un posto più economico, ma con entrate momentaneamente decisamente inferiori.
A proposito di tutta questa faccenda, posso spiegare:
How travelling changed my life
(and how I changed my life to travel)
Ma fortunatamente e come al solito, avevo torto.
Infatti, non appena ho avuto modo di controllare i voli in partenza nel corso dell’anno dagli aeroporti di Bari e Brindisi mi sono trovata di fronte a un idillio di destinazioni che mai avevo considerato prima e che, ovviamente, non conoscevo.
Ho scoperto così l’Europa dell’Est, un’altra filosofia di viaggio in Europa!
Ecco in breve perché ho voluto tanto bene e a tratti amato le sei destinazioni che ho sino ad ora raggiunto dalla Puglia.
Sofia
Sono andata a Sofia con l’ottimismo di quando vado in un posto nuovo e con il pessimismo di quanti mi avevano detto che non è un gran ché. Io e Nadia siamo partite con l’idea del “Va beh, mal che vada è sempre una città nuova in un paese nuovo”.
I miei detrattori di Sofia sono stati in realtà più che utili dal momento che hanno abbassato di molto le aspettative aumentando in maniera direttamente proporzionale la mia sorpresa di fronte ad un autunno colorato e soleggiato, in una città pulita, buffa, tipica e anche bella, se ci lascia alle spalle il concetto italiano di bellezza.
Poi aggiungici che io una sinagoga, una moschea, una chiesa cattolica e una cattedrale ortodossa operanti nella stessa piazza non le avevo ancora mai viste e che il vino è qualcosa di spettacolare, ed è chiaro che una come me ne esca innamorata.
Piccolo consiglio in più: visita Sofia in autunno (massimo fine ottobre) o in tarda primavera (tipo adesso, o a inizio maggio) per trovare già colori e un clima più mite e godibile.
Guarda il video My Sofia in 30 seconds
Varsavia
Varsavia è ciò che noi che abbiamo studiato linguaggio signorile al convento delle Bambolin definiremmo “una capital europea con i controcazzi”.
Posso dire che il biglietto per Varsavia è stato l’acquisto improvviso migliore che abbia fatto.
La città ha una quantità di teatri attivi, manifestazioni di musica (anche e soprattutto classica) all’aperto e gratuite che non ho mai visto altrove.
La città vecchia (Stare Miasto) è patrimonio dell’Unesco dal 1980 ma è bene sapere che fu quasi del tutto ricostruita dopo l’occupazione tedesca e in particolare dopo la rivolta di Varsavia, una delle più lunghe resistenze civili della Seconda Guerra Mondiale.
I civili polacchi attendevano l’arrivo dei militari russi, che però decisero di dirottare verso fronti più convenienti e vantaggiosi. In sostanze i grandi strateghi di guerra della storia d’Europa non erano che un manipolo di mentecatti, questo è un dato.
Oggi resterai ammaliata dal verde di Park Łazienki e dal parco delle fontane multimediale, il Multimedia Fountains park, che in estate mette in scena spettacoli incredibili di luci, musica, apparizioni e giochi d’acqua.
In estate Varsavia mostra il top della sua vita culturale.
Timisoara
Ci sono andata in gennaio, in un gelido week end fuori porta che oscillava tra i 7 e -4 gradi. Le difficoltà che io e Anto abbiamo affrontato erano ovviamente dovute per lo più al clima, ma un viaggio innevato e silenzioso ogni tanto va fatto.
Altre cose di rilievo:
– anche qui, l’indotto legato al teatro è di una portata imbarazzante,
– lo street food è adatto a chi ha molto senso dell’umorismo (vedi foto),
– molto vicino a Timisoara c’è un museo etnografico a cielo aperto come quelli che piacciono a me e che il destino mi fa vedere sempre sotto tempeste di neve o freddo polare, come nel caso di Skansen a Stoccolma.
Budapest
A parte il fatto che ancora ricordo Budapest come il luogo in cui ho mangiato meglio in tutti i miei viaggi, grazie alle sue zuppe calde buonissime e veg friendly (per sempre nella mia memoria il GOMBALEVES, zuppa di funghi, verdure e nutmeg, la crema di broccoli e patate e la zuppa di zucca, la SÜTŐTÖK KRÉMLEVES).
Anche a Budapest la vita culturale è ricca di mega concerti organizzati per lo più da giovanissimi. Molto giovane è anche la media di età della popolazione locale, che pullula di idee e opportunità.
Non è male neanche come destinazione per una nuova vita.
Belgrado
Kalemegdan è l’immagine più viva e accesa che ho di Belgrado. Un grande parco dove adulti, bambini, ggggiovani condividono tempo e giochi, panchine, viste panoramiche in uno spazio comune.
Un centro ricreativo nel verde che si sviluppa intorno all’antico castello e accanto alla città vecchia e che si affaccia su una piana verde.
Mi sono fermata qui per un’ora o più dopo una interminabile passeggiata dal centro al tempio di St. Sava. Posto ideale per immaginare le storie dei passanti o per chiederle direttamente a loro.
Praga
Non ci si stanca mai, di Praga. Ci sono tornata 3 volte e la prossima potrebbe essere molto vicina. Città romantica a dir poco, misteriosa anche.
I negozi di burattini, il centralissimo museo dei giocattoli e delle bambole, i personaggi che escono dall’orologio astronomico nella piazza principale, tutto è teatro… e anche un po’ film di Dario Argento. A proposito di teatro, Praga da 1,2 milioni di abitanti e 3.4 milioni di posti a teatro.
La finzione qui è presa molto sul serio.
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Quale di queste città hai visto? Quale altra dell’Europa dell’Est mi consigli?
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