Read the post in English Budapest
Dove cercare la street art più bella di Budapest e tutti i motivi per cui è davvero unica al mondo
Da piccola non avevo sempre gli ultimi giocattoli mostrati ininterrottamente in tv, perché i miei genitori non volevano che fossi influenzata dal martellamento pubblicitario degli anni ’80.
Il mio essere viziata passava da altre strade, ad esempio avevo una cosa che tutte le mie amiche non potevano neanche sognare: una stanzetta di servizio dove avevo il permesso di disegnare sui muri ed era la cosa che mi rendeva la bambina più invidiata del palazzo.
Budapest
Dal momento che avevo pericolosissime manie creative, mia madre mi disse
“lascia stare le altre pareti, qui (lo stanzino in questione) fai quello che vuoi”.
Budapest
Forse per via dei miei trascorsi biografici amo la street art e mi sento molto vicina al progetto
Facade Rehab Project,
il progetto attraverso il quale la municipalità di Budapest ha detto a diversi collettivi artistici locali: “Prendetevi i palazzi, soprattutto quelli in rovina, e disegnate quello che volete”.
Proprio come accadde a me, da bambina, si tratta di lavori fatti con un minimo di contrattazione: l’amministrazione dice quali palazzi sono “lo stanzino delle meraviglie” da valorizzare e i collettivi fanno tutto il resto.
Ma di quanto a Budapest il fervore e la vitalità sia una cosa semplice lo avevo già detto in questo post.
Budapest
I principali collettivi cui è stata data la concessione sono NeoPaint Works e Colorful City.
Ma ci sono anche artisti indipendenti a firmare le opere, come Obie Platon, Lukas Berge, Richárd Orosz che hanno dipinto le pareti laterali dei palazzi, raccontando qualcosa della storia locale: dal ricordare a tutti che Rubik, quello del cubo, era di Budapest, o nel celebrare la “partita del secolo”, quando l’Ungheria ha sconfitto l’Inghilterra a Wembley nel 1953.
Ma ci sono anche situazioni più visionarie, come l’invasione degli alieni, o celebrazioni del cinema e della classe operaia.
Murales non autorizzati
Se i murales del progetto Facade Rehab sono facilmente riconoscibili, perché molto grandi e posizionati per lo più sulle pareti laterali dei palazzi, ci sono delle piccole e nascoste opere di guerrilla urbana, a volte già un po’ sbiadite quando non parzialmente coperte da altri graffiti, fatte con la tecnica stickers o delicatissimi origami.
Budapest
Nel quartiere ebraico, anche molti negozi diventano, con le loro insegne e allestimenti esterni, degli avamposti di arte urbana, proprio come nel caso del negozio di bici e pezzi di ricambio che trovi vicino al re dei Ruin Pub, il Szimplar (del quale ti parlerò presto in un post specifico anticipandoti che ha le pareti identiche allo stanzino in cui potevo anarchicamente disegnare quello che volevo).
Budapest
Arte nei pub
Un altro tipo di arte figurativa underground è da ricercare proprio all’interno dei Ruin Pub (pub in rovina), cioè dei pub nati nel settimo distretto da una vera e propria occupazione di vecchi stabili e che oggi sono uno dei baluardi di tipicità della capitale ungherese.
In attesa che ti dica qualcosa anche sui Ruin Pub, appuntati di andare in questi posti, a Pest, nel quartiere ebraico, non solo per bere una birra, mangiare e ascoltare musica ma anche per guardare le esposizioni di arte fatta da scuole d’arte, collettivi e artisti indipendenti.
Cerca il cane a due code: una storia speciale di arte e politica tutta Ungherese
E poi c’è la street art con chiare connotazioni politiche e storie molto sui generis. Cerca in giro per la città il logo del cane a due code. Si tratta non solo di un collettivo di artisti ma di un partito politico che si è candidato alle elezioni del 2006 solo per prendere letteralmente in giro tutta la campagna elettorale.
Le loro promesse elettorali erano: vita eterna, la pace nel mondo, orario lavorativo ridotto ad un giorno a settimana, due tramonti al giorno (di colori diversi), birra gratis e abbassamento delle tasse.
I loro graffiti sono per lo più parodie della politica nazionale, con bersaglio particolare sulle politiche anti immigrazione dei partiti conservatori.
La maggior parte di questi capolavori si trova nel settimo distretto, a Pest, nel quartiere ebraico.
Quando visiti Budapest cerca questi racconti per immagini.
Fallo come un gioco, con i bambini o con lo spirito artistico che hai in te: cammina alzando lo sguardo e cerca i murales e cerca di capire che cosa rappresentano e raccontano prima ancora di andare a cercare info in merito.
Alcuni sono abbastanza didascalici, rappresentano metaforicamente la città in modo abbastanza chiaro. Altri sono più criptici, come è bello e giusto che siano l’arte e le città, due cose che camminano di pari passo e che ci ricordano che il mondo e bellissimo e che l’essere umano è artefice di molta di questa bellezza.
5 Comments
-
Federico
Non mi intendo di arte e il numero di artisti che conosco si contano sulle dita di mezza mano… 😆 Però rimango sempre affascinato nel vedere cosa sono in grado di fare alcuni geni creativi! Che non significa essere “celebri artisti” riconosciuti, anzi, molte volte i capolavori nascono dalle persone e nei luoghi più inaspettati. Questa forma di street art (che definirei “building” o “city” art, data la sua estensione e portata), come ha scritto Raffaele, rivitalizza e colora interi quartieri o città, trasformandole da grige a poli splendenti! Il post ci accompagna in un breve tour, mostrandoci grandi facciate, impossibili da non vedere, così come piccoli angoli nascosti, che senza una guida esperta difficilmente saremmo in grado di trovare!
-
Valentina
Molto affascinante questo post! Mi piace sempre moltissimo scovare bellezze ed itinerari alternativi nelle città famose, conoscere storie e scovare dettagli ricchi di significati. La street art mi sta iniziando a piacere parecchio, e quella di Budapest mi sembra assai interessante.. e poi voglio assolutamente andare in uno dei suoi Ruin Pub! 🙂
-
Raffaele - One More Trip
E’ sempre bello leggere di percorsi alternativi in grandi città. La street art è ormai divenuta (e riconosciuta) una forma d’arte a tutti gli effetti. Riesce a dare colore e vita ad angoli che prima erano spogli e trasandati. Molte grandi città si stanno muovendo in questa direzione. Tu conosci Jorit Agoch? Ha tappezzato Napoli di capolavori!
sandra
le tue pareti da colorare potrei riuscire a invidiartele anche adesso 🙂 “fate quello che volete”, certo, ma chi ha fatto direi che ha fatto proprio bene. insomma, il gusto e lo stile sono evidenti. quando si fanno queste cose bisogna saper raccontare la città senza spezzare il legame con ciò che è stato ed è oggi il luogo. dalle tue foto sembra se la siano cavata molto bene.