5 verità scomode che ti porteranno in Basilicata

Read it in English 
Parlare della Basilicata è un po’ come parlare dell’Isola che non c’è.
Hai sentito qualcosa, a volte, ma non ricordi bene quando, perché e da chi. Non sono la sola a pensarlo, dal momento che anche il sito del turismo territoriale (www.visitbasilicata.com) ha come slogan l’eloquente frase ‘Basilicata: che bella scoperta’ (per altro, uno dei migliori siti turistici nei quali abbia mai navigato).
In generale, quello che i più sanno della Basilicata è che:

  • gli autoctoni sono molto gentili (ma io credo che di fronte al turista pagante qualunque indigeno di qualunque posto tenda ad esserlo e lo trovo un po’ come dire che In thailandia tutti sorridono sempre)
  • la natura è bellissima e
  • il cibo e il vino sono molto buoni

099

Al che, uno si chiederebbe: Quindi che differenza c’è tra Basilicata e Toscana?

Ve lo dico io! Le differenze sono moltissime.
Prima di tutto, in pochi conoscono la Basilicata mentre tutti sanno della Toscana. E questo fa molto su una cultura e su un territorio. La narrazione di un luogo da parte di chi ci abita e di chi lo visita cambia il territorio stesso.

Ad esempio, prova a dire a qualcuno che la Basilicata è la seconda regione in Europa per presenza di petrolio e idrocarburi nel sottosuolo. In pochi ti crederanno e non faranno una faccia scettica.
Quando dici che è la sola regione del Sud Italia in cui non c’è la nascita e sviluppo storico di associazioni criminali qualcuno potrebbe dirvi ‘Ah, vero. Ma non ci avevo pensato’.
L’attore Rocco Papaleo lo dice rimandolo in jazz

‘Date anche a noi la nostra parte di mafia’.

basilicata val d'agri
Poi potrei andare oltre Papaleo e dire che è la sola regione che negli ultimi 20 anni non è balzata nelle prime pagine di politica interna per infiltrazioni mafiose, cosa che invece è accaduta in tutte le regioni d’Italia (tranne sospetti nel 2014 e un allarme nel 2016).

Ri-cito Papaleo e il suo parlar jazzato in Basilicata Coast to Coast, quando dico che nella Basilicata ci devi credere, come in Dio e Babbo Natale, perché è il solo modo che hai di scoprirla.

Ora, ve le dico io alcune verità scomode che vi porteranno dritti dritti in Basilicata.


Cultura & letteratura: 

morra basilicata
Ci sono luoghi che sono in grado di creare un patrimonio dai natali di uno scrittore, regista, attore, poeta. In Basilicata (come nel resto d’Italia) sono pochissimi a sapere che questa regione ha dato i natali a Isabella di Morra (Favale, 1520? – Favale, 1546), importante e apprezzata poeta in stile petrarchesco.  La sua produzione poetica fu interrotta bruscamente dalla mano armata dei fratelli, con i quali i rapporti non erano mai stati particolarmente cordiali anche a causa della sua amicizia epistolare con un barone spagnolo e con sua moglie. Con lui aveva uno scambio intellettuale di poesie e reciproco riconoscimento artistico e probabilmente questo fu il motivo dell’uccisione da parte dei fratelli (ancora non si sa se la ammazzarono di botte o se la pugnalarono).
La critica ha appiattito la sua vita e la sua morte dietro un presunto legame amoroso e conseguente delitto d’onore, non considerando né quanto fosse grave a quel tempo per una famiglia filo-francese con padre in esilio a Parigi, l’amicizia con un nobile spagnolo, né l’impossibilità di una donna segregata in casa dal suo bel patriarcato lucano e filo francese, l’intrattenere qualsivoglia relazione con uomini sposati (per altro, le lettere che tale Don Diego de Sandoval spediva a Isabella erano a nome della moglie).
Allora, prima verità scomoda da accettare: in Basilicata nel 1500 c’era una poeta molto brava e politicamente cosciente, uccisa per ragioni politiche e non sentimentali. Le sue lettere erano lettere per avere riconoscimento artistico e non lettere d’amore. Fatevene una ragione! Una donna non muore solo per amore!

Castelli e Fantasmi:

castello
Se amate le storie di fantasmi e le presenze strane, sappiate che non serve andare fino in Scozia.
A partire dal castello di Favale (val Sinni, Matera) nel quale visse Isabella di Morra, che è uno dei più popolari, nel quale pare lei ancora si aggiri leggendo e scrivendo.
Ma molti altri sono i castelli abitati da spiriti e storie drammatiche (che poi mi chiedo come mai non esistano Castelli popolati da fantasmi che hanno avuto una vita felice… secondo me sì, ed è il caso di iniziare a raccontare anche quelli. Ma è già un’altra storia).

Se però proprio ti piacciono i fantasmi tristi e anche un po’ incazzati è il caso di visitare il Castello di Melfi e quello di Avigliano-Lagopesole,  Castel Lagopesole, dove lo spirito guida pare essere addirittura quello di Federico II.  Quello che conosco meglio è il Castello di Brienza (val d’Agri) che ha dato i natali a Mario Pagano.
Nel mese di agosto, intorno al castello registi da tutto il mondo progettano opere teatrali e giochi di luci e ombre che riportano in vita tutte le antiche leggende sui suoi abitanti, fra cui quella di Bianca da Brienza (nobildonna sparita, probabilmente rapita dai pirati nel corso di un viaggio via mare)

Sport estremi ma anche no:

trekking
Se ami il trekking e le passeggiate in montagna e nei boschi, qui hai molto da percorrere.
Ma a dirla tutta, la Basilicata è la regione d’Italia con il maggior numero di strutture per sport estremi come climbing, rafting, canoa, orienteering e cose strane non definibili sport ma di certo roba molto adrenalinica come il volo dell’angelo e il volo dell’aquila (sulle Dolomiti Lucane, tra Castelmezzano e Pietrapertosa)

Piccola, impercettibile e bellissima costa locale

photo-1444736449062-db90fe1fc7ca

Altra verità scomoda: sole, mare e vento non sono prerogativa della Puglia né del Salento. Ma forse a questo c’eravamo già arrivati.
Piccole che quasi non si vede dalla cartina geografica, la Basilicata ha ben due coste che si affacciano su due mari.
E mentre altre regioni (mia compresa e prima fra tutte) fanno un casino per osannare agli occhi della cronaca le proprie coste, i lucani (mica scemi) se la tengono senza dire nulla troppo ad alta voce.

La costa ionica, a est, con sabbie bianche e soffici, si presta alla perfezione alle famiglie e a chi ama lunghe passeggiate con i piedi in un mare cristallino.
La costa tirrenica, a ovest, con rocce che conducono a bellissime calette e anfratti segreti per chi ama l’avventura anche in mare. Metaponto, Scansano Jonico, Nuova Siri, Policoro, Calata Iannita, Maratea e Acquafredda, giusto per nominare alcune tra le località più belle.  

Parchi, musica e parchi in musica

music

E se ti dicessi che il più grande parconazionale italiano si trova in Basilicata (e arriva fino alla Calabria), mi crederesti?
Fattene una ragione, perché si tratta del Parco naturale del Pollino (192 565 ettari) – leggi qui l’elenco per estensione dei Parchi Nazionali Naturali italiani . 

Qui a fine agosto si tiene un grande festival di musica rock, reggae, elettronica, etno, jazz e canzone d’autore. A ingresso gratuito, la sua storia vanta oltre 100.000 spettatori che hanno anche goduto di laboratori, visite guidate, camping per l’occasione sempre gratuiti!

Trasgredisci. Vai in Basilicata e dacci altre verità scomode cui credere!

 

7 Comments

  • Nicole

    I cannot wait to visit. Thank you for sharing. I love your storytelling and it really makes me want to book a trip and explore. What time of year do you recommend?

  • Arzo Travels

    Beautiful pictures <3

  • Christopher

    I really wish I understood what you where saying in this post cause the pictures are stunning!

  • michele cristiano aulicino

    #6
    Una delle poesie più belle di sempre è stata scritta da un lucano per la Lucania 😀

    Lucania

    Al pellegrino che s’affaccia ai suoi valichi,
    a chi scende per la stretta degli Alburni
    o fa il cammino delle pecore lungo le coste della Serra,
    al nibbio che rompe il filo dell’orizzonte
    con un rettile negli artigli, all’emigrante, al soldato,
    a chi torna dai santuari o dall’esilio, a chi dorme
    negli ovili, al pastore, al mezzadro, al mercante
    la Lucania apre le sue lande,
    le sue valli dove i fiumi scorrono lenti
    come fiumi di polvere.

    Lo spirito del silenzio sta nei luoghi
    della mia dolorosa provincia. Da Elea a Metaponto,
    sofistico e d’oro, problematico e sottile,
    divora l’olio nelle chiese, mette il cappuccio
    nelle case, fa il monaco nelle grotte, cresce
    con l’erba alle soglie dei vecchi paesi franati.

    Il sole sbieco sui lauri, il sole buono
    con le grandi corna, l’odorosa palato,
    il sole avido di bambini, eccolo per le piazze!
    Ha il passo pigro del bue, e sull’erba
    sulle selci lascia le grandi chiazze
    zeppe di larve.

    Terra di mamme grasse, di padri scuri
    e lustri come scheletri, piena di galli
    e di cani, di boschi e di calcare, terra
    magra dove il grano cresce a stento
    (carosella, granturco, granofino)
    e il vino non è squillante (menta
    dell’Agri, basilico del Basento)
    e l’uliva ha il gusto dell’oblio,
    il sapore del pianto.

    In un’aria vulcanica, fortemente accensibile,
    gli alberi respirano con un palpito inconsueto;
    le querce ingrossano i ceppi con la sostanza del cielo.
    Cumuli di macerie restano intatte per secoli:
    nessuno rivolta una pietra per non inorridire.
    Sotto ogni pietra, dico, ha l’inferno il suo ombelico.
    Solo un ragazzo può sporgersi agli orli
    dell’abisso per cogliere il nettare
    tra i cespi brulicanti di zanzare
    e di tarantole.

    Io tornerò vivo sotto le tue piogge rosse.
    tornerò senza colpe a battere il tamburo,
    a legare il mulo alla porta,
    a raccogliere lumache negli orti.
    Udrò fumare le stoppie, le sterpaie,
    le fosse, udrò il merlo cantare
    sotto i letti, udrò la gatta
    cantare sui sepolcri?

    Leonardo Sinisgalli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *